Alejandro González Iñárritu e le riserve sulla nuova narrazione televisiva e i servizi streaming

Autore: Silvia Artana ,

Quale effetto sta avendo e avrà la nuova narrazione televisiva sul cinema? A cosa porterà l'innegabile rivoluzione rappresentata dai servizi streaming? Il regista Premio Oscar Alejandro González Iñárritu ha parecchie riserve.

Come scrivono Variety e Screen Daily, parlando dal Sarajevo Film Festival (dove ha ricevuto l'Heart of Sarajevo), il filmmaker ha espresso una opinione molto critica sulla evoluzione dello storytelling sul piccolo e grande schermo:

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[La narrazione, n.d.r.] ha bisogno di molta più contemplazione e un po' più di pazienza. Deve essere un po' più misteriosa, più impenetrabile, più poetica e più espressiva e sentimentale. [I film del passato, n.d.r.] esploravano modi diversi di raccontare storie, cercando di portare avanti e fare evolvere il linguaggio. Adesso sono scomparsi e al loro posto ci sono le grandi produzioni o... i servizi di streaming.

Il regista ha osservato che l'immediatezza è diventata la nuova linea guida del modo di fare cinema e TV:

Al giorno d'oggi, le persone sono molto più impazienti. È come se dicessero: 'Dacci di più! Fai qualcosa! Uccidi qualcuno!'.

E sta influenzando i filmmaker e gli spettatori in un modo che, a suo dire, rischia di impoverire l'esperienza della settima arte:

[Il modo di raccontare storie, n.d.r.] sta cambiando così in fretta che ora i film devono soddisfare immediatamente il pubblico. Devono essere fruibili a livello globale e devono fare un sacco i soldi. In pratica, devono essere una pubblicità della Coca Cola che deve piacere al mondo intero. Cosa accadrà alle nuove generazioni di spettatori, che non avranno la capacità di capire che un film può essere poetico, impenetrabile o misterioso?

ll regista di 21 grammi, Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza) e Revenant - Redivivo ha osservato che il cinema ha sviluppato molte facce ed è arrivato a esistere in una profonda contraddizione:

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[Per alcuni, n.d.r.] è una forma artistica per esprimere una visione personale del mondo, per altri è solo intrattenimento e per altri ancora è un mezzo per fare soldi, una vera e propria industria. [...] È la più importante forma d'arte al mondo, [ma è diventato anche, n.d.r.] un'orgia di interessi che condividono lo stesso letto. Ha principi poetici, ma allo stesso tempo è una p****** che chiede soldi. 

Secondo Iñárritu, la distanza tra le due estremità dello spettro ("poeti radicali" e "mercenari del denaro") aumenta sempre di più e nel processo un ruolo da non sottovalutare sembra giocarlo la "dittatura dell'algoritmo" dei servizi streaming, che risponde ai gusti del pubblico continuando a nutrirlo con quello che desidera. Di fatto, limitando e impoverendo i suoi interessi:

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Quando scegliamo [un film o una serie TV, n.d.r.], iniziano a darci altro dello stesso genere. Il problema è che gli algoritmi sono molto intelligenti, ma non sono creativi e non sanno cosa le persone non sanno che potrebbe piacere loro.

Il regista ha anche mosso una critica a Netflix sulla modalità di distribuzione dei suoi film originali:

Netflix dovrebbe capire che alcuni dei suoi film dovrebbero essere distribuiti nei cinema. Sarebbe un vantaggio per i film e per Netflix stessa. Non perderebbe abbonati. Se la gente vede un film eccezionale al cinema e dopo due o tre settimane lo ritrova in TV, lo guarda di nuovo.

Il filmmaker ha anche suggerito la creazione di un servizio ad hoc per alcune pellicole:

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Non dico che dovrebbe distribuire tutti i suoi film al cinema. Potrebbe creare un Netflix Plus per quelli che lo meritano, ne uscirebbero più forti.

Iñárritu ha confessato di non essere "un tipo televisivo", ma ha lasciato aperto un piccolo spiraglio, ammettendo che potrebbe lavorare con una piattaforma di streaming se trovasse "qualcosa da dire nel formato televisivo".

D'altra parte, in passato, il regista aveva intrapreso un progetto seriale in 10 episodi, The One Percent, per l'emittente USA Starz. Ma dopo che il network si è tirato indietro, è finito in stand-by e il filmmaker ha detto di "non avere in programma di resuscitarlo".

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Tuttavia, questo non significa che resterà con le mani in mano. Come scrive Screen Daily, Iñárritu ha dichiarato di avere lavorato su "un paio di progetti negli ultimi 3 o 4 anni" e che ne girerà uno nell'estate del 2020.

Per sapere di più, non resta che aspettare.

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