I migliori film con Margot Robbie protagonista

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Autore: Max Borg ,

Classe 1990, Margot Robbie è l’ennesimo grande talento australiano ad aver sfondato a livello internazionale dopo un primo successo in patria nella popolare soap televisiva Neighbours, un fenomeno che ha lanciato le carriere di attori come Guy Pearce e Radha Mitchell. Arrivata negli Stati Uniti nel 2011, ha subito cominciato a lavorare sul piccolo schermo, per poi debuttare al cinema nel 2013 in Questione di tempo di Richard Curtis. 

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Dopo la rivelazione globale alla corte di Martin Scorsese, è stata diretta da David Ayer, Quentin Tarantino, Adam McKay, David Yates, Cathy Yan, James Gunn e Graig Gillespie, per citare solo alcuni dei nomi che hanno saputo apprezzare e utilizzare il suo talento. È talmente apprezzata che la DreamWorks l’aveva reclutata per essere una delle voci in Larrikins, un film d’animazione interamente ambientato in Australia, ma il progetto – che prevedeva nel cast anche nomi come Hugh Jackman, Naomi Watts e Rose Byrne – è stato cancellato nel 2017, salvo una piccola parte che è stata ridimensionata come cortometraggio dal titolo Bilby

Come molti colleghi, Margot Robbie è anche attiva come produttrice, e in tale veste ha lavorato a titoli come Una donna promettente, vincitore dell’Oscar per la sceneggiatura originale nel 2021. La sua è una carriera all’insegna dell’eclettismo e della versatilità, davanti e dietro la macchina da presa. E quali sono i migliori film di cui è protagonista?

The Wolf of Wall Street

Appena 23enne e già alla conquista del mondo, per lo meno quello cinefilo: Margot Robbie è un’autentica rivelazione nel film di Martin Scorsese nel ruolo della seconda moglie del poco onesto uomo d’affari Jordan Belfort, capace di tenere testa a un peso massimo di Hollywood come Leonardo DiCaprio. Da apprezzare soprattutto in lingua originale, per il lavoro che lei fa sull’accento di Brooklyn, poi divenuto suo marchio di fabbrica nei panni di Harley Quinn. 

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Perché vederlo? Perché sono tre ore che volano via a suon di genio sregolato, con un cast in stato di grazia e Robbie che non ha nulla da invidiare a colleghi con più film alle spalle. Non è impresa da poco, nel suo primo ruolo importante al cinema, riuscire a competere con due talenti comprovati come Leonardo DiCaprio e Jonah Hill, se non addirittura a rubare la scena a entrambi, e lei fa con grande classe. 

The Suicide Squad – Missione suicida

Non era del tutto felice l’esordio cinematografico di Harley Quinn nel primo Suicide Squad, un film segnato da divergenze creative fra il regista e lo studio. Lei, però, era quasi unanimemente considerata uno degli elementi migliori, e non sorprende che James Gunn l’abbia voluta di nuovo per il secondo capitolo, un sequel autoconclusivo che ostenta tutta la libertà negata al suo predecessore. E Robbie, nei panni di una Harley completamente libera dall’influenza del Joker, è un’autentica forza della natura. 

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Perché vederlo? Perché è uno spettacolo strepitoso ed eccessivo, la perfetta dimostrazione del carattere multiforme della DC Comics al cinema, e Harley Quinn è uno degli ingredienti più deliziosi. Al terzo giro, Robbie dimostra ancora una volta di aver perfettamente capito lo spirito di un personaggio a cui è molto legata. 

Babylon

L'eccesso allo stato puro firmato Damien Chazelle, che omaggia la Hollywood di un secolo fa con tutto l'edonismo immaginabile, perfettamente incarnato da Robbie nei panni di una sedicente star che, con tutto lo spirito ribelle dell'epoca, afferma di sentirsi famosa prima ancora di esserlo diventata. Un viaggio vertiginoso nel lato più oscuro della fabbrica dei sogni, e una lettera d'amore all'opulenza del cinema americano. 

Perché vederlo? Perché è uno spettacolo sregolato e strepitoso, con al centro una grandissima performance energetica di Margot Robbie. Esilarante e tragica allo stesso tempo, lei è una delle anime del progetto, uno degli elementi cruciali della malinconia che si cela sotto l'ostentazione dell'eccesso. 

C’era una volta a Hollywood

Qui è tecnicamente non protagonista, ma è anche la vera anima nei panni di Sharon Tate, simbolo di quell’innocenza che, nella realtà, le stragi di Charles Manson e dei suoi adepti avrebbero di lì a poco distrutto per sempre. Una presenza quasi angelica, sempre col sorriso sulle labbra e con l’entusiasmo di chi ancora un po’ fatica a credere di essere riuscita a diventare una protagonista hollywoodiana. 

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Perché vederlo? Perché tramite la figura di Tate, incarnazione del messaggio malinconico del film, Quentin Tarantino consacra Margot Robbie come grande diva del cinema americano. La scena in cui lei va al cinema per rivedersi sullo schermo è una grande lezione di recitazione senza parole, fenomeno inusuale nei film del verbosissimo Tarantino. 

Tonya

Prima nomination all’Oscar per l’attrice grazie al film sulla vita di Tonya Harding, la grande e controversa campionessa di pattinaggio artistico americano. Un’interpretazione fatta di rabbia, passione e precisione, con il talento tecnico che va di pari passo con l’immedesimazione psicologica. Un viaggio strepitoso nella mente della grande (anti)eroina dello sport americano.

Perché vederlo? Perché Craig Gillespie con le storie vere sa sempre trovare il giusto equilibrio tra fascino del reale e inventività del cinema. E nei panni di Tonya Harding, sia fisicamente che spiritualmente, Robbie esibisce un lavoro di immedesimazione che è davvero fenomenale. 

Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn

Prima di James Gunn, a reinventare Harley Quinn ci ha pensato Cathy Yan con un progetto interamente al femminile, dove l’ex del Joker cerca di emanciparsi mentre uno spietato gangster dà la caccia a lei e altre donne coinvolte in un modo o nell’altro in un misterioso furto. Un divertimento molto autoironico, che dà a Robbie – qui anche produttrice – la possibilità di approfondire un personaggio a lei caro, senza la partecipazione a tratti ingombrante del resto della Suicide Squad. 

Perché vederlo? Perché Harley è sempre una garanzia, e qui si nota quanto l’attrice si sia divertita a tornare nei panni della folle supercriminale. La sequenza del panino rimane uno dei punti più alti del franchise grazie alla sua performance. 

Maria regina di Scozia

Passato un po’ in sordina all’epoca dell’uscita, il film sulla rivalità fra Elisabetta I (Robbie) e la cugina scozzese Maria (Saoirse Ronan) è un bel ritratto di un conflitto dinastico che rischiò di cambiare le sorti del regno d’Inghilterra. Fenomenale il lavoro delle due attrici, impegnate in un duello a distanza che le tiene separate per quasi l’intera durata del lungometraggio. 

Perché vederlo? Perché Margot Robbie dimostra di essere una degna erede di Cate Blanchett nei panni di Elisabetta I, e la Maria di Saoirse Ronan non è da meno. Un duello recitativo di alta qualità, al centro di un film sottovalutato che merita di essere rivisto dopo essere passato in sordina ai tempi dell'uscita in sala. 

Focus – Niente è come sembra

Nello stesso anno in cui Adam McKay la reclutava per un ammiccante cameo ne La grande scommessa, l’attrice ha potuto mostrare il suo lato più leggero anche in questa commedia a base di truffe dove recita al fianco di Will Smith. Un duo che trasuda carisma dall’inizio alla fine, ben gestito dagli sceneggiatori e registi Glenn Ficarra e John Requa. 

Perché vederlo? Perché le interazioni fra Smith e Robbie sono semplicemente deliziose, e danno la giusta dose di pepe a un copione non per forza brillante ma molto simpatico, un esercizio di stile ravvivato da due ottimi attori in grande forma e perfetta sintonia. 

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