Katsuhiro Otomo confessa: per me Akira fu un fallimento

A 30 anni dall'uscita di uno dei capolavori dell'animazione giapponese, il creatore di Akira Katsuhiro Otomo confessa di essere rimasto molto deluso durante la visione in sala del suo capolavoro.

Autore: Elisa Giudici ,

È considerato uno dei lungometraggi animati migliori di sempre, tra i pochi ad essere considerati grandissimi capolavori del cinema in senso lato. Akira è famosissimo in tutto il mondo. Ha uno stuolo di estimatori in patria e anche negli Stati Uniti (dove si continua a lavorare a un live action), dove è considerato un punto di partenza imprescindibile per avvicinarsi all'animazione giapponese di qualità. 

A quasi 30 anni dall'uscita nelle sale giapponesi di questa pietra miliare degli anime, il suo creatore Katsuhiro Otomo ha svelato qualche segreto dal dietro le quinte del suo film più celebre, tra cui uno davvero sconcertante.

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A quasi trent'anni dall'uscita, Otomo confessa di essere rimasto deluso dal film di Akira
Tra i tanti elementi cult di Akira, non si può non citare lo splendido design dell'iconica moto rossa

Nonostante sia considerato un capolavoro anche per l'altissimo livello delle sue animazioni e delle soluzioni stilistiche ancor oggi incredibili, il regista di Akira non fu per niente soddisfatto quando assistette alla proiezione del film per la prima volta in sala. Dopo aver visto il primo tempo, deluso e amareggiato, lasciò persino il cinema prima della conclusione di Akira e scappò a casa! 

Lasciai velocemente il cinema e tornai a casa da mia moglie, per dirle che il film era un fallimento. La prima metà mi era parsa buona, ma dato che avevamo avuto molti limiti di budget e tempo, la qualità scendeva via via che la storia si sviluppava. Pensai che la qualità generale della pellicola collassasse nella seconda metà, perciò mentre assistevo alla proiezione mi sentii davvero demoralizzato. 

Ideatore del mondo di Akira e realizzatore del manga, Otomo scrisse e diresse il film del 1988 diventato poi un classico del genere. Ambientato nella Tokyo distopica del 2019, il film racconta la drammatica parabola di Shotaro Kaneda, il capo di una gang di motociclisti che tenterà di fermare un amico dall'utilizzare i devastanti poteri sovrannaturali che ha acquisito.

Pubblicato su Young Magazine, il manga di Akira fu il primo in assoluto a venire tradotto in lingua inglese e anche il film ottenne un enorme successo di critica negli Stati Uniti. Mentre il mondo lo osannava, il suo creatore si tenne ben lontano da Akira, scoraggiato dall'esito finale di tanto lavoro. Anzi, per lungo tempo si rifiutà di guardarlo per intero! Solo anni dopo, su invito di Shoji Yamashiro, rivide il film e dovette ricredersi: tutto sommato non era niente male! 

La realizzazione di Akira non fu semplice, come ha rivelato Otomo in un'intervista ai media stranieri. Ancor oggi apprezzato per la qualità eccelsa delle sue animazioni realizzate a mano (e in particolare delle soluzioni innovative utilizzate per le luci, i riflessi, i neon e le esplosioni), il film venne in realtà prodotto tra mille ristrettezze economiche.

C'erano così pochi animatori al lavoro che ciascuno dovette realizzare molte più scene di quanto normalmente auspicabile, compromettendo in alcuni punti l'altissimo livello raggiunto dal progetto e rendendo necessari centinaia tagli allo storyboard iniziale. Alcune sequenze vennero subappaltate all'estero (pratica piuttosto comune nel mondo dell'animazione giapponese) ma secondo Otomo il livello qualitativo degli spezzoni realizzati su commissione fu di molto inferiore al resto del materiale.

fonte CBR.com 

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