L'Inganno, la recensione del film di Sofia Coppola con Nicole Kidman

Autore: Elisa Giudici ,

Era il film più atteso dell'intero concorso di Cannes 70. Anche se una regista nasce in una famiglia cinematograficamente nobiliare come i Coppola e quindi è abituata alla pressione delle aspettative altrui, il peso dell'attesa può essere schiacciante. Sofia Coppola sapeva di dover tornare dopo un periodo di silenzio e alcune pellicole non riuscitissime. La sua risposta è stata L'Inganno, un film che è un ritorno sì, ma alle sue origini, alla sua comfort zone. 

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Kirsten Dunst cucina in una scena di L'Inganno
Kirsten Dunst, l'attrice feticcio di Sofia Coppola, torna ne L'Inganno

L'Inganno è una poltrona comoda dove Sofia si è già seduta centinaia di volte, su cui il suo corpo istintivamente si adatta alla conformazione e ai volumi. C'è tutta la dimensione senza tempo ed eterea di un luogo in cui lo scorrere dei giorni si è arrestato, in bilico sul baratro di una guerra civile che sta inghiottendo il mondo di ieri. Nella Virginia del 1864 una scuola per signorine è immersa nella nebbia dei boschi, nel fumo delle battaglie, dimenticata e isolata. Potrebbe essere abitata da vergini suicide, da sovrane annoiate, invece è il regno di un manipolo di fanciulle del Sud, della loro insegnante e della preside dell'istituto. L'arrivo di uno yankee ferito a una gamba rimette in moto bruscamente il tempo e le dinamiche tra personaggi, che si accorgono all'improvviso di desideri e aspirazioni che parevano sopite e che filtrano tra reticenze, buone maniere a tavola e tende merlettate. 

Ad osservare silenziosa e attenta la contaminazione del suo piccolo paradiso c'è Nicole Kidman, gran maestra di cerimonie di un film che le ruota tutto attorno pur non essendo l'assoluta protagonista. Kirsten Dunst è al solito il doppio di Sofia, la presenza silenziosa e malinconica che anela a qualcosa di diverso, a un'appartenenza, a un riconoscimento. Elle Fanning ancora una volta è il simbolo di gioventù e bellezza, di cui la cinepresa insegue l'aura eterea più che le parole. 

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Nicole Kidman nel ruolo dell'istitutrice protagonista di L'Inganno di Sofia Coppola
Nicole Kidman, la regina di Cannes 70, ruba l'attenzione dello spettatore anche in L'Inganno

Curiosamente però le 3 protagoniste sono i personaggi più scontati, quelli che si comporteranno esattamente come ci si aspetterebbe da loro, dalla prima scena. Al contrario le tre bambine comprimarie sono la vera sorpresa, il momento in cui innocenza e crudeltà si sovrappongono, trascinando lo spettatore dentro il film. Colin Farrell accetta di buon grado il ruolo di agente contaminatore e lo porta avanti diligentemente. Basta questo per definire L'Inganno un remake femminile e femminista del film di Don Siegel basato sul medesimo romanzo? 

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Sì e no. Sicuramente è un film che vale la pena di vedere, capace di dire molto in un minutaggio contenuto (in 93 minuti un blockbuster di oggi introduce a malapena la storia), con un forma classica e uno stile sobrio, ma non privo di profondità. La vera domanda è se in tutto questo territorio sicuro che Sofia Coppola percorre ci sia davvero qualcosa di nuovo da dire, se non sia un perfetto ricamo da gran signora del cinema, che ripete meccanicamente un gesto imparato tempo addietro, senza però muoversi di un millimetro da dove l'avevamo lasciata.

Con L'Inganno Sofia Coppola si volta indietro, ci conduce per mano a ripercorrere gli inizi del suo cinema. Rimane la voglia di vedere dove ci porterà quando tornerà a guardare dritto davanti a sé. L'Inganno sarà nella sale italiane a partire dal 21 settembre 2017.

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