Ricorderemo aprile 2019 come il mese dell'hype e dell'entusiasmo collettivo, anzi, globale, mentre il mondo si teneva per mano in un'enorme comunità col fiato sospeso da almeno tre eventi pop di portata epocale. Oltre allo stillicidio di episodi finali di Game of Thrones e al ritorno di un anime al cardiopalma seguito da un'orda di appassionati come L'attacco dei giganti, non si può che pensare a un altro evento capace di generare l'attenzione e la partecipazione collettiva: Avengers: Endgame.
Per raccontarvi in anteprima e quasi in presa diretta il film sono apparse diverse recensioni su NoSpoiler a pochissimi minuti dall'arrivo in sala del film evento dell'anno. I giudizi scritti a caldo sono emozionanti e appassionati, ma spesso mancano della lucidità che si può avere mettendo tra sé e la visione qualche giorno, una valanga di articoli e video a commento del film e magari, perché no, una seconda visione.
Dati gli incassi italiani e internazionali del film e date le tantissime reazioni che ha suscitato, è arrivato il momento di ragionare un po' a mente fredda e lucida su Endgame e il suo peso specifico cinematografico, dentro e fuori l'universo Marvel. Anche dopo più di una settimana dall'uscita del film e con dovizia di spoiler.
Infinity War o Endgame?
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Smaltita la sbornia iniziale ci si può divertire con obiettività e varie argomentazioni al gioco della classificazione. Se la saga di Thanos rimarrà indubbiamente come uno dei momenti cinematografici e supereroistici più alti dell'ultimo decennio e di questa era del MCU (la prima con un sistema così stringente di continuity), quale dei due lungometraggi è il migliore? La risposta dipende in gran parte dalla natura dei due film, certo, ma anche dal gusto dello spettatore e dalle aspettative che i due film si sono ritrovati a gestire. Fa quasi impressione dirlo, data la grande attesa spasmodica che circondava Infinity War, ma il primo film della duologia con protagonista Thanos ha avuto decisamente più campo libero per agire indisturbato e cogliere lo spettatore di sorpresa. Pur dovendo tirare le fila di una marea di personaggi e riallacciare fili di continuity intessuti da altri film, Infinity War ha ereditato dai film "a supereroe singolo" precedenti una situazione sostanzialmente bilanciata, che ha permesso ai Russo di scatenare la rivoluzione e giocare quel colpo di mano che ha scioccato tanto il pubblico. Così tanto che nemmeno loro si aspettavano la reazione suscitata: chissà se, mentre montavano in post produzione lo schiocco di dita di Thanos, sapevano già di aver scritto una di quelle scene iconiche del cinema commerciale e popolare, che finisce in battute e su magliette per decenni, che tutti conoscono anche senza aver visto il film?Risolvere gli Avengers originari
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Whedon e i Russo, l'inizio e la fine. Senza il primo, dirompente cinecomic multisupereroe di Joss Whedon e la sua riscrittura dei protagonisti di Avengers come gruppo, difficilmente i Russo avrebbero avuto la possibilità di girare qualcosa con queste proporzioni. Endgame ha di certo messo la parola fine a quel team originario di supereroi ed è ora di tracciare un bilancio e vedere chi ne esce vinto e chi vincitore. Partiamo dai bocciati: Bruce Banner e parzialmente Vedova Nera. Lo scienziato rimane il grande tallone d'Achille degli Avengers, nonostante la sua resa sia molto aiutata da uno degli interpreti più dotati dell'intero franchise. Nemmeno Mark Ruffalo può trovare un senso in un personaggio che film dopo film, muta il suo rapporto con il suo lato oscuro, distruttivo e verde, senza però venirne mai a capo in maniera convincente. Forse a mancargli è stata l'origine (mai davvero spiegata) ma, tra love story posticce con Vedova Nera e cantilene e capricci, nemmeno i Russo hanno saputo "risolverlo". Per Vedova Nera invece i Russo hanno fatto tanto, tantissimo, sistemando quel mezzo disastro messo su da Whedon in Age of Ultron, con quei passaggi agghiaccianti in cui l'unica eroina della formazione si sentiva irrisolta per via della sua incapacità di avere figli. Caliamo un velo pietoso. Costretta a reggere il moccolo a Capitan America nei suoi film e a fare da tappabuchi, privata del film che avrebbe già dovuto avere (complice la fiammata action di successo che la Johansson ha avuto qualche anno fa), Vedova Nera è diventata una leader e un personaggio protagonista - non solo per le sue forme e il suo essere "la ragazza del gruppo" - proprio in Endgame... salvo poi morire subito dopo.Insomma, qualsiasi cosa sia successa a Budapest, speriamo che il film a lei dedicato in arrivo sia un'ampia, meritata riparazione (e che la sua morte non sia così definitiva).E con le stesse parole muore, dopo aver sconfitto Thanos e salvato il mondo, dimostrando di avere un cuore, chiudendo un cerchio lungo 11 anni. Il suo personaggio è l'assoluto protagonista di Endgame, il ruolo di una vita per Robert Downey Jr., che può capitalizzare su 10 anni di rapporto col pubblico così come ha fatto Hugh Jackman con il bellissimo Logan. Sfruttando le sue rughe e i suoi errori passati, personaggio e attore riannodano i fili narrativi con l'inizio dell'epica degli Avengers, quando di Vendicatore c'era praticamente solo lui, attore dalla carriera finita che faceva la mossa pericolosa di darsi a un prodotto allora considerato di bassa lega come i film dei supereroi. Quindi pazienza se il personaggio di Captain Marvel ha uno sviluppo ridicolo e artificioso, alcuni passaggi e ritorni sono privi di logica e controintuitivi, mentre non tutto va per il verso giusto. Il vero potere e il vero traguardo di Endgame è aver partorito un personaggio perfettamente sviluppato, tra compromesso commerciale e scrittura cinematografica, come Tony Stark.Io sono Iron Man.
Avengers: Endgame è nelle sale italiane dal 24 aprile 2019.
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