Il Natale è da sempre sinonimo di tantissime cose diverse; un periodo dell’anno iconico che nel tempo è riuscito a costruire un legame indissolubile prima con l’occidente e poi con il resto del mondo, complici tantissimi elementi poi diventati memorabili e ampliati dalle storie, fiabe e trasposizioni cinematografiche da ogni dove. Elf Me, il nuovo film con Lillo Petrolo, Anna Foglietta, Claudio Santamaria, Caterina Guzzanti e Federico Lelapi, diretto da Niccolò Celaia e Antonio Usbergo, parte proprio da tutti i modelli più classici legati al periodo natalizio, e ne rielabora la lettura e la formula in una storia dai tratti spigliatamente nerd e curiosamente nostalgici.
Elf Me, disponibile esclusivamente su Prime Video dal 24 novembre 2023, è un film estremamente classico nel suo insieme, un agglomerato di elementi che si serve della dimensione fiabesca per poi sviluppare una serie di tematiche e ragionamenti che passano dalla dimensione familiare e personale, fino a sfociare nella fantasia e nella speranza più infantile e leggera. È proprio questa leggerezza il tratto più attraente di una pellicola che osa nel suo incedere, e si diverte a sua volta sperimentando con la dimensione cinematografica, plasmandone le possibilità attraverso lo stile unico e riconoscibilissimo di Leo Ortolani e Gabriele Mainetti, anch’essi coinvolti nel progetto.
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Elf Me, l’importanza della propria infanzia
In un paesino sconosciuto, tra le montagne di un’Italia innevata e dai tratti affabulanti, si sviluppa la storia di Elia (Federico Ielapi) e sua madre Ivana (Anna Foglietta), i due protagonisti di Elf Me. Mentre Ivana esordisce come una sognatrice con la testa altrove, concentrata sia sul proprio bambino che sulla salvezza del negozio di giocattoli che gestisce da sempre, Elia, invece, non è troppo felice di come sono andate le cose con suo padre, andatosene di casa da un po' per ragioni sconosciute, e attualmente è infelice e piuttosto preoccupato per la propria situazione familiare. Un bambino, quindi, che sembra aver dimenticato il proprio ruolo e la voglia di divertirsi, concentrato su dinamiche adulte che ancora non comprende fino in fondo. Le sue difficoltà, inoltre, passano attraverso la dislessia e una serie di momenti complicati tipici del bullismo infantile.
Nel frattempo, al Polo Nord, sono in corso i preparativi per l’ennesimo Natale in arrivo. Tutti gli elfi sono al lavoro nelle varie aree della fabbrica di doni, ma uno, diversamente dagli altri, vuole dimostrare di avere qualche dote in più al caro Babbo Natale. Trip (Lillo Petrolo) è un elfo inventore e, da una vita, propone le proprie idee alla fabbrica senza essere compreso fino in fondo. Una notte, dopo una delle tante bocciature ad alcune sue trovate, si ritrova per sbaglio ad essere lanciato lontano dalla fabbrica, atterrando proprio nella casa di Elia. L’inettitudine creativa di Trip e la situazione personale di Elia si trasformeranno nella perfetta occasione per intessere una storia dalle sfumature divertenti e nostalgiche, in cui la magia del Natale e una buona dose di citazioni nerd dal mondo del cinema sapranno fare la differenza per i bambini e le famiglie che si approcceranno alla pellicola.
Elf Me: sperimentalismo creativo e citazioni
Andando oltre, per un secondo, alla dimensione narrativa, Elf Me è un film che parla sia per immagini che per effetti speciali (argomento, questo, molto importante che abbiamo avuto modo di discutere con il cast durante la conferenza stampa di Elf Me). Un progetto del genere, con la sua matrice italiana, non è affatto da sottovalutare, specialmente dal punto di vista delle maestranze creative in gioco. La storia in atto, infatti, viene potenziata da una serie di scelte digitali e non, atte a divertire, restando sempre e comunque ancorate alla dimensione dei più piccoli e delle famiglie. Un film in target, insomma, che non si frena troppo nei momenti in cui può osare di più, premendo l’acceleratore e imprimendo un’impronta assurda che si muove continuamente sul filo dell’esagerazione, prendendosi anche il proprio tempo per toccare alcuni sviluppi più delicati, connessi con la dislessia infantile ad esempio, capaci di equilibrare l’importanza dello sviluppo e dell’approccio sociale e personale dello stesso piccolo protagonista.
La regia di Elf Me, inoltre, diventa immediatamente interessante nel momento in cui si colgono tutte le influenze cinematografiche che la caratterizzano. Le ispirazioni dei registi sono palesi sia dal punto di vista formale che nella scelta di alcune dinamiche narrativo-figurative pronte a richiamare a gran voce sia il cinema di Steven Spielberg (E.T. L’extraterrestre torna in tantissimi momenti della pellicola, come anche Jurassic Park), che quello di matrice nerd includendo momenti in stile Gremlins o Ghostbusters. Il divertimento, quindi, resta un elemento centrale in tutta la pellicola, agglomerandosi allo specialissimo tocco di Leo Ortolani e Gabriele Mainetti, difficili da non notare in alcune trovate palesemente tratte dai loro specifici stili e approcci artistici.
In questo, fanno da collante fondamentale le interpretazioni del cast, con un Lillo perfettamente in parte, accompagnato dalla dolcezza sia di Anna Foglietta che di Federico Ielapi. Fiore all’occhiello del film, però, resta l’interpretazione dell’antagonista principale, costruito da un Claudio Santamaria perfettamente in parte, al punto di plasmare un lavoro interpretativo sicuramente memorabile sia dal punto di vista estetico che linguistico. Il lavoro col suo personaggio si crogiola nella semplicità della cattiveria stereotipata, arrivando a plasmare le attitudini, anche qui fiabesche, più tipiche, in un essere umano totalmente squilibrato dal punto di vista umano, e allo stesso tempo difficile da dimenticare quando fuori dalla sala.
Allo stesso modo, lo studio estetico di Elf Me resta immediatamente impresso, risultando riconoscibile e studiato sia in termini di messinscena che di scenografia e costumi, giocando continuamente con quello che conosciamo del Natale dal punto di vista iconografico, per poi distinguere e andare oltre la dimensione fiabesca, per analizzare il percorso dei protagonisti principali in gioco. La famiglia e il difficile rapporto con un’infanzia apparentemente “rubata” da altre preoccupazioni occupano uno spazio importante, rendendosi centrale nella trattazione delle dinamiche più spigliatamente connesse coi rapporti umani rappresentati (è impossibile non leggere, in certe trovate del film, alcune svolte interessanti mostrate pure nell’Elf di Jon Favreau, che si muove in una direzione molto simile in termini di tematiche centrali, creative e umane).
Vale la pena vedere Elf Me su Prime Video?
Se siete alla ricerca di un film natalizio perfetto sia per i più piccoli che per le famiglie in generale, Elf Me fa al caso vostro. Non un lavoro impeccabile, ma comunque estremamente creativo e divertente, complici sia le persone coinvolte nella sua scrittura e realizzazione, che il cast, capace di estrarre una credibilità interessante dai propri protagonisti sul set. La storia di un elfo ribelle, sui generis e incompreso, insieme a quella di un bambino che non riesce a comprendere quello che sta succedendo alla propria famiglia, alimentano lo svilupparsi di una fiaba natalizia dai toni nerd e leggeri, in cui è facile perdersi e rilassarsi, cullati da una particolare nostalgia formale capace anche di mettersi in gioco in alcuni momenti specifici e fuori da ogni schema.
Il risultato è un lungometraggio perfetto per il periodo natalizio, incentrato su uno spirito che respira soltanto in questo periodo dell’anno, riuscendo a lasciare il segno in coloro che ci mettono sempre il cuore. Non un film innovativo, ma comunque funzionale alla dimensione infantile e familiare cui si riferisce, con qualche incertezza informale e una serie di insicurezze generali che ne plasmano la forma. Gli intenti, però, sono più chiari che mai, così come una particolare delicatezza dai tratti nerd in cui le generazioni più vecchie non faranno fatica a riconoscersi.
Commento
Voto di Cpop
70Pro
- Un particolare sperimentalismo nerd e pop divertenti e interessanti.
- Lillo Petrolo e Claudio Santamaria nei rispettivi ruoli.
Contro
- Alcuni tentennamenti dal punto di vista formale e tecnico.
- Alcuni stereotipi narrativi che restano tali dall'inizio alla fine.
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