Disaster movie: 10 film sui vulcani da vedere assolutamente

Autore: Alessandro Zoppo ,

Perché i vulcani ci affascinano così tanto e attirano da sempre la curiosità dell'uomo? E perché colpiscono ancora di più la nostra attenzione i film catastrofici su questi straordinari fenomeni naturali?

Difficile rispondere. Sarà perché abbiamo bisogno di placare il nostro profondo senso di inquietudine, perché nulla è prevedibile e dobbiamo tenere alto il tasso di adrenalina, o perché in qualche modo pensiamo di continuo a disastri e salvezze, specie in epoca di pandemia globale.

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Fatto sta che la storia del cinema è ricca di film sui vulcani, divinità generatrici di vita e di morte, dai blockbuster e i B-movie alle fracassonate e le opere d'autore.

Ecco una lista (assolutamente soggettiva e arbitraria) dei 10 migliori titoli dedicati ai giganti della Terra in eruzione: un autentico viaggio tra fiumi di lava bollente, colonne di fumo, cenere e lapilli.

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Dentro l'inferno

I vulcani attivi sulla Terra sono circa 1300. Nel 1976, Werner Herzog arriva sull'isola di Guadalupa, nelle Antille francesi, attratto da una strana vicenda: le autorità hanno evacuato la zona perché è prevista una tremenda eruzione del vulcano la Soufrière, simile a quella del vulcano Pelée che nel 1902, in Martinica, fece trentamila morti. Gli abitanti se ne sono andati, tutti tranne uno: un contadino che ha deciso di restare, da solo, "in attesa di una catastrofe inevitabile".

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Quarant'anni dopo, Herzog si interroga sul legame tra vulcani e mitologia e gira per Netflix un altro "incontro alla fine del mondo". Accompagnato dal vulcanologo Clive Oppenheimer, il regista tedesco esplora leggende e riti millenari del Sinabung in Indonesia, del Manaro nell'arcipelago delle Vanuatu, dell'Erta Ale in Etiopia, del Paektu in Corea del Nord e del Laki in Islanda.

"È grazie alle voci raccolte sul territorio – racconta Oppenheimer nel suo diario di viaggio – che abbiamo potuto incontrare la spiritualità nascosta all'ombra di un vulcano, i suoi demoni e l'inferno cui si devono il terrore della morte e, insieme, l'origine della vita".

Non un disaster movie, ma una riflessione unica e affascinante sull'onnipotenza della Natura e la fragilità infinita dell'Uomo.

Vulcano

Neanche questo è un film catastrofico a base di distruzioni ed effetti speciali. L'esordio di Jayro Bustamante, regista guatemalteca cresciuto tra Roma e Parigi, è la storia di Maria, una ragazza della comunità maya Kaqchikel che vive con i genitori e viene promessa in sposa a un benestante e maturo uomo locale. La sua speranza, però, è quella di fuggire negli Stati Uniti con un coetaneo che lavora come lei nelle piantagioni di caffè e che l'ha messa incinta.

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L'aspra e contemplativa fiaba rurale di Maria, donna gravida che porta in grembo poteri magici e deve fare i conti con il progresso e lo sfruttamento della cosiddetta civiltà, è dominata dal vulcano, potenza divina assopita ma pronta ad esplodere. Un film che, senza un'ombra di esotismo, rivela un mondo lontano e sconosciuto, dove "l'aria sa di caffè e di vulcano".

Vulcano - Los Angeles 1997

Negli anni Novanta il cinema hollywoodiano sfrutta con spettacolarità ed efficacia la fobia del pubblico per i fenomeni catastrofici. È il 1997 e il regista Mick Jackson, reduce dal successo strepitoso di #Guardia del corpo, porta sugli schermi un copione di Jerome Armstrong e Billy Ray.

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La storia è semplice: la vulcanologa Amy Barnes (Anne Heche) e il direttore dell'O.E.M. Mike Roark (Tommy Lee Jones) scoprono che sotto Los Angeles un vulcano sta eruttando una quantità di lava sufficiente a polverizzare la città.

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La formula distruzione e morte a Hollywood funziona, ma gli incassi (122,8 milioni di dollari, a fronte dei 90 milioni di budget) non sono proprio soddisfacenti come quelli del mediocre #Dante's Peak di Roger Donaldson, uscito curiosamente in contemporanea.

Disaster Zone - Vulcano a New York (Allarme Vulcano)

Dalle parti della baracconata, c'è questo TV movie diretto nel 2006 da Robert Lee, che quasi dieci anni dopo tornerà sul luogo del delitto come regista di seconda unità per l'osceno #Pompei con Kit Harington. Stavolta siamo nella Grande Mela, dove un ricercatore che fa esperimenti con l'energia geotermica mette in moto una reazione a catena che fa nascere un vulcano nelle viscere della metropoli.

Ci vorrà tutta la dedizione del coraggioso operaio scavatore Matt MacLachlan (Costas Mandylor), impegnato con i suoi uomini nei tunnel della metropolitana, per evitare la catastrofe e salvare la città. Se si sta al gioco, ci si diverte. Dispiace soltanto per Michael Ironside, un ottimo attore coinvolto sempre più spesso in produzioni di questo tipo.

St. Helens - Uragano di fuoco

Prima che i film catastrofici tornassero ad invadere le sale di tutto il mondo con #Twister e altri blockbuster degli anni '90, questa produzione HBO diretta da Ernest Pintoff nel 1981 ha precorso i tempi.

Il film rinuncia al dominio degli effetti speciali e si concentra sulla performance di Art Carney, l'83enne signor Truman che si rifiuta di evacuare la sua casa quando un terremoto di magnitudo 5.2 apre il primo cratere sul monte Sant'Elena, che ben presto diventa l'eruzione più devastante della storia degli Stati Uniti.

St. Helens è la ricostruzione semi-documentaristica di quanto accaduto davvero nella primavera del 1980: l'eruzione, avvenuta la mattina del 18 maggio, ha distrutto un'area di 570 chilometri quadrati e causato la morte di 57 persone, tra cui geologi e documentaristi accorsi sul posto.

Un film poco conosciuto (come la stessa tragedia) e molto discusso all'epoca, perché il modo in cui gli sceneggiatori hanno dipinto il personaggio del vulcanologo David Jackson fece infuriare familiari e colleghi: in ogni caso, assolutamente da recuperare.

Joe contro il vulcano

È il 1990 e John Patrick Shanley, premiato con l'Oscar per la sceneggiatura di #Stregata dalla luna, debutta alla regia con questa commedia sentimentale costruita sulla coppia Tom Hanks e Meg Ryan, di lì a poco ancora insieme in #Insonnia d'amore e #C'è posta per te.

Lui è un insoddisfatto impiego d'ufficio di Staten Island che scopre di avere appena sei mesi di vita, lei è la figlia dell'industriale che gli ha proposto di trascorrere gli ultimi giorni della sua misera esistenza da nababbo in cambio di un gesto estremo: gettarsi dentro il vulcano dell'isola dei Waponi Woo per placare il loro dio.

Il colpo di fulmine è dietro l'angolo, come l'alchimia che nasce tra i due protagonisti: cult la scena in cui Joe balla sulle note di Come Go with Me dei Del-Vikings. Da vedere con #Tutta colpa del vulcano, rom-com con Dany Boon e Valérie Bonneton ispirata all'eruzione del 2010 dell'impronunciabile Eyjafjallajökull, che paralizzò il traffico aereo di mezza Europa.

Il diavolo alle 4

Mervyn LeRoy, il regista di capolavori come #Piccolo Cesare e #Il mago di Oz, porta al cinema il romanzo dello scrittore britannico Max Catto con un cast guidato da due colossi: Spencer Tracy e Frank Sinatra.

Su un'isoletta della Polinesia francese che sta per essere distrutta dall'eruzione di un vulcano, Tracy è padre Doonan, un prete irlandese rimasto a badare ai bambini lebbrosi della sua comunità.

Ma sull'isola abbandonata l'unico rimasto non è solo il sacerdote: ci sono anche tre galeotti (Sinatra, Bernie Hamilton e Grégoire Aslan) ai quali Don Matthew chiede di prodigarsi per salvare il lebbrosario da lava e lapilli.

Un avventuroso vecchio stampo, di quelli da gustare di sabato pomeriggio spaparanzati sul divano, aspettando la spettacolare eruzione che chiude il film. E senza dimenticare che è stato il precursore di altri titoli del filone vulcanico e non, come Krakatoa, est di Giava e L'isola sul tetto del mondo, #L'avventura del Poseidon e #L'inferno di cristallo.

Ormai non c'è più scampo

Il titolo è tutto un programma: è il 1980 e James Goldstone (un passato tra cinema di genere e regie televisive) dirige un cast stellare (Paul Newman, Jacqueline Bisset, William Holden, Ernest Borgnine) scaraventandolo su un'isola delle Hawaii che rischia di esplodere grazie a un vulcano in eruzione. La causa? Le trivellazioni che una spietata compagnia petrolifera sta conducendo nel sottosuolo.

A subirne le conseguenze sono proprio i ricconi americani che alloggiano al lussuoso Kalaleu Gilmore Hotel. Stroncato dalla critica e un mezzo flop al botteghino, When Time Ran Out (questo il titolo originale) resta un esempio di film catastrofico classico, sul modello di quelli prodotti negli anni '70. Più interessante la fonte del progetto: la sceneggiatura di Carl Foreman e Stirling Silliphant è basata sul romanzo The Day the World Ended di Gordon Thomas, a sua volta ispirato all'eruzione del Pelée nel 1902 in Martinica.

Le musiche spettacolari sono di Lalo Schifrin.

Gli ultimi giorni di Pompei

Il romanzo storico di Edward Bulwer-Lytton, ricostruzione dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. descritta da Plinio il Giovane e che si può ammirare nelle meraviglie custodite dal Parco Archeologico, è stato portato al cinema diverse volte. Le versione sono innumerevoli, da quella del 1908 di Arturo Ambrosio e Luigi Maggi (il primo film storico-epico del cinema italiano) alla mini-serie diretta nel 1984 da Peter Hunt con Nicholas Clay, Lesley-Anne Down e Franco Nero, passando per il peplum di Mario Bonnard concluso da Sergio Leone nel 1959, con Steve Reeves protagonista.

Quella del 1935 di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack, la coppia di registi di #King Kong, è una spettacolare produzione RKO commissionata ai due senza dare troppa importanza al libro di Bulwer-Lytton. Il risultato è un dramma storico-religioso che sfrutta in maniera efficace e spettacolare gli effetti speciali d'epoca di Willis O'Brien per simulare l'eruzione del Vesuvio.

Stromboli - Terra di Dio

Lo Stromboli è uno dei vulcani più attivi al mondo. Quell'ammasso di pietre e quel paesaggio così scuro e opaco attirano Roberto Rossellini per realizzare il primo film della sua trilogia sulla solitudine. Presa da un set di Hitchcock, Ingrid Bergman, l'alta e bionda profuga lituana Karin, viene sbalestrata tra i pescatori scuri e primitivi dell'isola.

Una storia di emigrazione al rovescio, parabola di diversità ed esclusione, tormento ed emarginazione, che si apre nel finale al richiamo a Dio, quando – spiega Rossellini alla rivista Film –"avrà trionfato sul coro e sulla protagonista, conducendola al vertice della sua cocente disperazione, per piegarla ad invocare la luce della Grazia che la liberi dalla sua disumana solitudine".

Un capolavoro molto discusso, poco apprezzato e compreso all'epoca: quando uscì, nel 1950, fu in contemporanea con #Vulcano di William Dieterle, in cui Anna Magnani girava nelle Eolie tra le lacrime per il tradimento di Rossellini con la Bergman.

In fondo, per esorcizzare la paura di un'eruzione non c'è niente di meglio che la paura dell'eruzione.

E voi che ne dite: siete d'accordo con queste scelte?

Date un'occhiata anche alle liste di disaster movie da non perdere a tema tornado e tifoni o dedicati a terremoti e tsunami!

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