American Psycho: la spiegazione del film e le interpretazioni del suo finale

American Psycho è un film del 2000 ispirato all'omonimo romanzo di Bret Easton Ellis. Acclamata da pubblico e critica, la pellicola ha un controverso finale (oggetto di più interpretazioni) che sembra dare spiegazione all'intera storia.

Autore: Simona Vitale ,

Ispirato al romanzo omonimo di Bret Easton Ellis, American Psycho è un film del 2000 diretto da Mary Harron e interpretato da un cast decisamente stellare. Il ruolo del protagonista è stato affidato ad un talentuoso Christian Bale, nei panni di Patrick Bateman, un ricco consulente finanziario che vive una vita fatta di agi e apparenze.

Apparenze perché il suo stile di vita nasconde la sua vera natura di brutale e spietato serial killer, pronto ad uccidere chiunque si metta sulla sua strada, anche senza un valido movente per farlo.

Patrick tenta di salvare la sua "bella vita" dinanzi alla sua promessa sposa Evelyn (Reese Whiterspoon) e ai colleghi di lavoro, verso i quali prova soltanto profondo odio. La pellicola mostra al pubblico i crimini, gli omicidi e il crollo emotivo di Patrick Bateman, con un finale sorprendente che lascia spazio a molteplici e diverse interpretazioni.

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Come il libro di Bret Easton Ellis dal quale trae ispirazione, il finale di American Psycho di Mary Harron è decisamente ambiguo e per lungo tempo è stato oggetto di diverse interpretazioni da parte di fan e critica cinematografica.

Mentre la pellicola si avvia alla conclusione, quello che vediamo sullo schermo induce lo spettatore a chiedersi esattamente quanta parte della storia sia effettivamente corrispondente alla realtà dei fatti avvenuti e quanto invece sia frutto dell'immaginazione del sadico Patrick Bateman.

Per comprendere effettivamente il finale di American Psycho, occorre in primis di certo fare riferimento alla scena che l'ha preceduto: Patrick Bateman che tenta di prelevare dei soldi al bancomat. Il suo tentativo però prende una piega davvero insolita e sinistra: il bancomat ordina, infatti, al protagonista di dargli da mangiare un gatto randagio. Bateman di certo non sembra avere problemi o tentennamenti nell'eseguire un gesto così macabro. Tuttavia, il suo compito viene interrotto da una donna che tenta di fermarlo e che viene uccisa dallo stesso Bateman. 

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American Psycho, una scena del film con Christian Bale
Christian Bale in una scena del film American Psycho

L'omicidio, però, non passa inosservato e immediatamente Bateman si ritrova al centro di un inseguimento prima e di una sparatoria poi con la polizia. Nonostante abbia in suo possesso soltanto una pistola e sia bloccato in un vicolo chiuso, il nostro protagonista riesce con sorpresa ad uccidere almeno due agenti e a far saltare in aria una delle auto della polizia. Un esito così favorevole che sembra sorprendere anche lo stesso Bateman, che incredulo si volta a guardare la sua pistola. 

Dopo essere entrato nell'edificio che erroneamente ha creduto essere la sede del suo ufficio, Pierce & Pierce, Bateman uccide una guardia e un custode salvo poi recarsi nell'edificio giusto per rifugiarsi nel suo ufficio. Dopo essersi nascosto sotto la sua scrivania al riparo dalle luci di ricerca dell'elicottero della polizia, Bateman chiama il suo avvocato, Harold (Stephen Bogaert) per confessare tutti i suoi crimini (alcuni dei quali non sono visibili nel film). L'uomo racconta di aver ucciso tra le 20 e le 40 persone, incluso l'odiato collega di lavoro Paul Allen (Jared Leto) - reo di aver avuto in suo possesso "un biglietto da visita migliore del suo" - e che pensa di non poter più riuscire a cavarsela.

Bateman termina la chiamata dicendo al suo avvocato dove potrà incontrarlo l'indomani.

Patrick Bateman è un serial killer o solo un sadico sognatore?

A questo punto della pellicola è possibile comprendere quanto del film sia effettivamente reale e quanto non sia accaduto per davvero. Le parti del corpo che Bateman ha nascosto nell'appartamento di Paul Allen sono sparite e un agente immobiliare spiega che nessuno di nome Paul Allen ha effettivamente mai vissuto lì. Jean (Chloe Sevigny), assistente di Bateman, trova un taccuino che sembra rivelarci quella che è la psicosi del suo capo, sebbene il colpo grosso arrivi quando Bateman incontra il suo avvocato Carnes al ristorante.

L'avvocato inizialmente confonde Bateman per un altro collega del nostro protagonista, e si mostra convinto di come il messaggio che gli è stato lasciato la sera precedente sia solo uno scherzo. Bateman cerca di spiegare all'avvocato che la sua confessione era reale, ma l'avvocato confuta le sue affermazioni su Paul Allen come del tutto irrealistiche, rivelandogli di aver incontrato lo stesso Paul pochi giorni prima a Londra.

Bateman rimane profondamente sconvolto da questa rivelazione e mette in discussione con dolore tutto ciò che ha fatto (o non ha fatto).

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American Psycho scena
Il protagonista Patrick Bateman in una scena di American Psycho,

Che Patrick Bateman sia un uomo folle è fuor di dubbio, ma la più importante domanda che dobbiamo porci alla fine di American Psycho è la seguente: il protagonista è un serial killer o soltanto un sadico con una vivida immaginazione?

Probabilmente entrambe le cose. Sembrerebbe evidente che Bateman abbia ucciso molte persone nel corso del film, ma allo stesso tempo potrebbe non aver affatto ucciso Paul Allen.
 
Comprendere questa che sembra una verità evidente non è difficile. Non ci sono solo le parole dell'avvocato Harold Carnes, che rivela a Bateman di aver recentemente incontrato Paul Allen a Londra, e l'appartamento in cui sarebbe avvenuto l'omicidio e in cui Allen non avrebbe mai abitato. C'è anche l'indagine guidata dal detective Donald Kimball (Willem Dafoe), che per buona parte del film sembra essere in procinto di scoprire Bateman salvo poi chiudere il caso dopo aver scoperto che il protagonista ha un alibi. Probabilmente il protagonista di American Psycho ha soltanto immaginato di aver brutalmente ucciso Allen, visto che lo ha sempre odiato a morte. 

Sebbene appaia molto credibile che Bateman abbia ucciso un discreto numero di persone nel film, allo stesso tempo occorre in un certo senso ridimensionare la portata dei crimini dello stesso protagonista. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che quanto accade sullo schermo rappresenta il modo di vedere il mondo di Patrick e quindi non possiamo fidarci del tutto di quanto avviene, essendo frutto della mente di un sadico e folle. Ad esempio, è praticamente impossibile che un bancomat possa ordinare ad un uomo di dargli da  mangiare un gatto randagio, simbolo evidente della sua immaginazione da psicopatico che esplode in pieno. 

In sostanza, la genialità del finale di American Psycho non sta nel lasciarci con il dubbio su quante persone Bateman abbia effettivamente ucciso o non ucciso. L'aspetto più assurdo, paradossale, satirico e brillante della faccenda sta nel fatto che l'uomo ammette candidamente i suoi orribili crimini e nessuno lo prende sul serio. Bateman ha vissuto un'esistenza in un mondo dove conta solo quel che appare, tanto da diventare un mistero anche per se stesso, con il solo desiderio di poter esternare il suo dolore infliggendolo agli altri. Una sorta di metafora del mondo moderno? Di certo, l'importanza che viene data all'apparenza di un bel lavoro, di bei vestiti e di uno stile di vita invidiabile lasciano spazio ad un'ampia riflessione in tal senso.

American Psycho: finzione o realtà?

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American Psycho scena
Una cruda scena di American Psycho

Ma non è solo questa l'interpretazione che potremmo cogliere dal finale di American Psycho.

Come dimostra il fatto che Patrick Bateman sia puntualmente poco riconosciuto da altri personaggi nel corso del film, il protagonista di American Psycho è inteso come soltanto un anonimo volto nella folla di New York. Il suo incessante bisogno di adattarsi ad ogni costo lo ha reso praticamente invisibile e cammuffabile, sino al paradosso di poter far esplodere tutta la sua follia omicida nel centro di New York e di andare via senza che nessuno se ne accorga.

Inoltre, il suo status di ricco e affascinante uomo d'affari sembra impedire agli altri di credere alla sua nemesi di feroce assassino. 

A tentare di dipanare i dubbi in merito al significato e al finale di American Psycho ci ha pensato, in un'intervista rilasciata alcuni anni fa, anche la regista Mary Harron, che si è detta delusa e insoddisfatta del "finale":

Penso che sia un fallimento per me il fatto che le persone guardino il film e pensano che sia tutto un sogno. Non l'ho mai voluto. Tutto quello che volevo era che il film fosse ambiguo nel modo in cui lo è stato il libro. Penso che il finale rappresenti un mio fallimento. Avrei dovuto lasciarlo più aperto. Fa sembrare che fosse tutto accaduto nella sua testa [del protagonista Patrick Bateman, n.d.R.], e per quanto mi riguarda non è stato così.

Anche Guinevere Turner, co-sceneggiatrice di American Psycho ha voluto dire la sua in merito a quanto di reale (o meno) avviene nel film:

Quello che accade mentre il film va avanti è che quello che vedete è ciò che sta succedendo nella sua testa [di Bateman, n.d.R]. Quindi quando spara a una macchina che poi esplode, anche il protagonista è incredulo e comincia a rendersi conto che la sua percezione della realtà potrebbe non essere corretta. Man mano che cresce la sua follia, quello che vediamo in realtà diventa più distorto e più difficile da capire, ma significa anche che sta davvero uccidendo tutte queste persone, è solo che probabilmente non è così ben vestito, non è filato tutto liscio senza intoppi come sembra, etc. È solo il mondo fantastico di Bateman.

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