Dal 29 ottobre 2021 su Netflix debutta Army of Thieves ovvero un prequel decisamente diverso dal suo sequel #Army of the Dead!
Army of the Dead, diretto da Zack Snyder, è un film incentrato su un manipolo di uomini e donne che devono riuscire a recuperare 200 milioni di dollari dall'interno di una cassaforte situata in un casino di Las Vegas. Il perimetro della città americana però è chiuso a causa di una epidemia zombie che è scoppiata al suo interno! In breve: per riuscire a prendere i soldi, la squadra dovrà attraversare una infestata Las Vegas e poi, una volta giunti al caveau del casino, dovrà riuscire ad aprire una delle casseforti più inespugnabili della storia. Per questo lavoro viene chiamato l'esperto Ludwig Dieter.
Ebbene, Army of Thieves narra delle origini di Dieter, che si fa coinvolgere da una delle criminali più ricercate del mondo al fine di scassinare una serie di casseforti che lui studia da sempre. Fino a quel momento Dieter lavora come bancario nella sua città di provincia vivendo ogni giorno con la stessa monotona routine. La sua unica distrazione è rappresentata dalla passione per le casseforti e in modo particolare per quelle progettate da Hans Wagner.
La storia del cinema è piena di prequel, sequel, remake e reboot ma spesso i film prodotti sull'onda del successo di un altro sono collegati tra loro per la sola presenza del protagonista. Army of Thieves invece si unisce al filone dei prequel che riescono nell'impresa di legare al proprio sequel - già disponibile per la visione - un aspetto fondamentale della trama. In questo caso ovviamente si tratta della storia che ruota intorno alla cassaforte vista in Army of the Dead che si chiama Götterdämmerung, nota anche come Il crepuscolo degli Dei.
In Army of the Dead, nel primo incontro tra Dieter e Scott Ward (interpretato da Dave Bautista) lo scassinatore fornisce solo un breve racconto della leggenda che riguarda la cassaforte e le sue "sorelle" create dal fabbro tedesco Hans Wagner. Questo, ispirandosi all'opera del famoso musicista Richard Wagner intitolata L'anello del Nibelungo, ha realizzato ben 4 casseforti che hanno lo stesso nome dei 4 drammi musicali del compositore tedesco ossia L'oro del Reno, La Valchiria, Sigfrido e Il crepuscolo degli Dei.
Hans Wagner, le opere di Richard Wagner e le origini di Ludwig Dieter hanno dato lo spunto giusto per la realizzazione del prequel Army of Thieves, che si presenta come un heist movie lontano dall'atmosfera "zombesca" del suo sequel. La nuova avventura di Dieter è infatti ambientata in Europa, lontano dai non morti, alla ricerca delle mitiche casseforti progettate da Hans Wagner.
La pellicola è diretta da Matthias Schweighöfer ovvero dallo stesso attore che interpreta il protagonista Ludwig Dieter. Schweighöfer è un ragazzo tedesco classe 1981 che forse è poco conosciuto sia in Italia che negli Stati Uniti ma che ha un grande riscontro in Germania, dove ha conseguito diversi riconoscimenti nel campo audiovisivo. La fiducia dei produttori Zack e Deborah Snyder - e ovviamente di Netflix - è stata ben ripagata poiché Schweighöfer è riuscito a girare molto bene le scene di inseguimento e quelle d'azione coinvolgendo lo spettatore a casa con alcuni movimenti di macchina da presa ben orchestrati. Senza anticiparvi nulla, una delle scene di una rapina in banca vi faranno sobbalzare dalla poltrona! Inoltre, l'ambientazione europea tra Berlino, St. Moritz, Praga e Parigi offre una diversità di location preziosa per differenziare ben tre rapine diverse.
La sceneggiatura firmata da Shay Hatten (già autore del copione di John Wick 3 - Parabellum) è brillante: riesce a giocare con i cliché del genere (c'è una battuta di Dieter molto azzeccata su questo) mantenendo comunque una struttura classica non priva di sorprese. Inoltre, la scrittura del personaggio principale è innovativa per il genere e - azzardando un paragone - ricorda molto nella sua essenza quella di Indiana Jones: l'esperto archeologo che cerca fama e gloria e non si cura del denaro. Ebbene, anche in Army of Thieves Dieter non vuole diventare ricco ma insegue una passione che può soddisfare quel bambino nerd cresciuto che è in lui (e in molti di noi).
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