Stasera in TV c'è Anarchia - La notte del giudizio: scopri tutti i film, la serie, e l'ordine in cui guardarli

James DeMonaco ha avuto un'idea rivoluzionaria: raccontarci come la politica e il potere possano arrivare a manipolare la popolazione fino a ledere le sue basilari libertà. Ecco la saga cinematografica e televisiva di The Purge: La notte del giudizio.

Autore: Chiara Poli ,

James DeMonaco: c’è lui dietro la saga de La notte del giudizio. Nato a Brooklyn nel 1969, lo sceneggiatore, regista e produttore di origini italo-americane ha iniziato a lavorare nel cinema negli anni ’90.

Stasera 11 dicembre in TV su Italia 2 c'è Anarchia - La Notte del Giudizio dalle 21.15

Ha sceneggiato film come Jack (la commedia di Francis Ford Coppola interpretata dal grande Robin Williams), Il negoziatore (il thriller di F. Gary Gray con Kevin Spacey e Samuel L. Jackson) e Assault on Precint 13 (il remake del classico di John Carpenter), uscito nel 2005 e interpretato da Ethan Hawke, futuro protagonista del primo capitolo della saga su The Purge.

James DeMonaco ha lavorato per diversi anni come sceneggiatore, produttore e regista, anche per la TV (The Kill Point, Crash) e poi ha avuto un’idea. L’idea che un'organizzazione politica, i Nuovi Padri Fondatori, ideasse e autorizzasse l'inizio di un esperimento sociale per cercare di contenere il crimine dilagante negli Stati Uniti.

Come? Facile: rendendo qualsiasi cosa - qualsiasi, inclusi stupri e omicidi - legale per 12 ore, una notte l’anno.

La geniale intuizione di DeMonaco, perfetta per raccontarci il mondo corrotto, ipocrita e moralista di oggi, ma anche la vera natura di chi si cela dietro i Padri Fondatori, è stata declinata finora in 4 film e una serie TV.

Per il 2021 è stato annunciato il quinto e conclusivo capitolo della saga, The Forever Purge, che nell'ottobre del 2020 risulta già in fase di post-produzione.

Ecco tutto ciò che dovete sapere sulla saga, con l'ordine cronologico e l'ordine suggerito, dei film in cui la notte dello Sfogo viene trasformata nel capro espiatorio di una società che non è più in grado di guardare nemmeno se stessa con obiettività.

La saga di The Purge: i film

La notte del giudizio (2013)

  • Titolo originale: The Purge
  • Regia: James DeMonaco
  • Sceneggiatura: James DeMonaco
  • Durata: 85'

Il primo film è, a oggi, anche il più riuscito: senza spiegarci come e perché l'America di un futuro non lontano sia arrivata ad adottare lo Sfogo, DeMonaco ci racconta una storia agghiacciante.

Costato appena 3 milioni di dollari, il film ne incassa quasi 90 ai botteghini di tutto il mondo, mostrando le potenzialità anche commerciali della saga che inaugura.

Limitandosi ai pochi dati che i media all'interno del film diffondono sul calo significativo del crimine dopo la legalizzazione dello Sfogo, l'autore passa a concentrare l'attenzione su ciò che conta davvero: le reazioni della popolazione.

Ambientato in un quartiere residenziale, ricco e sicuro - non a caso, il protagonista James Sandin (Ethan Hawke) si guadagna da vivere con l'installazione di sistemi di sicurezza - La notte del giudizio punta tutto sull'effetto shock.

Come George A. Romero aveva fatto con La notte dei morti viventi - e come avrebbe continuato a fare - DeMonaco tralascia le ragioni che hanno spinto il Governo a istituire una tradizione terrificante e passa direttamente all'incredulità di noi spettatori di fronte alla reale possibilità che comuni cittadini si massacrino senza conseguenze.

La sottile, ma feroce, critica sociale di questo primo capitolo contiene il germe di tutti i sequel e prequel successivamente sviluppati: la discriminazione sociale - in base al conto in banca, alla razza, al sesso e uno status sociale che non dovrebbe più esistere - è l'unico, vero motore dell'azione.

La trama ci racconta la notte del giudizio durante la quale Sandin, insieme alla moglie Mary (Lena Headey) e ai figli Zoey (Adelaide Kane) e Charlie (Max Burkholder), si barrica in casa con il suo sistema anti-intrusione all'avanguardia, convinto di passare una notte tranquilla mentre fuori si scatena l'inferno.

Quando i suoi figli lo implorano di dare ospitalità a uno sconosciuto, braccato da un branco di pazzi armati e mascherati, James cede.

Da quel momento, anche la sua famiglia è un bersaglio: se non consegnerà l'uomo ai suoi aguzzini, James dovrà subire la terribile vendetta della banda... Senza contare l'assalto armato dei tranquilli e signorili vicini, pronti a sfogare contro James e i suoi cari tutta la rabbia, l'invidia e la frustrazione che covano da tempo.

Girato del 2013 e ambientato nel 2022, La notte del giudizio colpisce per la verosimiglianza: tralasciando le bande organizzate, che da mesi preparano la notte dello sfogo per dare voce ai loro peggiori istinti, la crudeltà dei vicini perbene, squarcia il velo su una società in cui il moralismo impone un codice comportamentale in netto contrasto con la mancanza di valori, l'odio sociale e l'ignoranza.

Mentre l'America dei Nuovi Padri Fondatori, grata per lo Sfogo, sospende ogni servizio d'emergenza e di aiuto ai cittadini, James Sandin e la sua famiglia contano le ore che mancano al termine del loro incubo.

Per dirci, con crudele semplicità, che di fronte all'odio non contano il denaro, lo gerarchia sociale, il rispetto delle regole e la convinzione di essere brave persone.

Di fronte all'odio, siamo completamente nudi. Indipendentemente da quanto grande e sicura sia la casa in cui viviamo.

Ed è proprio da qui, da questo semplice e spaventoso messaggio, che James DeMonaco riparte per proseguire nel suo racconto.

Anarchia - La notte del giudizio (2014)

  • Titolo originale: The Purge: Anarchy
  • Regia: James DeMonaco
  • Sceneggiatura: James DeMonaco
  • Durata: 103'

Un anno dopo il primo capitolo, DeMonaco approfondisce le tematiche introdotte dal suo primo film e sposta l'azione là, dove la notte dello Sfogo è davvero un incubo a occhi aperti: dove non ci sono ville blindate e sofisticati sistemi di sicurezza.

Il budget si triplica, arrivando a 9 milioni di dollari, e gli incassi - quasi 30 milioni nel weekend d'apertura negli USA e oltre 110 in tutto il mondo, in totale - dimostrando che il pubblico è interessato ad approfondire l'idea del primo film. E DeMonaco è pronto.

Siamo nel 2023, esattamente un anno dopo i fatti che coinvolsero la famiglia Sandin. Leo (Frank Grillo), sergente della Polizia di Los Angeles, pianifica da tempo di sfruttare lo Sfogo per farsi giustizia, vendicando la morte del figlio. La sua missione ha la priorità su tutto, e Leo e disposto a morire pur di portarla a termine. Ma resta comunque un poliziotto e, quando s'imbatte in comuni cittadini che si sono trovati in mezzo allo Sfogo senza volerlo, non può evitare di aiutarli. La sua missione, ora, sarà quella di farli sopravvivere fino all'alba...

Considerata come la sana purificazione annuale, che permette all'America di vivere serena per gli altri 364 giorni, la notte dello Sfogo in questo sequel ci regala un'atmosfera in puro stile Carpenter, tanto che distinguere la Los Angeles del film dalla New York in cui Jena Plissken lottava contro il tempo in qualche momento è davvero difficile.

Molto più violento, feroce e pronto a esporre ogni aspetto di un mondo ferito, in cui la politica strumentalizza il proprio potere a fini economici, Anarchia prende una manciata di personaggi tagliati con l'accetta, come si dice in sceneggiatura, e li mette al centro di una città in preda al caos.

Dall'eroe vendicatore che non può fare a meno di aiutare gli altri ai giovani innocenti, sfortunati e perseguitati ingiustamente, fino ai delinquenti professionisti che credono di condurre il gioco ma non hanno idea di come stiano le cose: in Anarchia - La notte del giudizio c'è tutto questo, in modo volutamente stereotipato.

Se così non fosse, non si potrebbe attribuire agli insospettabili perbenisti di turno la vera crudeltà, l'odio che monta per trecento giorni fino a quando esplode per la gelosia, la rabbia, la semplice insoddisfazione.

Il viaggio del Sergente e dei disperati che lo accompagnano attraverso la città è un viaggio alla scoperta del vero scopo dello Sfogo.

La purificazione e la lotta al crimine sono solo il pretesto per permettere a chi già detiene il potere politico di controllare anche quello economico, attraverso la monopolizzazione di ogni attività legale e illegale: basta eliminare la concorrenza durante la notte in cui tutto è concesso.

Un cast in gran forma - con Zach Gilford, Kiele Sanchez, Carmen Ejogo, John Beasley, Zoë Soul e una Justina Machado che non riuscirete più a guardare come prima - ci guida attraverso un film la cui sceneggiatura è indubbiamente sporcata da una serie di lacune, ma che risulta comunque efficace.

Il vero cuore dell'idea di James DeMonaco sta tutto in questo film: nel racconto del modo in cui il potere si traveste da salvatore per fare, ancora una volta, i propri interessi e alimentare quelle disparità sociali che sono il vero innesco di una bomba sociale pronta a esplodere.

La notte del giudizio - Election Year (2016)

  • Titolo originale: The Purge: Election Year
  • Regia: James DeMonaco
  • Sceneggiatura: James DeMonaco
  • Durata: 108'

Anno 2040. Il Sergente Leo Barnes, l'eroe di Anarchia, ora è il responsabile della sicurezza di Charlie Roan (Elizabeth Mitchell), candidata alla Presidenza e determinata - come primo atto politico - ad abolire la notte dello Sfogo.

I Nuovi Padri Fondatori sfrutteranno lo Sfogo per mettere nel mirino l'avversaria politica e impedire che la senatrice Roan arrivi viva alle sette del mattino...

Il sottotesto politico emerso dal film precedente lascia spazio a un'aperta immersione nel mondo del potere made in USA.

Con la storia di Charlie Roan, affiancata dall'uomo che gli spettatori sanno per certo essere non solo in gamba, ma soprattutto onesto e dalla parte giusta, DeMonaco realizza il capitolo più ricco di riferimenti (e critiche) all'America contemporanea di tutta la saga.

Costato circa 10 milioni di dollari, il film - nell'era pre-Trump - ne incassa oltre 30 nel solo primo weekend di uscita nelle sale statunitensi, e totalizza incassi mondiali che superano i 118 milioni e mezzo.

Il poster originale del film - distribuito negli USA nel weekend del 4 luglio - sfrutta ogni simbolo del Paese per mettere in evidenza la violenza della politica.

Dagli abiti a stelle e strisce alle maschere deformate dei Presidenti più amati e famosi, dalla Statua della Libertà deturpata a un passato che sa di odio razziale e Ku Klux Klan, stavolta lo sfogo colpisce duro.

Per la seconda volta, Leo Barnes si trova da solo in mezzo alla città a cercare di tenere in vita chi è con lui: la donna che, dopo aver assistito allo sterminio della propria famiglia durante lo Sfogo, è pronta a tutto pur di cancellare questo orrore dall'agenda politica.

Personalmente ritengo questa sceneggiatura la più scombussolata fra quelle stilate da DeMonaco finora: le potenzialità erano enormi, ma per votarsi allo stile dell'action-movie - che nel capitolo precedente aveva molto più senso - l'autore spreca qualche ottima occasione.

Ciononostante, si fa perdonare con l'introduzione di un'altra tematica fondamentale per la grande manipolazione sociale, culturale e mediatica dei Nuovi Padri Fondatori: la religione.

Invocando un Dio che mai avrebbe avallato pratiche di tale barbarie, il diretto avversario politico di Charlie, puta caso anche "uomo di Dio" Edwidge Owens (Kyle Secor) arriva a inscenare un sacrificio rituale di fronte a una platea di mansueti cattolici... Assetati di sangue.

Con un cast efficace (segnalo in particolare Mykelti Williamson, Edwin Hodge, Betty Gabriel e Terry Serpico), Election Year inizia trasferendo lo Sfogo nei palazzi del potere, ma finisce per le strade dove i soliti noti assoldano qualsiasi mercenario disponibile pur di ottenere il loro scopo e mascherarlo come l'atto di uno dei milioni di psicopatici che si aggirano per le vie del Paese.

Il grado di violenza esibito dai cittadini comuni - intenti politici a parte - è infatti pari a quello narrato fin dal primo film. Perché DeMonaco amplia il discorso e ci mostra nuovi punti di vista, ma vuole che teniamo comunque gli occhi sulla palla: tutto il male dello Sfogo diventa possibile solo perché le brave persone che vanno in Chiesa e allacciano le cinture non vedono l'ora di stuprare, torturare e uccidere...

La prima notte del giudizio (2018)

  • Titolo originale: The First Purge
  • Regia: Gerard McMurray
  • Sceneggiatura: James DeMonaco
  • Durata: 98'

Per la prima volta, James DeMonaco firma la sceneggiatura ma non la regia, affidata al Gerard McMurray di Burning Sands: Il codice del silenzio. E per la prima volta, forse proprio per lo scollamento fra la visione dell'autore e quella del regista, le cose proprio non funzionano.

Raccontare tempi e modi dietro alla nascita dello Sfogo, con la creazione del movimento dei Nuovi Padri Fondatori e l'astuto mascheramento politico di interessi economici era un'occasione d'oro.

La storia avrebbe potuto essere declinata in dozzine di modi efficaci, invece DeMonaco e McMurray finiscono per confezionare un film mediocre, privo di elementi originali rispetto a quanto già visto nella saga e soprattutto privo di quel mordente idealista che aveva fatto la fortuna dei capitoli precedenti.

Siamo al primo esperimento sociale per abbassare il tasso di criminalità del Paese, teorizzato dall'imprudente (e presto pentita) Dottoressa Updale (Marisa Tomei), e l'isola di Staten Island viene individuata come sito di test.

Determinati a far sì che l'esperimento sia un successo, i Padri Fondatori offrono a chi accetta di prendere attivamente parte allo Sfogo - documentando tutto attraverso speciali lenti a contatto dotate di telecamere - il pagamento di 5000 dollari. Approfittando di un quartiere povero e abbandonato a se stesso, in cui una simile cifra risolverebbe i problemi di tre generazioni, la politica stabilisce a priori che il mondo cambierà.

Inviando personale militare per ottenere i propri scopi, i Padri Fondatori mostreranno ancora una volta chi siano i veri mostri, biechi approfittatori di disagio sociale, voglia di rivalsa ed effetti di droghe pesanti.

La trama non è mal congegnata e il film avrebbe potuto funzionare a meraviglia, ma le cose proprio non girano.

A cominciare dal cast - escludendo la Tomei sono ben pochi gli attori da segnalare, come Mugga o Y'lan Noel e Lex Scott Davis, volti perlopiù sconosciuti al grande pubblico - che trasforma ogni personaggio in una macchietta stereotipata. E stavolta la cosa non è pianificata a priori o voluta, com'era accaduto in Anarchia.

L'ambientazione sembra raffazzonata, così come le numerose comparse. Pur trovandoci di fronte al primo Sfogo - che mostra efficacemente come la gente non sappia bene cosa fare e come fare - le cose partono troppo bruscamente, in maniera inverosimile.

E il personaggio che rappresenta gli occhi dell'opinione pubblica sugli eventi del primo Sfogo diventa insopportabile, infilato in una serie di situazioni costruite apposta per evidenziarne la mancanza di morale ma al tempo stesso palesemente finte. A volte, addirittura, banali o noiose.

Il film esce nel weekend del 4 luglio negli USA. Il budget è intorno ai 13 milioni di dollari e gli incassi negli USA stavolta sono i peggiori di sempre: solo 17 milioni nel primo weekend, meno di 70 in tutto il Paese. Però il film va forte in Europa e in altri Paesi, e gli incassi totali arrivano a superare i 127 milioni di dollari: sono i più alti di sempre dall'inizio della saga.

Me lo spiego con la curiosità, perché i fan di DeMonaco a questo punto sono tanti e ben motivati. Diversamente, vista la realizzazione mal riuscita, il film sarebbe probabilmente stato un flop.

La notte del giudizio per sempre

  • Titolo originale: The Forever Purge
  • Regia: Everardo Gout
  • Sceneggiatura: James DeMonaco
  • Durata: 103'

Dopo anni in cui l'istituzione della Notte del Giudizio sembrava accettata come un evento limitato a 12 ore, qualcosa cambia radicalmente. Un gruppo di estremisti decide di estendere la purga oltre il tempo stabilito, dando vita a una spirale di violenza che travolge gli Stati Uniti. La situazione degenera quando la famiglia Tucker, benestanti proprietari di un ranch in Texas, si trova costretta a collaborare con Juan e Adela, due migranti messicani che lavorano per loro, per sopravvivere a un attacco improvviso.

Mentre le tensioni razziali e sociali esplodono, il gruppo affronta una fuga disperata verso il confine con il Messico, l’unico luogo sicuro in un’America devastata dall'anarchia. Tra scontri brutali, alleanze inaspettate e decisioni morali difficili, la lotta per la sopravvivenza diventa una riflessione inquietante sul concetto stesso di giustizia e umanità.

Con La notte del giudizio per sempre, il franchise espande la sua critica sociale, mostrando un mondo in cui la violenza e l’odio sembrano non conoscere più limiti.

La serie TV

The Purge (2018)

James DeMonaco, visto il grande successo dei suoi film, ha proposto a USA Network una serie TV antologica sulla stessa tematica.

L'episodio pilota ha debuttato negli USA il 4 settembre del 2018.

La serie è ambientata negli Stati Uniti controllati da un governo totalitario, che una volta all'anno consente lo Sfogo, che per 12 ore rende legale qualsiasi tipo di crimine, dal furto all'omicidio, dal vandalismo alla piromania.

La prima stagione ci racconta la notte dello Sfogo vissuta da diversi personaggi, che non si conoscono fra loro.

Miguel Guerrero (Gabriel Chavarria) cerca disperatamente di salvare la sorella Penelope (Jessica Garza), che si è unita a una setta i cui membri vengono preparati per offrirsi come vittime di tortura, menomazioni e omicidio durante la notte dello Sfogo. Jenna (Hannah Emily Anderson) e Rick Betancourt (Colin Woodell), giovane coppia di ambiziosi sposi, si reca a un ricevimento importante organizzato per la notte dello Sfogo in cerca di contatti che favoriscano i loro affari. Jane Barbour (Amanda Warren) lavora nell'alta finanza e assume un assassino per lo Sfogo perché i suoi superiori la tengono bloccata allo stesso livello, senza consentirle in nessun modo un avanzamento di carriera. Joe Owens (Lee Tergesen), imbottito in una corazza protettiva con tanto di maschera, è un uomo apparentemente comune che interviene negli eventi violenti dello Sfogo mentre ascolta la voce registrata di un life coach... E infine c'è Lila Stanton (Lili Simmons), che considera lo Sfogo una moda folle e cerca di affrontare le proprie questioni in sospeso prima che il sole sorga e la sirena che chiude lo Sfogo inizi a suonare...

I 10 episodi della prima stagione sono stati seguiti da un secondo ciclo, confermato da USA Network nel novembre del 2018.

La seconda stagione ha debuttato negli USA il 15 ottobre del 2019, con un cast e dei personaggi diversi.

La stagione 2 di The Purge si concentra sulle conseguenze dello Sfogo, e non sugli eventi che lo accompagnano.

L'inizio vede infatti gli ultimi momenti dello Sfogo, e ruota attorno non solo alle conseguenze personali per i protagonisti ma anche a quegli eventi (narrati anche nei film) che vedono l'organizzazione di un complotto a fini politico-economici da mettere in atto durante la notte del giudizio.

Ecco quindi che ci troviamo di fronte a una serie di poliziotti che si sono reinventati come rapinatori di banche, confraternite universitarie alle prese con il disturbo post-traumatico da stress dopo il suono delle sirene, una coppia di sposi che sopravvive miracolosamente a un'aggressione durante lo Sfogo e scopre che non si trattava di un attacco casuale, bensì dell'arrivo di un assassino professionista inviato da qualcuno...

Infine c'è qualcuno che indaga sull'omicidio di un amico, e finirà per scoprire informazioni che non si sarebbe mai aspettato di trovare.

Nel corso dei vari episodi, 10 anche per la seconda stagione, i legami fra i vari personaggi iniziano a emergere un indizio dopo l'altro, delineando un grande disegno dietro ogni storia.

Il cast della stagione 2 vede la presenza di Joel Allen nei panni di Ben Gardner, uno studente del college che per la prima volta esce durante lo Sfogo. Derek Luke è Marcus Moore, l'uomo nel mirino di un assassino che s'introduce in casa di Marcus e della moglie Michelle (Rochelle Aytes)per ordine di qualcuno, mascherando un omicidio pianificato con un'aggressione casuale durante lo Sfogo. Paola Nuñez è Esme Cardona, che lavora per i Padri Fondatori ed è incaricata della sorveglianza video durante lo sfogo, fino al momento in cui vede qualcosa che cambia per sempre la sua vita... E infine Ryan Grant (Max Martini), che ha studiato nei minimi dettagli un piano criminale per sistemarsi a vita, con l'intento di metterlo in pratica durante lo Sfogo.

The Purge in Italia è stata distribuita dal servizio di streaming di Amazon Prime Video con le prime due stagioni.

Nel maggio del 2020, USA Network ha annunciato la cancellazione della serie: non ci sarà una stagione 3 di The Purge.

Il problema per la riuscita della serie TV sviluppata da DeMonaco è lo stesso problema del quarto film: un'ambientazione che inizialmente pare davvero molto, troppo forzata.

L'elegante festa in cui - una volta l'anno - il magnate di turno concede udienza e finanziamenti ai giovani più ambiziosi, l'improbabile triangolo amoroso, lo stereotipo culturale che vuole determinate persone avvezze a determinati modi di vestirsi e comportarsi: la forzatura avvertita ne La prima notte del giudizio permea anche i primi episodi della serie.

C'è anche William Baldwin, insieme a Fiona Dourif, a popolare i 10 episodi di una stagione che perde anche quel ritmo dettato dall'urgenza di sopravvivere che aiutava i film.

Tutto viene dilatato, e anche le idee più interessanti e originali - come la setta di giovani che si offrono come vittime durante la notte dello Sfogo - in qualche modo viene banalizzato. La scrittura non convince, ma il problema più grosso sono certamente i personaggi: l'approfondimento psicologico manca e chiunque risulta prevedibile, già visto, non vero.

Il trailer lascia ben sperare, anzi: alza molto le aspettative. Purtroppo, rispetto ai film non c'è nulla che non sia già stato visto e, come dicevo, l'elemento originale e carico di potenziale viene un po' ridicolizzato da dialoghi non all'altezza.

James DeMonaco ha dato vita a una saga dall'enorme potenzialità, che ha saputo sfruttare solo fino a un certo punto.

Forse, arrivato a un determinato traguardo del suo percorso, si è lasciato distrarre da qualcosa. L'impressione è che si sia fatto prendere la mano dalla voglia di denunciare pregiudizi e discriminazioni che i suoi stessi personaggi non sono in grado di reggere.

Un peccato, ma almeno i primi tre capitoli cinematografici restano comunque validi. Il primo, in particolare, la cui atmosfera resta indimenticabile.

L'ordine di visione suggerito

Con l'eccezione dell'ultimo film, gli altri capitoli sono usciti in ordine cronologico anche dal punto di vista narrativo.

La serie TV si apre su uno scenario in cui lo Sfogo è già realtà, e pratica consolidata. Per questo, l'ordine di visione suggerito è il seguente:

  • La prima notte del giudizio
  • La notte del giudizio
  • Anarchia - La notte del giudizio
  • La notte del giudizio: Election Year
  • The Purge
  • La notte del giudizio per sempre

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