Berserk di Kentaro Miura: un destino nero come l'inchiostro

Ricordate l'opera magna del compianto Kentarō Miura: Berserk, rimarrà uno tra i dark fantasy più grandi di sempre. Pure se maledetto, pure se lacerato.

Autore: Elisa Erriu ,

Berserk non si può definire soltanto un manga. È troppo grande. Troppo spesso, troppo pesante e grezzo. Non è altro che un enorme blocco di ferro.

Molto probabilmente, se conoscete l’opera più importante di Kentarō Miura, avrete sorriso nel leggere queste parole, le stesse usate dal Maestro per descrivere l’Ammazzadraghi del suo amato personaggio.

Se, invece, non avete mai letto la sua storia, vi siete persi uno dei manga più coinvolgenti, travolgenti e spietati dei nostri tempi. La sua trama, così come la sua anima, è intrisa di un sangue nero che chiamano “inchiostro”. 

 

Kentarō Miura, il suo creatore, aveva iniziato il suo manga alla “vecchia maniera”, con pennino e china. Per più di trent’anni ha forgiato la sua opera, plasmandola con la stessa cura e perizia di un certo fabbro di nome Godor. 

In Berserk, così come spesso capita nei manga più appassionanti e appassionati, Miura ha ritratto, dipinto e colorato un intero universo. Ha attinto dalle sue passioni, dai suoi studi e da un vasto assortimento di citazioni artistiche.

Purtroppo, il Maestro ci ha lasciato il 6 Maggio 2021 senza riuscire a terminare la sua opera. Un anno dopo la sua scomparsa, i suoi assistenti e il suo amico Kōji Mori hanno preso la decisione di portare avanti l’opera seguendo le indicazioni che il Maestro ha lasciato.

Così il suo team ha continuato la storia senza la sua guida, immaginando ciò che, secondo loro, poteva essere il finale voluto da Miura.

L’opera, mostruosamente immensa, ha influenzato numerosi artisti, produttori e creatori. Il suo successo, lungo più di trent'anni, le ha permesso di approdare in altri campi, come i videogiochi, le canzoni, i libri e nei media anche più insospettabili. 

Oggi il destino di Berserk prosegue come ha sempre fatto, sferzando e spezzando l’animo dei suoi lettori. Ripercorriamo il viaggio di Gatsu e dei suoi compagni, dentro e fuori le pagine, spiegando perché sia in grado, oggi e sempre, a macchiarci il cuore.

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Berserk: il manga dal destino nero come l'inchiostro di Kentarō Miura

Quando è nato Berserk?

È il 1989 quando nasce in Giappone Berserk, avvolto tra le pagine della rivista Monthly Animal House, la testata che nel 2006 diverrà quella che molti di noi conoscono con il nome Young Animal. 

Prima di Berserk, tuttavia, Miura ha creato nel 1988 Berserk - The Prototype, un one-shot di 48 pagine. Qui l'autore aveva già profetizzato il futuro e il destino dell'opera principale.

Questo "prototipo" fu scritto da Miura per un concorso della Scuola di Manga Comi della casa editrice Hakusensha. L'editore, soddisfatto, propose di serializzare il lavoro che ne sarebbe seguito, fiducioso che il giovane mangaka avrebbe potuto offrire qualcosa ancora più... "tagliente". E così fu.

In quel periodo, il mercato dei manga abbondava di sfumature "fantasy": Kazushi Hagiwara lanciò Bastard!! nel 1988, un manga con ambientazioni che richiamano un Me(tal)dioevo post-apocalittico.

Nel 1987, invece, iniziavano Le Bizzarre avventure di Jojo di Hiroiko Araki, che ritraeva trame oscure, drammatiche e decisamente "bizzarre", mescolando generi surreali e sovrannaturali.

 

Potremmo pensare che un libricino inchiostrato con un'Ammazzadraghi sia stato creato per offrire un'alternativa a questi autori, qualcosa di nuovo, diverso, fuori dall'ordinario.

Non ci aspetteremmo che un manga simile potesse raccontare la storia di ciascuno di noi: troppa violenza, troppo orrore. Berserk è semplicemente un "fantasy" più oscuro del solito, vero? Sbagliato.

Miura, per la sua opera, attingeva principalmente alle tragedie che affliggevano quotidianamente le vite di coloro che vivevano gli struggenti anni '80.

Perché Berserk è un capolavoro?

I fili del destino di Berserk sono tessuti da mani che appartengono alla storia medievale, a leggende, artisti e iconografie profane. Tutte le sue ambientazioni e i suoi personaggi rappresentano richiami alla storia dell’Europa e della mitologia occidentale a cavallo tra il 1300 e il 1500, a partire dalle battaglie delle Midlands e la reale Guerra dei Cent'anni tra francesi e inglesi, che si svolse approssimativamente tra il 1337 e il 1452.

 

Kentarō Miura ha ambientato lo sviluppo della sua opera in una sorta di "Medioevo alternativo" e le virgolette non sono casuali, poiché il Maestro ha fatto ampio uso di fonti storiche accurate, arricchite da elementi di dark fantasy. 

Kentarō Miura ha infatti ambientato la sua opera in una sorta di Medioevo “alternativo” e le virgolette non sono casuali. A livello storico, infatti, il Maestro ha fatto ampio uso di fonti storiche accurate, costellate di elementi dark fantasy.

Miura ha creato il suo stile personale suggestionato (quasi ossessionato) da numerose citazioni storiche del basso Medioevo. La cura per i dettagli, il tratto deciso, realistico, inchiostrato rigorosamente a mano, sono soltanto alcuni dei tratti distintivi dello stile di Miura, che è possibile riconoscere sin dalle sue prime pagine, così nere che i lettori si sporcavano le mani coi suoi fumetti.

Panini Comics - Kentarō Miura
Berserk - Gatsu con l'armatura e la Amaazzadraghi
Berserk - l'armatura di Gatsu

Tutto in Berserk era un tripudio all’arte: dalle espressioni tagliate letteralmente con china e pennino sino alle ambientazioni e alle opere architettoniche, disegnate in maniera così appropriata dal Maestro, che possiamo riconoscere senza dubbio il Palazzo Vecchio a Firenze, la moschea di Cordoba o la Cattedrale di Reims.

Ma non è stata solo la storia a forgiare le gesta di Gatsu. Miura ha più volte dichiarato che a ispirarlo (quasi guidarlo) è stato anche lo stile di altri Maestri.

Per la sua opera, Miura si è di certo ispirato alla Saga di Guin di Kaoru Kurimoto, amalgamandolo allo stile esagerato di Violence Jack di Go Nagai. Inoltre, il suo tratto parrebbe derivato dalla visione di numerose opere artistiche, tra le quali quelle di Escher e Bosch.

L'Arte, anche quella del cinema, ha ispirato il Maestro: nei suoi disegni riconosciamo icone provenienti dal cinema, come L’amore e il sangue di Paul Verhoeven, o anche Hellraisers di Clive Barker, Rutger Hauer in Ladyhawke. Oltre ad altri richiami di altri mangaka, come Tetsuo Hara e Fujihiko Hosono.

Proprio con il Devilman di Go Nagai, per esempio, è possibile trovare fortissime similitudini in Berserk, a partire dal rapporto di Akira e Ryo (Amon e Satana) con quello di Gatsu e Grifis, fino alle illustrazioni nevrotiche, energiche e infernali, che ricordano in entrambi gli autori lo stile delle illustrazioni dantesche di Gustave Dorè.

 

In Berserk, acclamato come uno dei seinen più famosi e distintivi di tutti i tempi, insomma, vive un numero vastissimo di miti, creature e stili che si ricollegano a gran parte delle storie del mondo.

Esseri che abitano gli Oceani e gli Abissi, troll, spettri e coccodrilli, tigri demoniache e piccoli Bejelit, che ricordano il rompicapo di LeMerchant, con cui è possibile evocare i Cenobiti e cambiare il corso della propria esistenza.

Troviamo anche i Kushan, ispirati dagli ottomani, dai persiani e indiani che nel 1453 assediarono Costantinopoli.

Persino le navi, gli abiti e le armature di Berserk sono storicamente accurati. Amalgamando il tutto con un sapiente lavoro di maestria, è come se Miura avesse riscritto la storia dell’uomo e dei suoi miti, celando il tutto sotto un mantello nero.

Le ispirazioni di Kentarō Miura: la storia dietro la storia

Tra le numerose interviste concesse da Miura, è emerso che, come accade spesso con i mangaka più famosi, gran parte della trama del manga è un riflesso della vita stessa del suo autore.

Il Maestro, quando faceva colazione, prima di mettere mano al suo Berserk, vedeva nei telegiornali un mondo afflitto da guerre e tragedie civili. Il Giappone di quel periodo era, come definito da lui stesso nel corso di un’intervista con Yukari Fujimoto: “triste e spaventoso”.

Ogni giorno, al notiziario, potevi sentire storie di criminali e di persone morte innocenti, con l’unica colpa di essersi trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Attraverso il suo manga, Miura desiderava elaborare la paura, la rabbia e lo sgomento, trasformandoli in qualcosa di autentico, di vero, qualcosa con cui i lettori potessero empatizzare.

Miura aveva appena ventitrè anni quando intraprese l'avventura di Berserk. Mentre lo disegnava, conservava ancora i ricordi della sua vita al liceo, amava gli shojo, era mancino e aveva paura di non essere all’altezza, invidiando rispettosamente i suoi colleghi fumettisti.

Così, il Maestro, pur affermando di attingere a battaglie avvenute secoli fa, ha rivelato più volte di essere stato influenzato anche dagli sconvolgimenti del suo tempo.

La violenza, a quanto pare, è dunque una prerogativa della specie umana e sembra destinata a ricapitare, storia dopo storia, epoca dopo epoca?

La risposta di Miura, che amava i giochi delle Idolmaster e il suo lavoro, al punto da dedicargli tutta la propria vita, si trova racchiusa un po’ nella Mano di Dio, un po’ dentro le nostre più oscure emozioni.

La trama di Berserk: destino, sangue e oscurità

L’opera di  Kentarō Miura è lunga e complicata: il primo capitolo di Berserk si apre come l’abbraccio lussurioso di un demone. Così capiamo subito con che genere di storia dovremmo fare i conti da qui in avanti.

Ma questo è soltanto l’oscuro incipit di una trama che, tavola dopo tavola, si abissa sempre più negli oscuri meandri della mente umana. Man mano che proseguiremo il viaggio, troveremo palesi pensieri filosofici ed ermeneutici, intrecciati a una trama dai fini richiami storici. Al momento, Berserk è suddiviso in cinque archi narrativi.

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Primo Arco narrativo – Il Guerriero Nero: il primo arco narrativo di Berserk, intitolato “il Guerriero nero”, comprende i primi tre tankobon, termine giapponese per indicare un blocco unico di capitoli, una serie composta da un ordine svariato di volumi.

I primi capitoli di Berserk ci portano in medias res, ovvero in mezzo alla storia del nostro protagonista: qui assistiamo al viaggio di Gatsu, uno spadaccino avvolto da un mantello nero che migra di città in città in cerca di qualcosa. O meglio, qualcuno.

L’oscuro mercenario è assetato di vendetta: sta cercando gli Apostoli, esseri umani che hanno corrotto la propria anima, sacrificando ciò che più amavano, in cambio di un potere terrificante. O meglio, divino.

Man mano che Gatsu sconfigge questi esseri mostruosi che una volta erano uomini, conosciamo il suo passato e comprendiamo di più la natura del suo cuore.

Secondo Arco narrativo – L’età dell’Oro: insieme all’arco successivo, sono il cuore pulsante di Berserk, racchiuso dal 3° fino al 14° tankobon. Non possiamo dire di aver iniziato Berserk, finché non assistiamo alla nascita di Gatsu, nato dal corpo di una donna impiccata.

È proprio qui, dove tutto ha avuto inizio, che apprendiamo il destino del manga e la sua natura sanguinea. Dopo aver visto così tanto la morte, apprendiamo la vita del nostro protagonista e scopriamo il suo passato da mercenario della Squadra dei Falchi, il suo incontro/scontro con Grifis e Caska, fino all’inevitabile momento in cui Gatsu decide di non far più parte del sogno del Falco.

Terzo Arco narrativo – La Condanna: dal 14° fino al 21° tankobon, l’altro arco che spiega e mostra spietatamente il perché Gatsu fino adesso fosse in cerca di vendetta.

È l’arco dedicato all’Eclissi e alla condanna di Gatsu e Caska di “sopravvivere” come Sacrifici. Sono i capitoli dedicati alla consapevolezza e al ritorno del fato, poiché il Guerriero Nero, dopo un lungo peregrinare intento a distruggere la Mano di Dio capitanata da Phemt, decide di accettare l’inevitabile: proteggere chi ama.

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Quarto Arco narrativo – Il Falco del Regno Millenario: dal 22° al 35° tankobon, Gatsu ha una nuova “squadra”, un gruppo di compagni decisi ad accompagnarlo nel suo viaggio per far recuperare la memoria a Caska. I capitoli culminano con uno scontro colossale che dà vita al regno di Falconia, il sogno di Grifis.

Quinto Arco narrativo – Il Mondo Fantastico: arrivano fino al 40° tankobon e all’arrivo di Gatsu e i suoi nell’Isola degli Elfi, l’ultima meta del loro viaggio, dove Caska può essere guarita. Questo è ovviamente un mero riassunto del sangue e dell’oscurità che permeano l’opera, in cui tralasciamo purtroppo molti altri personaggi, molte sfumature e molte citazioni sullo spietato destino che Gatsu deve ancora vivere.

Attualmente sono stati pubblicati 41 tankobon di Berserk, purtroppo però il 41° non rientra in titolo ufficiale perché l'arco narrativo è ancora in corso. È l’ultimo realizzato da Kentarō Miura e si conclude con il 364° capitolo. Questo possiede un titolo, alquanto significativo e spiazzante, traducibile come: “Una Lacrima come Rugiada Mattutina”. 

Il manga ha poi ripreso dal 365° capitolo, con la direzione dell'opera passata allo Studio GAGA, lo stesso creato e gestito da Miura, e la supervisione di Kouji Mori, un suo carissimo amico. Lui e lo staff sanno benissimo che Berserk si è concluso con l’ultimo capitolo diretto da Miura, ma con profondo rispetto e amore verso il Maestro, hanno deciso di proseguire.

Loro, prima di essere colleghi, erano amici di Miura, parlavano con lui ogni giorno, ricalcavano le sue linee, condividevano pasti e ricordi con lui.

Questo non basta per nutrire una profonda ammirazione nei confronti di chi, come loro, nonostante il dolore e la consapevolezza di non essere al suo livello, vogliano comunque proseguire?

Chi è Gatsu?

Ogni tavola di Kentarō Miura è stata cesellata con meticolosità e perizia, il che spiega il tempo impiegato dal Maestro per realizzarle. Ogni personaggio di Berserk rappresentava una situazione ben precisa, un riferimento culturale, una citazione personale, storica o persino antropologica.

All’apparenza, il protagonista è un uomo segnato dalla guerra, un terrificante spadaccino, vendicativo, sanguinario e spietato. Approfondendo la storia di Gatsu, impariamo che il guerriero che indossa l’armatura del Berserk è anche questo. Ma non soltanto questo.

A partire dal suo nome, che hanno interpretato come un'allusione al termine tedesco per “gatto selvatico” oppure al termine inglese per dire “viscere/coraggio”, sappiamo che in realtà Miura l’ha chiamato così per la sua immensa conoscenza della cultura medievale in Europa.

Miura, infatti, era incappato spesso in questo nome mentre studiava la Guerra dei Cent’Anni. 

Panini Comics - Kentarō Miura
Berserk - Caska abbraccia Gatsu
Berserk - Caska abbraccia Gatsu

Durante le sue ricerche sulle vicende avvenute nelle Midlands tra il 1300 e la seconda metà del 1400, periodo che si collega alle vicende narrate in Berserk, il Maestro ha scoperto un certo personaggio, Gottfried "Götz" von Berlichingen.

Costui era un cavaliere tedesco vissuto approssimativamente nello stesso periodo in cui è ambientato il manga. 

Questo valoroso soldato divenne famoso grazie allo scrittore e poeta Johann Wolfgang von Goethe, che scrisse una tragedia ispirata alla sua vita, immortalando le sue gesta.

"Götz" condivide con Gatsu oltre al nome, un temperamento indipendente, spavaldo e coraggioso, sprezzante dei potenti e dei pericoli.

Inoltre, entrambi hanno perso un braccio a causa di un cannone e per sbeffeggiare un po' la sorte, entrambi combattono con una certa protesi di ferro, la stessa che porterà Gatsu ad un certo punto della storia.

In aggiunta a ciò, sappiamo con certezza che il Maestro non aveva delineato completamente Gatsu sin dalle origini di Berserk.

All'inizio aveva soltanto una certezza, ovvero voleva rappresentare un personaggio vendicativo, condotto da una cieca rabbia. Un uomo che incarnasse l’ego e l’animo degli anni oscuri in cui viveva il nostro Miura.

Un uomo così grande e potente che non combattesse con una spada qualsiasi, bensì mulinasse un gigantesco e grezzo spadone dal peso di 400 libbre, l’iconica Ammazzadraghi.

E prima che pensiate che almeno questa sia un’invenzione del Maestro, dovete sapere che nel 1500 è vissuto un mercenario noto per impugnare una zweihander, un enorme spadone a due mani che pesava oltre 100 kg.

Il padrone di questa temibile arma si chiamava Pier Gerlofs Donia, un possente guerriero assetato di vendetta per la moglie uccisa dai lanzichenecchi. Il caso non esiste in Berserk.

Panini Comics - Kentarō Miura
Berserk - Gatsu e Caska si baciano per la prima volta
Berserk - il primo bacio di Gatsu e Caska

Inoltre, Gatsu rappresentava un lato caratteriale di un caro amico dell’adolescenza di Miura, una persona che si lasciava guidare dalle sue emozioni, impulsiva, indisponente e talvolta molto testarda. Tuttavia, Gatsu non è un personaggio del tutto negativo: ombre e luci, bene e male, convivono in Berserk fuse e confuse.

La linea morale dei personaggi dell’opera di Miura non è mai assoluta. Al contrario, è grazie a Gatsu e al suo amico/rivale Grifis che prendono vita le molteplici sfaccettature complementari dell'animo umano: amore, odio, rancore, paura, ambizione, perdizione.

I personaggi: nemici e amici, odio e amore, l'orrore e la meraviglia

Miura aveva definito i suoi Grifis e Guts come “i sentimenti di un ragazzo che cerca seriamente di raggiungere qualcosa”: riflesso e aspetto, realtà e illusione, due raggi opposti di uno stesso cerchio, che ruotano e danzano dentro ognuno di noi. Così sono i due protagonisti principali di Berserk.

Grifis, il carismatico leader della Squadra dei Falchi, sarebbe ricalcato su un condottiero britannico, John Hawkwood. Noto in Italia come Giovanni l’Acuto, era (casualmente?) il comandante di una truppa nota come la Compagnia Bianca del Falco, che ha combattuto appunto nella sopracitata Guerra dei Cent’anni.

Nella storia di Berserk, Grifis è l'opposto di Gatsu: dall’aspetto “candido“, luminoso, sorridente, femmineo, ha un fascino innato che conquista tutte le persone che lo circondano. Inizialmente amico di Gatsu, diverrà in seguito il suo più acerrimo nemico.

È un abile stratega disposto a tutto pur di realizzare il proprio sogno. Ed è forse proprio questo ciò che lo divide da Gatsu: in fondo, il Guerriero Nero cercava soltanto un focolare dove sedersi in una notte fredda. Non aveva ambizioni troppe elevate, fatte di castelli e regni da dominare.

Al contrario, Grifis, una volta perso il suo amico, impazzisce e cambia i suoi piani, organizzati da tutta una vita e a costo di tanti sacrifici. Tutto, pur di tenere Gatsu stretto a sé. Una mossa che sconvolgerà il corso degli eventi del manga.

Tra gli altri personaggi troviamo anche Caska, anche lei membro della Squadra dei Falchi, i mercenari che combattono nella guerra delle Midlands.

Abile combattente, Caska diverrà prima l’amante di Gatsu e infine vittima della faida tra lui e Grifis. Anche lei verrà marchiata dai fatti dell’Eclisse e sarà una delle poche sopravvissute.

Si riunirà al Guerriero nero insieme ai suoi nuovi compagni Pak, un piccolo spirito del vento che spesso crea le parti comiche del manga, poi Farnese, Serpico, Shilke, Isidoro, legati a Gatsu dalle ferrose macine del destino.

I rivali: in battaglia, chi perde muore

Ciò che rende unica l’opera di Miura è la capacità di sviscerare l’animo umano: orridi mostri, spietati condottieri, persone afflitte dal destino o persino il nostro migliore amico, chiunque in Berserk può rivelarsi protagonista o antagonista.

I rivali di Gatsu hanno sempre avuto uno spessore tutto loro e una storia che non giustificava, ma perlomeno motivava le proprie azioni.

Miura ha donato loro l’aspetto terrificante di esseri sovrannaturali, come il Barone Serpente oppure Wiald, uomini deformati dalle proprie ambizioni.

Numerosi incubi  perseguitano le notti di Gatsu, creature tratte dai film horror o dalle favole europee lo assalgono e lo ostacolano, come è il caso dei membri della Mano di Dio e Lucine.

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Berserk. Il cavaliere del drago di fuoco

Berserk. Il cavaliere del drago di fuoco

Scritto da Makoto Fukami e illustrato da Kentaro Miura, un romanzo che narra le origini di Gurnbeld, cavaliere al servizio di Grifis.

L'autore ha persino attinto da miti e religioni per intrecciare il destino del Guerriero nero in una sorta di fantastico realismo, presentandogli lungo il cammino avversari temibili e potenti come Ganishuka e Mozgus.

Talvolta, invece, gli avversari si sono rivelati nobili guerrieri, spinti da un codice d’onore, come Zodd l’Immortale e Gurnbeld, a cui Miura ha persino dedicato una serie a parte.

Altre volte il nemico si rivelava un amico, come è capitato col Cavaliere del Teschio. Questo misterioso personaggio ha avuto un ruolo fondamentale in tutto l’arco narrativo, sebbene sia apparso e scomparso a proprio piacere, lasciando spesso dubbie le sue reali azioni.

Altre volte ancora l’avversario si annidava nelle trame di corte, nelle strategie dei nobili delle Midlands e negli intrighi per conquistare sempre più potere.

Anche un genitore adottivo poteva rivelarsi uno spietato avversario, come è successo al piccolo Gatsu quando Gambino gli insegnò la dura vita di un orfano in mezzo a un campo di battaglia.

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Berserk Statue

Berserk Statue

Statua rappresentante Gatsu con l'armatura di Berserk, circa 25 cm di altezza, ideale per gli appassionati del manga.

Nessuno è “buono” o “cattivo” in Berserk, i confini di questi estremismi umani, sono una mera illusione: così come Grifis, il virtuoso condottiero, è disposto a tutto pur di perseguire il suo sogno, al punto di trasformarsi nel più oscuro dei personaggi, anche Gatsu, il protagonista spinto dalla sete di vendetta, si rivela in verità essere soltanto “un uomo”, desideroso di semplici cose, come una famiglia. 

Il vero “mostro” nella trama di Miura è il destino, perché:

l’uomo si illude di essere il fautore della propria vita, ma esistono elementi superiori che guidano e controllano il destino di ognuno di noi, chiamateli forze sovrannaturali oppure intervento divino, ciò che è certo è che le nostre azioni non sono il risultato del libero arbitrio.

L'anime di Berserk

Il successo di Berserk si calcola anche nei vari media e negli svariati cuori che è riuscito a conquistare: oltre al manga, sono diventate famose le serie anime e i film tratti dall’opera originale. Talvolta, purtroppo, anche per la scarsa qualità, rispetto al manga di Miura.

La prima serie televisiva dedicata all’opera di Miura è stata trasmessa in Giappone tra il 1997 e il 1998: la VAP ha realizzato questo anime composto da 25 episodi di 25 minuti, riproducendo a grandi linee i primi tre archi narrativi della storia originale.

Questa prima serie, generalmente apprezzata dai fan, è stata trasmessa su Italia 1 in fascia notturna, ogni venerdì oltre la mezzanotte, nel 2002.

In seguito è stata raccolta in 13 videocassette e poi in cinque DVD da Yamato Video, ormai esaurita da diverso tempo.

 

A grande richiesta, infatti, da quest’anno Yamato Video ha reso finalmente disponibile per la prima volta in Italia l‘edizione Blu Ray della serie del ’97 di Berserk, che include oltre ai 3 CD con l’anime anche un booklet esclusivo di 40 pagine.

Questo prime anime, pur rimanendo fedele alle ambientazioni oscure e drammatiche tipiche dell’opera originale, si differenzia dal manga in numerosi particolari: la rimozione di alcune scene, come l’infanzia di Gatsu, e l’assenza di alcuni personaggi, come l’elfo Pak o il Cavaliere del Teschio.

Le tematiche di amicizia e ambizione sono inoltre più sviluppate rispetto agli aspetti soprannaturali e del fato.

Tuttavia, pur con queste differenze, a contribuire il successo della prima serie anime, sono stati anche il character design di Yoshihiko Umakoshi e le musiche di Susumu Hirasawa, celeberrimo compositore di numerosi album, tra i quali le colonne sonore di diversi film di Satoshi Kon.

Dopo il successo della serie, nel 2010 venne annunciato un nuovo progetto cinematografico dedicato sempre a Berserk: dopo due anni esce infatti al cinema il primo film di una trilogia, realizzata da Studio 4°C in CGI e motion capture, per la regia di Toshiyuki Kubooka.

Con questa serie intitolata Berserk – L’epoca d’oro, vengono ripercorse le vicende di Gatsu in tre capitoli, Capitolo I: L’uovo del Re dominatore, Capitolo II: La conquista di Doldrey e il Capitolo III: L’avventodistribuiti dalla Warner Bros. e pubblicati in italiano in DVD e Blu-ray da Yamato Video.

Pur raccontando gli stessi archi narrativi già affrontati nella serie tv, stavolta la prospettiva narrativa cambia (e non soltanto dal punto di vista grafico), permettendo alla trilogia di diventare un successo al botteghino. 

I film convincono a tal punto i produttori, che a distanza di tempo progettano finalmente di lanciare una nuova serie anime, che riprenda la narrazione dopo l’Eclisse.

Parliamo della seconda serie animata andata in onda nel 2016: questa serie realizzata dagli studi Liden Films, Gemba e Millepensee, per la regia di Shin Itakagi sotto la supervisione dello stesso Miura, è stata realizzata quasi interamente in animazione digitale, risultando spesso agli spettatori come macchinosa e sgradevole nelle scene d’azione.

Ed era un peccato, perché a livello di narrazione si è spinta più in là di quanto abbiano fatto la serie precedente e i tre film, risultando persino più fedele al manga.

Nonostante due stagioni da 12 episodi ciascuna, la nuova serie mandata su Crunchyroll rimane ancora adesso la meno apprezzata.

Le edizioni italiane di Berserk: quale acquistare?

In Italia Berserk è pubblicato dall’etichetta Planet Manga di Panini Comics sin dall’agosto del 1996. La prima edizione, conosciuta come “la Serie Nera“, è formata da volumetti corrispondenti a metà degli originali giapponesi.

Secondo una pratica diffusa all’epoca della pubblicazione, l’editore ha ribaltato le tavole per rendere il fumetto leggibile da sinistra a destra, facendo sì che nell’edizione italiana ogni cosa risulti specchiata rispetto all’originale: Gatsu perde così il braccio destro e l’occhio sinistro.

Ciò ha comportato anche a modificare il titolo del capitolo 87: “L’immagine persistente dell’occhio destro” in L’immagine persistente dell’occhio sinistro.

In seguito Berserk in Italia è stato stampato anche nell’edizione “Maximum”, fedele all’edizione giapponese e quasi in tutto ai volumi tankobon originali.

Ora, però, quest’ultima edizione è stata sostituita molto probabilmente dall’ultima versione più recente, pubblicata da quest’anno sempre da Panini: l’edizione Deluxe. 

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Berserk deluxe (Vol. 1) Rilegato in Pelle

Berserk deluxe (Vol. 1) Rilegato in Pelle

L’edizione definitiva in dodici lussuosi volumi con copertina in simil-pelle del cupo capolavoro di Kentaro Miura. Contiene: Berserk vol. 1-3.

Questa nuova edizione è più costosa rispetto alle altre, per via della sua rilegatura di pregio, il cartonato arricchito e le lussuose copertine in simil-pelle. 

La lettura segue il tratto orientale, con persino le onomatopee lasciate così come erano state disegnate in originale dall’autore. Per concludere, ogni volume contiene una preziosa cover gallery a colori.

L’edizione Deluxe è quindi la versione giusta se state cercando un’opera il più simile all’originale, sebbene sia molto voluminosa: il primo dei dodici volumi (che comprende a sua volta i primi tre volumi originali), è però la versione perfetta per chi vuole iniziare a leggere il manga.

Discorso valido anche per i fan di lungo corso che potranno riscoprirne il fascino ancora una volta, con un oggetto da collezione.

Berserk nella cultura pop

Fino a qualche anno fa, Berserk è stato uno dei manga più venduti fuori dal Giappone: è stato tradotto ed esportato in vari Paesi nel mondo, in Francia e nei Paesi Bassi da Glénat, in Brasile, Germania, Messico e Spagna da Panini Comics, in Nord America da Dark Horse Comics, in Corea del Sud da Daiwon, e a Taiwan da Tong Li Publishing.

Nel 2018 è stato il fumetto più venduto di tutti i tempi dal celebre editore statunitense Dark Horse Comics, con oltre 2 milioni di copie vendute. 

Dopo anni di onorevoli successi e di milioni di copie vendute in tutto il mondo, il manga ha ricevuto però un lento declino nel tempo, complice la scarsa serializzazione costante da parte del suo autore.

Nel suo paese natale, Berserk riscuoteva una fama generalmente positiva: ogni volume che usciva, registrava numeri da record di vendite, sgomitando tanti titoli in voga. Ma è nel tempo che si giudica l’impatto che il manga ha avuto tra i suoi fan.

 

Infatti, sebbene l’opera abbia messo a dura prova i suoi lettori, durando più di trent’anni senza ancora il barlume della fine, in tutti questi anni ha coinvolto le vite di milioni di persone.

Tra questi, altri mangaka, altri artisti, persino alcuni scrittori, anche italiani, e tantissimi geni del mondo dei videogiochi: ci sono numerosi giochi che rendono omaggio a Berserk, a partire da Final Fantasy, per poi procedere con Drakenguard, Devil May Cry, Tales of Berseria e il recente Soulstice.

Hidetaka Miyazaki, creatore della serie di Souls, ha dichiarato più volte che tra le sue principali ispirazioni c’è Berserk, grande fonte di ammirazione per le sue opere.

Ecco perché è possibile riconoscere le numerose citazioni all’opera di Miura nei suoi Bloodborne e Dark Souls. Berserk ha anche una serie di videogiochi a suo nome, anche un gioco di carte collezionabili e una sfilza di action figure, alcune tra le più costose del settore.

Chi sta continuando Berserk?

Ora che Kentarō Miura ci ha tragicamente lasciati il 6 Maggio 2021, ci siamo tutti chiesti se avremmo mai potuto vedere la fine di Berserk.

Molti fan, per rispetto, avrebbero piuttosto sacrificato il loro desiderio di sapere come si sarebbe concluso il viaggio di Gatsu, rimanendo lì, sotto quella luna calante disegnata per l’ultima volta dal Maestro. Ma tanti altri avrebbero voluto che qualcuno ereditasse la sua storia.

Così, dopo un anno di silenzio, l’editore Hakusensha ha deciso che avrebbe continuato l’opera, supervisionata da Kouji Mori assieme allo Studio GAGA.

Il nuovo autore di Berserk era un caro amico del Maestro, al punto da avergli dedicato un memoriale quando è venuto a mancare, in cui raccontava la sua esperienza e la sua visione di Miura.

Mori, al contrario del suo amico, ha avuto una vita travagliata, si metteva spesso nei guai e fu proprio Miura ad aiutarlo a uscire da certe situazioni, esortandolo a continuare la vita da mangaka.

Attraverso le sue opere, Mori spesso rappresentava drammi quali il suicidio, il degrado della società moderna e le paure verso il nostro futuro, i suoi personaggi sono spesso deboli, tormentati o emarginati, persone comuni con cui è facile provare una forte empatia.

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Lontani dai canoni di Berserk, che vivono di sfumature, complessità e discromie con cui è praticamente impossibili delimitarli in uno standard unico. È persino difficile capire se li detestiamo o li amiamo.

Difficile dire, dunque, quale sarà il futuro di Berserk, ma una cosa è certa: Berserk non sarà più lo stesso. Sebbene fosse da tempo che Miura lasciava la sua opera nelle mani dei suoi fedelissimi assistenti, c’era sempre lui a supervisionare, a ultimare e cesellare i suoi personaggi e la sua storia.

Ora il manga è proseguito da giugno 2022 con una serializzazione estremamente accurata, lontana dagli standard di Miura.

Tuttavia, ne ha risentito inevitabilmente la qualità delle tavole: gli appunti e gli schizzi lasciati in eredità dal Maestro non possono competere con l’anima che lui ci metteva.

Eppure, come più volte dichiarato da Mori e i suoi, ciò che vedremo

Rappresenta il modo migliore per dar vita al Berserk che Miura immaginava, nella maniera più fedele possibile.

Fino al capitolo 373, pubblicato sotto la nuova linea direzione a maggio di quest'anno, ci è chiaro che mancherà sempre il tocco del Maestro.

Il destino, alla fine, ci ha insegnato ancora una volta quanto possa rivelarsi crudele. Ma abbiamo anche visto che anche un cuore sbranato da un’armatura eppure colmo di passione, dedizione e amore, può sconfiggere qualsiasi avversario. Anche la morte.

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