I miserabili è diviso tra thriller poliziesco e critica sociale di una Francia che, a ben vedere, non sembra poi lontanissima da quella ritratta da Victor Hugo nel suo celebre romanzo oltre un secolo e mezzo fa. A sorprendere nel film di Ladj Ly, che è vissuto nei luoghi immortalati dal film e ha assistito da testimone alle violenze della polizia assurte alle cronache internazionali nel 2008, è la capacità non comune nel giovane cineasta di fornire a ogni personaggio tratti profondamente positivi e caratteristiche negative. Nessuno è davvero buono o cattivo, né i poliziotti di strada né chi vive ai limiti della legalità nei palazzoni popolari dove è ambientata la vicenda.
Il film racconta il primo giorno di ronda di un novellino della squadra BAD (brigata anti droga) di nome Stéphane Ruiz, insieme agli stagionati colleghi Chris e Gwanda. Quando dal circo gitano della zona viene rubato un cucciolo di leone, i tre protagonisti dovranno tentare di ritrovarlo in 24 ore, per evitare che scoppino violenze tra i diversi gruppi etnici del quartiere.
I miserabili risulta particolare memorabile per le concitate sequenze finali, che molti spettatori hanno paragonato a un film cult come The Raid. Oltre che a tenere lo spettatore incollato alla sedia, il finale del film lascia dietro di sé alcuni importanti domande e riflessioni sui protagonisti. Se siete curiosi di scoprire come va a finire I miserabili e come si possa interpretare l'ultima scena del film, proseguite la lettura di questo pezzo, ma occhio agli spoiler!
La scelta di Issa: il finale de I miserabili di Ladj Ly
Il lungo segmento finale de I miserabili si apre con Issa con il volto ancora tumefatto e alcuni ragazzini del quartiere che attendono l'automobile dei tre poliziotti della BAD. Dopo il furto andato a finire male del leoncino, Issa è stato buttato fuori casa dalla famiglia, rimanendo solo al mondo, con una serie di esperienze traumatiche scritte sul volto: il colpo a salve ricevuto in pieno volto, l'incontro con il leone nella gabbia dello zoo, le velate minacce con cui Chris gli ha imposto il silenzio. Queste esperienze hanno reso Issa un leader all'interno del gruppo, in grado di coalizzare tutti i giovani del quartiere in una vendetta collettiva.
L'imàm aveva avvertito Stéphane: la rabbia per la violenza della polizia avrebbe presto o tardi presentato il conto. Quella di Issa e dei ragazzini del quartiere è però una vendetta generalizzata verso tutti i sistemi di potere che regnano tra i palazzoni popolari, non solo verso le forze dell'ordine. La macchina di Porco rosa viene quindi attaccata prima con delle pistole ad acqua, poi dallo stesso Issa, che tira una sorta di razzo artigianale nell'abitacolo, spingendo i tre poliziotti a rifugiarsi in un edificio vicino. La stessa sorte "pirotecnica" tocca all'ufficio del sindaco e all'auto dei complici di Chris nel malaffare locale.
Entrando nell'edificio più vicino Stéphane, Gwada e Chris non sanno di essere caduti in trappola. I ragazzi si sono organizzati sui vari piani con armi rudimentali e rifiuti da lanciare loro contro, colpendoli con una grandinata di oggetti contundenti. Stéphane prova infruttuosamente a chiamare i rinforzi, mentre i due colleghi salgono ai piani più alti. Ad ogni rampa di scale però li attendono nuovi ragazzi e nuove trappole. A un certo punto Stéphane riesce a ricongiungersi con Gwada e Chris, che è stato ferito ad un occhio da alcune schegge di vetro. Il poliziotto bussa disperatamente alla porta più vicina chiedendo asilo. All'interno lo osserva dallo spioncino Buzz, il ragazzo che aveva filmato la scena di violenza della polizia con il drone (il personaggio ricalcato sull'esperienza diretta di Ladj Ly). Buzz riaggancia la sicura della porta, chiudendosi dentro e osservando la scena.
Nel frattempo Issa ha raggiunto i tre poliziotti. Si comporta come il leader dei ragazzi e assale personalmente molte delle vittime adulte. Nella scena finale Issa accende una bottiglia molotov, pronto a lanciarla addosso ai tre poliziotti da distanza ravvicinata. Stéphane estrae la pistola, gliela punta contro e lo prega di fermarsi, lasciando a intendere che farà fuoco solo se costretto. Sull'indecisione di Issa e del poliziotto su cosa fare si chiude l'ultima scena del film, che lascia spazio alla citazione di Hugo: "Cari amici, ricordate questo: non ci sono erbe o uomini cattivi, ma solo cattivi coltivatori".
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