Il talento di un narratore si nasconde nel riuscire a indurre in chi lo ascolta che quanto viene raccontato sia reale. In un’epoca come la nostra, in cui ormai è più facile costruire fake news e ingannare con una comunicazione digitale che consente di creare complessi artifici, il narratore può apparirci come superato, superfluo.
Eppure saper raccontare va oltre questi moderni imbrogli, è il frutto di un talento che può consentire anche di stupire migliaia di pensare, al punto, per esempio, da far credere che la Terra sia sotto attacco da parte di forze aliene. Se vi sembra un’esagerazione, sappiate che è esattamente quanto ha fatto Orson Welles la sera del 30 ottobre 1938, quando con la sua appassionata recitazione convinse mezza America che i marziani avevano dichiarato guerra alla Terra, dando vita a La Guerra dei Mondi.
Passato alla storia come un leggendario scherzo radiofonico, questa interpretazione di Welles nel corso degli anni si è ammantata di un’aura mitologica, venendo arricchita di dettagli spesso inesatti e che hanno, in un certo senso, sminuito il talento di narratore di Welles. Una capacità lodevole, considerato che Welles riuscì a prendere un’opera letteraria, La Guerra dei Mondi di H.G. Wells, e adattarla al medium radiofonico, non immaginando che la sua interpretazione avrebbe generato un tale clamore.
- La Guerra dei Mondi
- La notte in cui Marte invase gli States
- La fantascienza diventa reale
- L'eredità della Guerra dei Mondi
La Guerra dei Mondi
Prima di sconvolgere l’America di fine anni ’30, La Guerra dei Mondi era un romanzo di fantascienza scritto da uno dei padri della sci-fi, H.G Wells. Un titolo, quello tributato a Wells, decisamente meritato, considerato che si parla dello scrittore che ha contribuito a creare alcuni degli assiomi della letteratura d’anticipazione che ancora oggi sono al centro di alcune delle opere più apprezzate, come il viaggio nel tempo, teorizzato proprio da Wells in La macchina del tempo.
Caratteristica di Wells, che compose le sue opere tra la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo, è utilizzare la fantascienza come un mezzo di analisi della società contemporanea, appoggiandosi alla crescente passione di larga parte della popolazione britannica per una letteratura che conciliasse la nuova scienza, ossia l’insieme di incredibili ritrovati tecnici e scientifici, con una narrazione fantasiosa.
Questa sinergia tra immaginazione e sguardo al reale divenne un tratto essenziale dell’anima della fantascienza successiva, magistralmente interpretata da autori come Asimov, Heinlein o Dick.
Tornando a La Guerra dei Mondi, Wells immaginò che improvvisamente, dopo anni di attente osservazioni, le armate marziane decidessero di invadere il nostro mondo, convinti che la loro superiorità tecnologica potesse garantire loro una rapida vittoria. Il tutto all’insaputa degli ignari umani, che stavano appena iniziando a indagare i misteri del cosmo.
Alla fine del XIX secolo nessuno avrebbe creduto che le cose della Terra fossero acutamente e attentamente osservate da intelligenze superiori a quelle degli uomini…
L’invasione aliena diventa l’occasione, per Wells, per dare forma alle sue convinzioni scientifiche, come il darwinismo sociale, e per dipingere la reazione umana a un trauma così inimmaginabile come un’invasione aliena. Ma l’autore stesso confessò che la sua visione dei marziani, caratterizzata dalla loro superiorità tecnologica e ferocia nel sottomettere gli umani, fosse una metafora del colonialismo europeo, che nel periodo in cui Wells realizzò l’opera era un tema molto trattato, tra chi lo sosteneva in nome di una superiorità razziale e chi già ne rilevava i primi cedimenti.
Al netto dei temi di contorno inseriti in questo romanzo, è innegabile che La Guerra dei Mondi sia ancora oggi uno dei grandi classici della fantascienza. Ed è altrettanto comprensibile perché Welles, anni dopo, decise di dare una propria interpretazione di questo incredibile racconto, non immaginando cosa avrebbe potuto scatenare.
La notte in cui Marte invase gli States
Nel 1938, Orson Welles non aveva ancora raggiunto la fama che lo rese negli anni seguenti uno dei grandi nomi della storia del cinema. All’epoca era un ventitreenne che cercava di crearsi la propria strada, lavorando come regista e produttore alla CBS (Columbia Broadcasting System), una delle emittenti radiofoniche più seguite degli Stati Uniti.
In questi anni, la radio è una componente essenziale della cultura americana. Pur non avendo la diffusione dei decenni successivi, è comunque una presenza costante nella vita dell’americano medio: la si sente nei negozi, nei locali, perfino nelle case. Che si tratti di trasmettere musica o dare voce a notizie e aggiornamenti, la radio è il mezzo di comunicazione simbolo di quegli anni.
La CBS è conscia di questa diffusione e intende offrire ai propri ascoltatori programmi variegati e di intrattenimento. Uno di questi è il Mercury Theatre on the Air, curato da Orson Welles, in cui vengono letti, dopo un necessario adattamento, romanzi popolari e molto diffusi. È all’interno di questo contenitore radiofonico che Welles decide di leggere La Guerra dei Mondi di Wells, dopo che lo sceneggiatore Howard Koch ne ha rielaborato i contenuti, adattando la trama del romanziere inglese all’America contemporanea.
Il Mercury Theatre on Air non offriva, infatti, una semplice lettura delle opere, ma le si presentava in un’ottica diversa, più spontanea e che potesse suscitare l’interesse degli ascoltatori. Per esempio, Welles decise che la lettura della riedizione de La Guerra dei Mondi sarebbe stata riproposta come una sorta di bollettino di guerra in tempo reale di un’invasione aliena.
Da considerare come nel 1938 il concetto di guerra fosse un argomento particolarmente noto alla popolazione americana. Da oltreoceano arrivavano le notizie degli avvenimenti nel Vecchio Continente, dove le mosse della Germania guidata da Hitler destavano parecchia preoccupazione, un’ansia che avrebbe trovato piena concretezza allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale l’anno seguente. La popolazione americana, quindi, era un terreno fertile per un racconto di guerra, e qui si trona alla dote del buon narratore: sapere illudere che sia tutto vero.
Wells scelse di mandare in onda la regolare programmazione musicale dell’emittente, inserendo all’improvviso un annuncio che avrebbe interrotto la tranquilla serata degli americani:
Signore e signori, vogliate scusarci per l'interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell'Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute ad intervalli regolari sul pianeta Marte. Le indagini spettroscopiche hanno stabilito che il gas in questione è idrogeno e si sta muovendo verso la Terra ad enorme velocità
La fantascienza diventa reale
Un simile annuncio non avrebbe sicuramente sconvolto gran parte dei radioascoltatori, che avrebbero declassato questa notizia a mera curiosità scientifica, se Welles non avesse costruito un racconto ‘a singhiozzo’, in cui a intervalli regolari inseriva ulteriori dettagli di questo incredibile evento scientifico. Venne presentata l’intervista a un eminente astronomo, e si diede lettura anche di un bollettino diramato dalle autorità di New York, secondo cui un meteorite di notevoli dimensioni si sarebbe schiantato presso una fattoria nei dintorni di Grovers Mill, in New Jersey.
E qui, scatta il genio di Welles. Gli spazi dedicati alla musica si riducono sempre di più, per lasciare spazio alla cronaca diretta di questo evento: un inviato sul posto racconta quello che sta accadendo, in mezzo a una folla che viene simulata nello studio radiofonico.
Mentre il giornalista descrive in tono concitato e allarmato quanto accade, si sentono le voci dei presenti che non nascondo ansia e preoccupazione, sino al momento clou: il meteorite si rivela un vascello spaziale.
Signore e signori, devo riferirvi qualcosa di molto grave. Sembra incredibile, ma le osservazioni scientifiche e l'evidenza stessa dei fatti inducono a credere che gli strani esseri atterrati stanotte nella fattoria del New Jersey non siano che l'avanguardia di un'armata di invasione proveniente da Marte. La battaglia che ha avuto luogo stanotte a Grovers Mill si è conclusa con una delle più strabilianti disfatte subite da un esercito nei tempi moderni
In questo momento, si crea la spaccatura tra racconto e percezione del reale. Gli ascoltatori, stregati dalla verve narrativa di Wells, iniziano a credere che quando stanno sentendo alla radio sia una radiocronaca reale: è il panico.
La reazione fu una sorpresa per tutti, compreso lo stesso Wells che fino all’ultimo non era stato sicuro di mandare in onda questo adattamento, ma si decise solo perché non aveva del materiale migliore. Fatto sta che Welles, infine, andò in onda e concluse la sua esibizione radiofonica seguendo, grosso modo, l’intreccio di Wells, compreso il finale in cui gli umani sconfiggono gli alieni. Ma gli americani erano già convinti che la razza umana fosse in pericolo.
Una situazione che Welles ignorava totalmente, tanto che finita la trasmissione della CBS andò come niente fosse alle prove di un lavoro teatrale che stava preparando in un teatro vicino. Fu solo il giorno seguente, quando la notizia delle reazioni alla sua interpretazione dello sceneggiato radiofonica invase i quotidiani che Welles comprese la portata dell’evento
A esser incredibile fu la reazione spropositata della gente. Pochissimi minuti dopo che avevamo iniziato la trasmissione, le case americane si svuotavano e la gente si riversava in chiesa, da Nashville a Minneapolis, c’era gente che si disperava in strada o cantava inni religiosi. Prendemmo coscienza, mentre devastavamo il New Jersey, che non avevamo idea di quanto ampia fosse la vena di follia della nostra America
L'eredità della Guerra dei Mondi
La portata epocale di questo evento ha dato vita a un vero e proprio mito dietro la trasmissione radiofonica di Welles. Per anni si è parlato di milioni di americani spaventati, ma la cifra sembra decisamente esagerata, considerato che per quanto diffuse all’epoca, le radio non avevano una presenza così capillare da poter raggiungere una massa di ascoltatori di tali dimensioni. Senza contare che qualcuno, abituato al tenore di Mercury Theatre on the Air, era conscio che si trattasse di una finzione, ma ciò non toglie che si registrarono realmente reazioni isteriche a questo spettacolo radiofonico.
La Guerra dei Mondi raccontata da Welles divenne un mito moderno, al punto che negli anni comparvero leggende legate a questa serata. Dal fatto che tutto fosse stato creato intenzionalmente da Welles come una gigantesca burla, cosa smentita dallo stesso attore, sino al fatto che alla CBS giungessero telefonate di persone disperate, tra cui una che chiedeva
A che ora è la fine del mondo?
Che sia vera o meno questa telefonata, questa è divenuta comunque l’ispirazione per il celebre brano dei R.E.M, It’s End of The World As We Know IT (And I Feel Fine).
Gli eventi di quella puntata di Mercury Theatre on the Air, però, ebbero un’importanza non indifferente per la carriera di Welles. Pur non essendo soddisfatto, almeno prima della messa in onda, Welles si ritrovò a doversi ricredere, visto che fu proprio grazie al suo exploit radiofonico che venne contattato dalla RKO per realizzare ben tre film.
Ma soprattutto, vedere come il suo programma fosse riuscito a raggiungere e colpire nell’immaginario centinaia di americani, diede a Welles la percezione dell’importanza dei mass media come strumento per influenzare la popolazione, anche dando vita ad esagerazioni volte a creare un caso, con cui poter vendere più copie di un quotidiano.
Il modo in cui gli eventi della sera de 30 ottobre 1938 vennero raccontati dalla stampa nazionale divennero per Welles l’ispirazione per quello che è considerato oggi il suo capolavoro, Quarto Potere (Citizen Kane), in cui una delle colonne della trama è proprio la mistificazione dell’informazione, rendendo i mezzi di informazione uno strumento di influenza mass-mediale potenzialmente pericolosa. A tutti gli effetti, una visione netta e inquietantemente precisa di quello che oggigiorno dichiariamo fake news.
E tutto ebbe inizio con una semplice trasmissione radiofonica e una semplice, immaginaria invasione aliena.
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