L'iconico "Questa è Sparta!" di Leonida, re di Sparta, è sicuramente una delle frasi più celebri degli ultimi anni della storia del cinema. Il film in questione è 300, direttao nel 2007 da Zack Snyder e adattamento cinematografico della graphic novel omonima di Frank Miller.
Presentato al Festival Internazionale del Cinema di Berlino nel 2007, il film è stato realizzato interamente con la tecnica del chroma key, in modo da riprodurre le immagini dell'originale fumetto.
300 è stato sicuramente un campione di incassi. Risulta, infatti, a livello globale il nono film più visto del 2007, arrivando ad incassare oltre 456 milioni di dollari in tutto il mondo. La storia comincia con Delios, soldato spartano, che narra la vita di Leonida, dalla sua gioventù sino al suo diventare re di Sparta. Tutto ha avuto inizio quando, un anno prima, un messaggero persiano si presentò a Sparta, chiedendo la sottomissione per conto del re Serse. Offeso, Leonida e i suoi uccisero gli uomini di Serse scaraventandoli in un pozzo.
Del tutto consapevole di aver iniziato una guerra, Leonida si reca dagli efori per contrastare i Persiani, esponendo il suo piano consistente nella creazione di un blocco di soldati in una gola molto stretta alle Termopili. Riluttanti, gli efori decidono di consultare l'Oracolo che dichiara come gli spartani non possano andare in guerra durante la festività religiosa delle Carnee. Gli efori sono però stati corrotti dai Persiani e, pertanto, cercano soltanto di fermare Leonida. Quest'ultimo, nonostante tutto sembri cospirare contro di lui, raggruppa 300 dei migliori guerrieri di Sparta e si prepara a combattere contro i persiani, che hanno a disposizione un esercito di oltre 1 milione di soldati...
Nel cast di 300, che vi invitiamo ovviamente a rivedere (o a vedere per la prima volta) troviamo Gerard Butler nei panni di Re Leonida, David Wenham in quelli di Delios, Lena Headey nei panni della Regina Gorgo, Dominic West in quelli di Terone, Rodrigo Santoro come interprete di Re Serse e Michael Fassbender nel ruolo di Stelios.
300 ha avuto un sequel: 300 - L'alba di un impero, uscito nel 2014.
Le migliori frasi di 300
- Incipit
- Le frasi di Leonida
- Questa è Sparta!
- Dialogo tra Leonida e Delios
- Le frasi di Delios
- Il discorso finale di Delios
- Dialogo tra Serse e Leonida
Incipit (voce narrante di Delios)
Quando il bambino nacque, come tutti gli spartani fu esaminato. Fosse stato piccolo, o gracile o malato o deforme sarebbe stato scartato. Quando fu in grado di reggersi in piedi ricevette il battesimo del fuoco al combattimento. Gli insegnarono a non indietreggiare mai, a non arrendersi mai, gli insegnarono che la morte sul campo di battaglia al servizio di Sparta era la gloria più grande che la vita avrebbe potuto offrirgli.
All'età di sette anni, secondo le usanze di Sparta, il ragazzo fu strappato dalle braccia della madre e scaraventato in un mondo di violenza. Forgiato da trecento anni di una società guerriera, quella di Sparta, in grado di creare i migliori soldati che il mondo abbia mai conosciuto. L'Agogé, come viene chiamata, costringe il ragazzo a combattere, lo riduce alla fame, lo costringe a rubare, e se necessario a uccidere.
Le frasi di Leonida
- Ricorda sempre: la vera forza di uno spartano è il guerriero al suo fianco. Perciò dagli rispetto e onore, e li riceverai a tua volta.
- Immortali... metteremo alla prova il loro nome.
- Ricordate questo giorno, uomini, perché questo giorno è vostro e lo sarà per sempre!
- Quest'oggi, non moriranno spartani!
- Qui è dove li bloccheremo! Qui è dove combatteremo! Qui è dove moriranno!
- Spartani! Preparate la colazione e mangiate tanto, perché stasera ceneremo nell'Ade!
- Una nuova era è cominciata. Un'era di libertà. E tutti sapranno che 300 spartani hanno dato la vita per difenderla!
- Efialte, dico a te: possa tu vivere in eterno.
- Mia regina... Moglie mia... Mio amore! (le ultime parole del re di Sparta)
Questa è Sparta! (Leonida)
Una delle scene più epiche del film 300 è quella in cui un ambasciatore persiano si presenta a Sparta per chiedere a Leonida la sottomissione della stessa Sparta per conto del re persiano Serse. Leonida e i suoi, offesi da tale comportamento, uccidono il messaggero e la sua scorta armata gettandoli in un pozzo. Le parole di Leonida al messaggero di Serse, in questo caso, sono sicuramente tra le più famose del film con Gerard Butler.
Leonida: Prima che tu parli, persiano, sappi che a Sparta ogni uomo, finanche il messaggero di un re, risponde personalmente delle parole che pronuncia. Dunque, quale messaggio ci porti?
Messaggero di Serse: Terra e acqua.
Leonida: Tu sei venuto fin qua dalla Persia per terra e acqua.
Regina Gorgo: Non essere né riservato né stupido persiano, non puoi permettertelo a Sparta.
Messaggero di Serse: Perché questa donna osa parlare fra gli uomini?
Regina Gorgo: Perché solo le donne spartane partoriscono uomini veri.
Leonida: È meglio camminare, raffredderemo le nostre lingue.
Messaggero di Serse: Se la vita del tuo popolo vale di più della tua totale disfatta, ascoltami bene Leonida; Serse conquista e controlla tutto quello su cui il suo sguardo si posa. La sua armata è tanto imponente da far tremare la terra al suo passaggio, tanto vasta che per abbeverarsi prosciuga i fiumi. Tutto ciò che Serse, il dio re richiede è questo: una semplice offerta di terra e acqua. Un segno della sottomissione di Sparta al volere di Serse.
Leonida: Sottomissione... Questo può essere un problema. Vedi, si mormora che gli ateniesi si siano già rifiutati. E se quei filosofi, e se quegli effeminati hanno trovato tanto coraggio...
Consigliere Terone: Dobbiamo essere diplomatici.
Leonida: E ovviamente [fissando in modo sprezzante Terone] gli spartani, hanno una reputazione da difendere.
Messaggero di Serse: Scegli le tue prossime parole con attenzione Leonida, potrebbero essere le tue ultime da re.
Leonida: ...Terra e acqua... [sguainando la spada contro il messaggero, che è al vertice del pozzo]
Messaggero di Serse: Tu sei Pazzo! Pazzo!
Leonida: Terra e acqua; ne troverai in abbondanza laggiù.
Messaggero di Serse: Nessuno, né persiano né greco, minaccia un messaggero.
Leonida: Tu porti le corone e le teste dei re sconfitti fin sulla soglia della mia Sparta, tu insulti la mia regina, tu minacci il mio popolo di schiavitù e morte; ora ho scelto le mie parole con attenzione, persiano, forse avresti dovuto fare lo stesso.
Messaggero di Serse: Questa è blasfemia! Questa è pazzia!
Leonida: Pazzia? Questa è Sparta!
Dialogo tra Leonida e Delios
Leonida: Delio. Facciamo una passeggiata.
Delios: Sì, mio signore. Ma, sire, io sto bene e pronto a combattere.
Leonida: Non ne dubito, sei uno dei migliori. Ma hai anche un'altra dote, a differenza degli altri Spartani. Tu andrai al Consiglio di Sparta a riferire i miei ultimi ordini. Con forza e vigore. Racconta la nostra storia. Che ogni Greco sappia cosa che è successo qui. È una grande storia da raccontare. Una storia di vittoria.
Delios: ... Sire, nessun messaggio?
Leonida: Per la regina? ...Nessuno per cui servano parole.
Stelios: Mio re... è un onore... morire al tuo fianco. [ultime parole]
Leonida: È un onore... aver vissuto al tuo.
Le frasi di Delios
- "Addio amore mio". Non lo dice. Non c'è spazio per la tenerezza, non a Sparta. Non c'è posto per la debolezza. Solo i duri e i forti possono definirsi Spartani. Solo i duri. Solo i forti.
- Facciamo quello per cui siamo stati addestrati, per cui siamo stati cresciuti, per cui siamo nati. Niente prigionieri, nessuna pietà. Un inizio memorabile.
- L'alba. Schioccano le fruste. Urlano i barbari. Chi è nelle retrovie urla: "Avanti!". Chi è davanti grida: "Ritirata!". Siamo testimoni del grottesco spettacolo sputato fuori dall'angolo più oscuro dell'Impero di Serse. Quando i muscoli falliscono, chiedono aiuto alla loro magia. Cento nazioni piombano su di noi, le armate di tutta l'Asia. Incanalati in questo angusto corridoio, il loro numero non conta niente. Cadono a centinaia. Rimandiamo i corpi mutilati e i fragili cuori ai piedi di Serse. Re Serse è scontento dei suoi generali. Li castiga. Serse invia i suoi mostri dall'altra metà del mondo. Ma sono bestie goffe, e le cataste di morti persiani sono scivolose.
- Le urla di dolore del capitano per la perdita del figlio spaventano il nemico più dei cupi tamburi di battaglia. Ci vogliono tre uomini per tenerlo fermo e riportarlo in formazione. Il Giorno è nostro. Nessuno canta canzoni.
- Non è la paura a governarlo, ma solo l'irrequietezza, un'accresciuta percezione delle cose.
Il discorso finale di Delios
Il discorso finale di Delios, ad un anno dalla morte di Leonida e dei suoi compagni spartani, è uno dei più profondi ed epici della storia del cinema.
"Ricorda chi eravamo". L'ordine più semplice che un re possa dare. "Ricorda perché siamo morti". Lui non desiderava tributi, o canzoni, o monumenti, o poemi di guerra e coraggio. Il suo desiderio era semplice: "Ricorda chi eravamo", così mi ha detto. Era la sua speranza, se un'anima libera dovesse arrivare in questo luogo, negli innumerevoli secoli di là da venire, possano tutte le nostre voci sussurrarti dalle pietre senza età, "va' a dire agli spartani, viandante, che qui, secondo la legge di Sparta, noi giacciamo". E così il mio re è morto. E i miei fratelli sono morti. Appena un anno fa. A lungo ho pensato alle parole del mio re, criptiche parole di vittoria.
Il tempo gli ha dato ragione, perché da greco libero a greco libero si è tramandata la notizia che il prode Leonida e i suoi 300 soldati, così lontani da casa, hanno dato la vita, non solo per Sparta, ma per tutta la Grecia e per la speranza difesa da questa nazione. Ora, qui su questo aspro frammento di terra chiamato Platea, le orde di Serse affrontano la loro disfatta! Lì davanti i barbari si raccolgono, è nero il terrore che afferra saldo i loro cuori, con dita di ghiaccio; conoscono molto bene gli impietosi orrori che hanno sofferto per le lance e le spade dei 300 spartani, e ora fissano lo sguardo su questa pianura dove ci sono 10.000 Spartani alla testa di 30.000 liberi Greci! Le forze del nemico ci superano di sole 3 volte! Buon segno per tutti i Greci. Quest'oggi noi riscattiamo il mondo dal misticismo e dalla tirannia e lo accompagniamo in un futuro più radioso di quanto si possa immaginare. Dite grazie soldati, a Re Leonida e ai prodi 300! Alla vittoria!
Dialogo tra Serse e Leonida
Leonida: Fammi indovinare. Tu devi essere... Serse?
Serse: Vieni, Leonida. Ragioniamo insieme. Sarebbe un riprovevole spreco, sarebbe nient'altro che una follia se tu, prode re, e i tuoi valorosi soldati periste a causa di una semplice incomprensione. Le nostre culture hanno molto da condividere.
Leonida: Se non l'hai notato abbiamo condiviso la nostra cultura con voi tutto il mattino.
Serse: La tua è una tribù affascinante. Persino ora sei spavaldo di fronte all'annientamento, e in presenza di un dio. Non è saggio mettersi contro di me, Leonida Immagina quale orribile fato attende i miei nemici quando io ucciderei con gioia ognuno dei miei uomini per la vittoria.
Leonida: E io morirei per ognuno dei miei.
Serse: Voi greci amate la vostra logica. Ti suggerisco di adoperarla. Pensa alla splendida terra che tanto vigorosamente difendete. Figuratela ridotta in cenere per un mio capriccio. Pensa al destino delle vostre donne...
Leonida: È ovvio che non conosci le nostre donne. Avrei potuto portare anche loro qui, a giudicare da quello che ho visto. Tu possiedi molti schiavi Serse, ma pochi guerrieri. Non passerà molto tempo prima che temano le mie lance... più della tua frusta.
Serse: Non sono le sferzate che temono... è il mio divino potere. Ma io sono un dio generoso. Farò di te un uomo smisuratamente ricco. Diverrai Generale di tutta la Grecia. Tu porterai il mio stendardo di battaglia fino al cuore dell'Europa. I tuoi rivali Ateniesi si inginocchieranno ai tuoi piedi, se solo tu ti inginocchierai ai miei.
Leonida: Sei tanto generoso quanto divino, o re dei re. È un'offerta che soltanto un pazzo potrebbe rifiutare. Ma questa... questa idea di inginocchiarmi... è... vedi, massacrare tutti quegli uomini delle tue armate mi ha procurato un fastidioso crampo alla gamba, e inginocchiarmi è piuttosto arduo per me.
Serse: Non ci sarà alcuna gloria nel tuo sacrificio. Presto cancellerò persino il ricordo di Sparta dagli annali. Ogni pergamena scritta dai Greci verrà bruciata! A ogni storico Greco, a ogni scriba verranno cavati gli occhi, e la lingua sarà loro mozzata! Chiunque evocherà il solo nome di Sparta o di Leonida sarà punibile con la morte! Il mondo non saprà mai che siete esistiti, Leonida.
Leonida: Il mondo saprà che degli uomini liberi si sono opposti a un tiranno, che pochi si sono opposti a molti, e prima che questa battaglia sia finita, che persino un dio-re può sanguinare.
Non vi resta, ora, che decidere qual è la frase (o il dialogo) di 300, piccola grande chicca del cinema, vi è rimasta maggiormente impressa e sarà per sempre capace di farvi ricordare questo film.
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