Avengers: Endgame, registi e sceneggiatori non sono d'accordo su come funzionano i viaggi nel tempo nel film

Gli sceneggiatori di Avengers: Endgame non concordano con i fratelli Russo per quel che riguarda il viaggio nel tempo nel film.

Autore: Emanuele Zambon ,

L'ultima volta che un film aveva alimentato il dibattito in maniera così accesa oppure fornito più chiavi per altrettante libere interpretazioni è stata in occasione delle odissee spaziali di Kubrick. O forse era l'apocalisse vietnamita immaginata da Coppola. O magari la fantascienza replicante di Blade Runner. Stavolta è toccato invece ad Avengers: Endgame smuovere il pensiero dello spettatore, metterne in moto la fantasia.

Il film dei fratelli Anthony e Joe Russo affronta sì il tema del dolore e al tempo stesso (auto)celebra 11 anni di Marvel Cinematic Universe con una conclusione degna, come piacerebbe chiamarla al Dio del Tuono. La parte centrale, però, più vicina agli sci-fi anni '80 che ai cinecomic, è quella che ha generato più interrogativi, accentuati ancor di più dalla scena conclusiva che ha per protagonista lo Steve Rogers a.k.a. Captain America di Chris Evans. 

Avengers: Endgame: il viaggio del tempo scatena 2 teorie

Il nucleo centrale di Endgame poggia infatti su quello che Scott Lang chiama "un furto del tempo". Gli Avengers pianificano di usare le particelle Pym - la cui tecnologia viene perfezionata dall'uomo della provvidenza, Tony Stark - aprendosi un varco nel Regno Quantico per tornare indietro nel tempo e rintracciare così le Gemme dell'Infinito, che nel presente sono andate invece distrutte per mano di Thanos. Alla fine del film, dopo la rocambolesca e strappalacrime resa dei conti fra i Vendicatori (finalmente uniti) e il Titano pazzo, Steve Rogers effettua un ultimo viaggio nel tempo per rimettere a posto le Gemme e non alterare così il corso degli eventi. Come sappiamo, dopo aver portato a termine la missione, Cap fa ritorno al presente (o sarebbe meglio dire alla dimensione principale) ormai invecchiato dopo aver vissuto una vita intera a fianco del grande amore di sempre, Peggy Carter.

E qui sono volate sedie e sberle tra le cattedre di fisica, con due movimenti di pensiero scaturiti dai paradossi temporali del film che annovera nel cast Robert Downey Jr., Scarlett Johansson e Chris Hemsworth. Il bello è che gli stessi sceneggiatori del film, vale a dire Christopher Markus e Stephen McFeely, non condividono le stesse idee dei registi di Endgame, Anthony e Joe Russo.

Avengers: Endgame, il marito di Peggy Carter

Marvel Studios
Una scena del film

L'aspetto su cui i quattro discordano riguarda proprio il viaggio nel tempo intrapreso alla fine del film da Steve Rogers. Come sappiamo, quello che fa ritorno al presente è "Old Cap", un Rogers invecchiato e con la fede al dito. Il tutto viene svelato da un flashback finale che mostra il giovane Steve ballare stretto alla sua Peggy, che - si scopre - ha potuto così sposare tornando indietro fino agli anni '50. Fin qui tutto ok, se non fosse che Captain America - The Winter Soldier aveva rivelato che Peggy (nel film anziana e malata) aveva un marito e due figli. Alcuni fan hanno quindi ipotizzato che Steve Rogers potesse essere il marito segreto della donna da sempre. Altri invece hanno preferito credere che Steve avesse generato una linea temporale alternativa quando è tornato a vivere con Peggy, tornando poi nella dimensione principale ormai vecchio.

Con grande sorpresa, Markus e McFeely - sceneggiatori, oltre che di Endgame, anche di The Winter Soldier, danno ragione alla prima scuola di pensiero in un Q&A con The Hollywood Reporter, affermando come nella loro testa Steve fosse il marito di Peggy da sempre. "Ci siamo sempre immaginati Steve come il padre di quei due bambini", ha sentenziato McFeely. Markus ha rincarato la dose, aggiungendo: "Stuzzica l'idea che vi siano due bambini che hanno un po' di DNA da super soldato".

La versione dei Russo sul tema più dibattuto del film - i paradossi temporali - propende invece per il multiverso e la realtà alternativa, concetti che dominano del resto l'intero film, tra spiegazioni articolate dell'Antico e di Bruce Banner e scene che hanno lasciato volutamente in sospeso il destino di alcuni dei personaggi del film (vedi Loki). Questo il pensiero di Joe Russo in merito al destino di Steve:

Il viaggio nel tempo in questo film ha introdotto una realtà alternativa. Cap ha vissuto una vita completamente diversa in quel mondo. Non sappiamo come sia stata la sua vita, ma mi piace immaginare che abbia aiutato gli altri anche in quella nuova realtà.

Marvel Studios
Una scena di Captain America - Il primo Vendicatore

Il regista ha poi aggiunto: "Sì, c'erano due Captain America in quella realtà. Se torni indietro, hai semplicemente creato una nuova realtà. I personaggi di questo film hanno creato una nuova timeline quando sono tornati nel passato, ma ciò non ha avuto alcun effetto sull'universo principale. Quello che è successo negli ultimi 22 film resta tale".

In pratica, secondo i Russo, Cap ha vissuto la sua vita coniugale in un universo diverso da quello principale per poi tornare - per mezzo di un nuovo switch quantico-temporale - al "presente" ormai da anziano. L'esatto contrario di quanto affermato dagli sceneggiatori, per i quali Cap sarebbe invece tornato indietro nel tempo nello stesso universo, vivendo la sua vita mentre la versione più giovane di sé stesso rimaneva ibernata (si sarebbe svegliata quasi 70 anni più tardi). 

In entrambi i casi rimangono alcuni punti piuttosto oscuri, specie per la teoria di McFeely e Markus: se Steve ha davvero sposato Peggy, possibile che nessuno dello S.H.I.E.L.D. in tutti questi anni abbia scoperto la sua identità? Non a tutti basta indossare un paio di occhiali da vista per non essere riconosciuti.

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