Star Trek: Strange New Worlds, i primi viaggi dell'Enteprise

Autore: Manuel Enrico ,

Ritornare alle origini. Le grandi saghe del cinema sembrano sempre più tentate da questa suggestione, tanto che anche i cult vedono in questa possibilità la strada per ritrovare la propria forza. Una scelta che può spingere a volgere lo sguardo agli albori di una continuity narrativa complessa, ma che al contempo è una sfida allettante, una nuova frontiera. E parlando di arrivare dove nessuno è mai giunto, una simile tentazione non poteva che interessare anche una delle saghe di fantascienza. Da questa volontà nasce Star Trek: Strange New Worlds, settima serie live action del franchise creato da Gene Roddenberry, che ci porta agli albori del mito dell’equipaggio della U.S.S. Enterprise. 

Dopo aver raccontato le prime, leggendarie imprese e averci presentato una nuova generazione, con Star Trek: Strange New Worlds si torna alle origini. Quanto abbiamo imparato a considerare come familiare all’interno della continuity di Star Trek viene ora riportato alla sua essenza, mostrando la nascita di elementi essenziali della saga, dalla Prima Direttiva al mai esplorato comando di Christopher Pike

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Una serie che si rivolge ai trekkie di vecchia data, ma che si dimostra accogliente anche per gli appassionati dell’ultima ora, stregati dalle nuove serie del franchise. Star Trek: Strange New Worlds, proprio per questa sua natura di racconto delle origini, può essere un ottimo entry point per cominciare il viaggio verso l’ultima frontiera. 

Star Trek: Strange New Worlds: la storia dell'Enterprise prima della missione di James Kirk

Star Trek: Strange New Worlds: quando è ambientato?

Star Trek: Strange New Worlds nasce come spin-off di Star Trek: Discovery. Oltre a collocare il viaggio di Pike e del suo equipaggio all’interno dell’universo Prime, ossia la timeline ‘canonica’ a cui appartengono tutte le serie di Star Trek (Enterprise, TOS, The Next Generation, Deep Space Nine, Voyager e Picard), questo consente di andare a esplorare un periodo storico solo accennato della storia della Flotta Stellare. 

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Cronologicamente, ci troviamo pochi anni prima che sia James T. Kirk ad assumere il comando dell’ammiraglia della Flotta Stellare, aspetto rende la trama di Star Trek: Strange New Worlds particolarmente intrigante. La scelta di collocarsi in un periodo così ravvicinato agli eventi della serie classica rappresenta una sfida per gli sceneggiatori. La sua natura di spin-off della seconda stagione di Star Trek: Discovery, in cui il capitano Pike ha un ruolo di primo piano, diventa parte integrante della trama di Star Trek: Strange New Worlds, che ha un altro punto fermo da considerare: la serie originale di Star Trek. 

Star Trek: Strange New Worlds diventa quindi il trait d’union tra quanto raccontato in Discovery e le leggendarie avventure dell'Enterprise comandata da James T. Kirk. Un punto di partenza e un traguardo che sono due paletti entro cui gli sceneggiatori devono ricondurre la narrazione, andando a creare una storia appassionante ma che sappia cogliere le corrette ispirazioni da quanto raccontato nelle precedenti serie. 

Ripensando agli episodi della serie classica in cui si affronta il passato dei personaggi principali, appare chiaro come ci sia una definizione essenziale e minimalista di questi anni perduti. Il focus sembra sempre sul presente e le conseguenze di momenti persi nel tempo, come nel caso di matrimonio di Spock o eventi del passato di Kirk. Questo abbozzare in modo minimal il background dei personaggi, a volte risolto successivamente con brevi cenni nei film al cinema, consente ora alla nuova serie di Star Trek di colmare queste apparenti lacune. 

Una possibilità che deve conciliarsi con il rispetto di una continuity che non ha mai avuto un inquadramento rigido, ma fedele al precetto di Gene Roddenberry che è sempre il racconto più recente ad avere carattere dogmatico, potrebbe aiutare a portare ordine in una cronologica spesso contradditoria. Operazione tentata in passato con Star Trek: Enterprise e in parte minore anche con la seconda stagione di  Picard, dove il viaggio nel tempo sino alla Terra del 2024 ha consentito di dare nuova forma ad alcuni eventi del passato della saga, come le guerre eugenetiche.

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Star Trek: Strange New Worlds potrebbe essere un ulteriore tassello di questa ricostruzione della cronologia di Star Trek, soprattutto se consideriamo come il finale improvviso di Star Trek: Enterprise abbiamo lasciato i fan della saga orfani di un momento centrale come la nascita della Federazione. L’orizzonte temporale in cui è ambientato Star Trek: Strange New Worlds è successivo alla creazione della Federazione Unita dei Pianeti e alla prima guerra interstellare combattuta dalla neonata alleanza spaziale, le Guerre Romulane, che erano state avviate proprio nell’ultima stagione di Enterprise e sono state in seguito citate nella serie classica nel celebre episodio La navicella invisibile.

È in questi anni di esplorazione, di scoperte che si forma il fulcro della Flotta Stellare, vivendo quelle avventure che saranno poi il know how su cui verranno sanciti i tratti tipici della Federazione, come la Prima Direttiva.

Gli episodi di Star Trek da vedere prima di Strange New Worlds

Per comprendere al meglio Star Trek: Strange New Worlds è consigliabile recuperare la seconda stagione di Star Trek: Discovery, dove il capitano Pike, interpretato da Anson Mount ha un ruolo di tale rilevanza da renderlo immediatamente caro al pubblico.

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In particolare, gli eventi raccontati in Star Trek: Discovery si intrecciano alla storia del misterioso pianeta Talos IV, che diventa fondamentale per la caratterizzazione del Pike della nuova serie di Star Trek. Quali sono quindi gli episodi di Star Trek per comprendere al meglio Star Trek: Strange New Worlds?

Il Duello (Amok Time)

Episodio d’apertura della seconda stagione della serie classica, in cui abbiamo modo di esplorare per la prima volta un momento intimo di Spock. Dopo essersi comportato in modo insolito e burbero, Spock chiede una licenza per recarsi sul natio Vulcano. 

Nonostante l’Enterprise sia attesa a un incontro come rappresentate della Federazione, Kirk acconsente ad accompagnare il suo primo ufficiale su Vulcano quando questi gli confessa di esser entrato nel ponn farr (letteralmente, febbre del sangue), un rito che ogni sette anni spinge i vulcaniani a far emergere le proprie emozioni in modo esplosivo come parte di un rituale di accompagnamento, da espletare sul mondo natio.

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Qui, Spock, accompagnato da Kirk e McCoy, incontra la sua promessa sposa, T’Pring, la quale invoca un’antica usanza vulcaniana, il kal-if-fee, combattimento rituale all’ultimo sangue, poiché intenzionata a sciogliere la promessa che la lega a Spock, preferendogli Stonn, suo amante. Come parte del kal-if-fee, T’Pring nomina Kirk come suo campione, costringendolo quindi ad affrontare Spock, che in un impeto di ira lo uccide. Sconvolto dall’accaduto, il vulcaniano libera T’Pring dalla sua promessa, scoprendo come la donna avesse ordito questo piano sapendo che sarebbe stata comunque libera: che fosse per la morte di Spock nel duello, o perché alla sua partenza sarebbe comunque ripartito a bordo dell’Enterprise. Tornato a bordo, uno sconvolto Spock scopre come Kirk abbia solo finto la sua morte, con la complicità di McCoy, momento passato alla storia di Star Trek perché occasione in cui Spock manifesta un’umana gioia abbracciando Kirk e sorridendo per la felicità.

L’ammutinamento (The Menagerie)

Doppio episodio della prima stagione della serie classica, è il punto di partenza ideale per comprendere la centralità della figura di Christopher Pike. L’Enterprise viene richiamata alla base stellare 11 su richieste del precedente comandante dell’astronave, il commodoro Christopher Pike. 

Giunti alla base, Kirk scopre che in realtà non è stato inviato nessun messaggio da Pike, che in seguito a un incidente in cui ha salvato la vita a decine di persone è costretto a vivere all’interno di un supporto vitale, riuscendo a comunicare solamente tramite un sensore luminoso. L’inganno è stato pianificato da Spock, che ruba l’Enterprise, dopo aver portato a bordo Pike, e fa rotta verso il pianeta proibito di Talos IV.

Kirk, dopo aver raggiunto l’Enterprise a bordo di una navetta, arresta il suo primo ufficiale avviando una corte marziale, dopo il rifiuto del vulcaniano di sbloccare il computer della nave, che segue una rotta programmate per Talos IV. Durante la corte marziale, Spock svela come anni prima, mentre Pike comandava la U.S.S. Enterprise, l’equipaggio aveva scoperto il pianeta Talos IV, popolato da una razza di esseri dotati di incredibili poteri mentali, capaci di creare incredibili illusioni. 

Qui Pike era stato catturato come esemplare di studio da parte di questi esseri, che gli avevano affiancato la bellissima Vilna, sperando di studiare le pratiche sociali e intime degli umani.

 Riuscito a scampare alla prigionia, seppur invaghito di Vilna, Pike decide di tornare nello spazio assiema a Vilna, ma questa svela l’inganno dei Talosiani: sfigurata in seguito a un atterraggio di fortuna sul pianeta, se lasciasse Talos sarebbe una donna dal volto orrendo. Pike, a malincuore, lascia il pianeta e avvisato il comando della Flotta Stellare fa sì che il mondo sia interdetto. Spock dopo attenta valutazione, decide di ordire questo piano per riportare il suo precedente comandante, ridotto a un vegetale dopo un gesto eroico, su Talos IV, consentendogli di vivere serenamente con Vilna su Talos IV, ospite dei talosiani.

Se ben ricordo (If Memory Serves)

Seconda stagione di Star Trek: Discovery, Burnham porta Spock su Talos, sperando che la popolazione locale riesca a curare il fratello, apparentemente uscito di senno. I Talosiani contattano telepaticamente Pike, a bordo della Discovery, sfruttando la sua connessione con Vilna, spiegando loro quanto accaduto e lasciando all’ufficiale un dono amaro: la consapevolezza che in futuro sarebbe tornato da loro, dopo aver subito un trauma che ne devasterà il corpo. Una premonizione, che infesterà i pensieri di Pike, che dovrà decidere se accettare il suo destino, sapendo che ci sono in gioco le vite di altre persone o la sua.

Quest’ultima rivelazione è fondamentale per comprendere come Pike agirà in Star Trek: New Worlds, una consapevolezza che sarà sempre presente nelle decisioni prese dal capitano dell’Enterprise.

Quante stagioni ha Star Trek: Strange New Worlds

Star Trek: Strange New Worlds ha due stagioni

Quanti episodi ha la prima stagione di Star Trek: Strange New Worlds

La prima stagione di Star Trek: Strange New Worlds è composta da dieci episodi

Dove vedere Star Trek: Strange New Worlds

Star Trek: Strange New Worlds è disponibile su Paramount Plus

Chi è il capitano Christopher Pike?

Come da tradizione della saga, ogni serie di Star Trek ha il suo ufficiale comandante e per Star Trek: Strange New Worlds questo compito ricade sulle spalle di Christopher Pike. Una presenza che vede proprio nel comandante dell’Enterprise il suo fulcro emotivo, considerato come il nome di Christopher Pike sia particolarmente amato dai trekkie. 

La tragica sorte di Pike raccontata nella serie classica di Stark Trek nell’episodio L’ammutinamento è parte integrante del mito del franchise, soprattutto in relazione alla figura di Spock, e quanto visto in Star Trek: Discovery ha riconfermato questa sua importanza.

In L’ammutinamento si scopriva come Pike fosse stato il secondo capitano della U.S.S. Enterprise, classe Constitution, dopo Robert April e prima di James T. Kirk, tanto che alcuni ufficiali ora in servizio sulla nave avevano già servito sotto il suo comando. Sacrificatosi per salvare alcuni membri del proprio equipaggio da un disastroso incidente in sala macchine, Pike rimaneva orribilmente sfigurato e costretto a vivere all’interno di un dispositivo che gli consente di sopravviver, seppure ridotto a un vegetale. 

Quanto fatto con Star Trek: Discovery è servito dunque per dare una nuova prospettiva alla figura del capitano Pike. Partendo dal presupposto del suo sacrifico e della sua importanza per il futuro della saga.

In Star Trek: Discovery viene mostrato come Pike fosse conscio del suo destino, una consapevolezza che ne influenza quindi le scelte successiva. Star Trek: Strange New Worlds vede quindi Pike, interpretato da Anson Mount, cercare di tenere fede al proprio ruolo di ufficiale comandante senza che la conoscenza del suo futuro influenzi le sue scelte. 

Chi è Numero Uno?

Nel mito di Star Trek, quando si parla di Numero Uno si pensa immediatamente a William Riker. Era proprio con questo titolo che Picard era solito rivolgersi al suo primo ufficiale, ma questa designazione ha una radice più profonda all’interno della saga. 

La nascita di Numero Uno risale agli albori di Star Trek, quando Gene Roddenberry aveva introdotto nel primo pilot per la sua serie, The Cage (in italiano Lo zoo di Talos) un primo ufficiale donna. Interpretato da Maje Barrett, futura ‘signora di Star Trek’, questa figura non aveva un nome ma veniva interpellato tramite la sua designazione, ossia Numero Uno. Quando il pilot venne rigettato e si dovette realizzare una nuova puntata pilota, Numero Uno non venne confermata, comparendo infine in L’Ammutinamento, tramite le scene recuperate dallo sfortunato pilot. 

Nel creare il personaggio per The Cage, Gene Roddenberry aveva voluto mantenere un certo mistero intorno alla sua figura, non volendo svelare il suo passato né il vero nome. Complice il non avere dovuto sviluppare ulteriormente il personaggio, Roddenberry è riuscito a preservare questo mistero, anche se Majel Barrett, al momento di interpretare Numero Uno, aveva immaginato un background del personaggio che la vedeva come un ‘clone proveniente da un pianeta in cui le persone sono considerate numeri’, motivando la qualifica di Numero Uno come sinonimo di eccellenza. Un principio che è stato utilizzato come ispirazione per raccontare le origini di Numero Uno in Star Trek Strange New Worlds.

Dopo aver scoperto che il vero nome di Numero Uno è Una Chi-Riley, con il terzo episodio, I fantasmi di Illirya (Ghosts of Illyria), scopriamo che l’ufficiale interpretato da Rebecca Romijn appartiene a una specie aliena, gli Illyrian.

Un tratto che rende questo personaggio particolarmente interessante, considerato che gli Illyrian sono considerati un popolo pericoloso dalla Federazione, a causa della loro tradizione di ricorrere all’ingegneria genetica per potenziare e adattare i propri geni a diversi ambienti ostili.

All’interno della Federazione Unita dei Pianeti, le pratiche di manipolazione genetica sono severamente bandita, in seguito alle Guerre Eugenetiche, conflitto che contrappose un gruppo di umani geneticamente potenziati, guidati da Khan Noonien Singh, portando l’umanità a bandire questa pratica. Tema che in Star Trek: Strange New World è stato introdotto con la presenza dell’ufficiale della sicurezza La’an Noonien Singh, discendente del leader della rivolta dei Potenziati, come erano stati ribattezzati li umani geneticamente potenziati che causarono le Guerre Eugenetiche. Secondo quanto rivelato in I fantasmi di Illirya, anche Numero Uno, in quanto illyriana, sarebbe quindi stata sottoposta alla procedura di potenziamento genetico della sua civiltà, motivo che ha spinto Una Chin-Riley a mentire sulle proprie origini pur di unirsi alla Flotta Stellare.

Raccontare il passato di Star Trek

Ripensando al mito di Star Trek, il capitano Christopher Pike è una figura essenziale. Nelle idee di Gene Roddenberry, avrebbe dovuto esser l’ufficiale comandante della sua Enterprise, tanto che nel primo pilot, The Cage, era proprio Pike, interpretato da Jeffrey Hunter, a sedere sulla poltrona del capitano. 

Lo scarso successo del pilot spinse Roddenberry a rielaborare il suo concept, rinunciando all’idea di un primo ufficiale donna, interpretato da Majel Barrett (futura moglie di Roddenberry e figura chiave di Star Trek). Ma pur non essendo il capitano divenuto celebre in Star Trek, Pike era comunque destinato a divenire una delle personalità fondamentali della saga.

Il girato di The Cage, infatti, divenne il fulcro de L’ammutinamento, un doppio episodio in cui Spock (interpretato da Leonard Nimoy) veniva sottoposto a corte marziale per avere infranto un divieto di accesso al pianeta Talos IV, con lo scopo di portarvi il suo vecchio comandante, il commodoro Christopher Pike.

Questi, sfigurato in seguito a un eroico salvataggio che lo aveva costretto all’interno di un supporto vitale, era stato condotto sul pianeta proibito da Spock, a conoscenza di un evento passato che nascondeva il segreto di un futuro migliore per Pike. Al netto della trama avventurosa, la centralità de L’Ammutinamento era la valorizzazione del profondo rispetto e dell’affetto che il vulcaniano nutriva per il suo ex-comandante, un’emozione così forte da fare appello alla sua metà umana e spingerlo ad infrangere i regolamenti della Flotta Stellare.

All’epoca questa relazione tra i due venne presa come un assioma, ma l’arrivo delle serie prequel contemporanee ha esplorato questa amicizia. Se nella seconda stagione di Star Trek: Discovery Pike non esita ad affrontare pericoli, a infrangere regole pur di accompagnare Michael Burnham e la Discovery alla ricerca di un apparentemente folle Spock (interpretato da Ethan Peck), con Star Trek: Strange New Worlds avremo modo di comprendere meglio come sia nata e sia consolidata questa amicizia.

Sempre in riferimento a Spock, viene affrontato un momento della sua esistenza, ossia la promessa matrimoniale che lo lega a T’Pring (interpretata da Arlene Martel). La presenza della promessa sposa di Spock contribuisce a dare un’ulteriore profondità non solamente al celebre alieno, ma anche di vedere la cultura vulcaniana sotto una luce differente. Un ulteriore punto di contatto con il futuro di Spock, considerato che quanto raccontato in Il Duello avviene circa dieci anni dopo gli eventi di Star Trek: Strange New Worlds, andando a spiegare come Spock abbia anteposto il suo ruolo come ufficiale della Flotta Stellare alla sua cultura, elemento ricorsivo nel corso della saga di Star Trek.

Star Trek: Strange New Worlds: la presenza di James T. Kirk

Considerato il periodo in cui è ambientato Star Trek: Strange New Worlds, era difficile che i fan non iniziassero a chiedersi quando e come sarebbe stato introdotto uno dei personaggi più identificativi di Star Trek: James Tiberius Kirk

Il primo capitano dell’Enterprise ritratto nel franchise, presentato per la prima volta nell’episodio Trappola Umana e interpretato da William Shatner, non poteva non fare la sua apparizione nella nuova serie, occasione che ha consentito a Paul Weasley di essere il terzo attore a impersonare il leggendario capitano.

Per gran parte della prima stagione di Star Trek: Strange New Worlds, James T. Kirk non viene citato, ma la sua presenza si percepisce tramite la presenza di un ufficiale a lui vicino, il fratello Samuel, ufficiale scientifico a bordo dell’Enterprise comandata da Pile. 

Menzionato inizialmente nell’episodio della prima stagione della serie classica. Gli androidi del dottor Kirby (What are Little Girls Made of?), Samuel era indicato come parte essenziale della nomina di James Kirk al comando dell’Enterprise. L’apparizione in carne e ossa di Samuel Kirk avviene in modo tragico durante la serie classica nell’ultimo episodio della prima stagione, Pianeta Deneva (Operation: Annihilate!).

In questo episodio veniva presentato Samuel Kirk, fratello maggiore del capitano dell’Enterprise, biologo che viveva assieme alla moglie Aruelian e al figlio Peter su Deneva, pianeta divenuto vittima di una misteriosa invasione di parassiti che causano la morte dopo aver causato una follia delirante, il cui unico superstite sembra essere il giovane Peter, nipote di James T. Kirk.

All’epoca, fu Shatner a prestare il volto a Samuel Kirk, limitandosi a indossare dei vistosi baffi finti che avrebbero dovuto convincere gli spettatori che fosse un’altra persona.

In Star Trek: Strange New Worlds viene rivelato che a bordo dell’Enterprise il tenente Samuel Kirk svolge il compito di xenobiologo, su espressa richiesta di Pike. La presenza del fratello maggior di James Kirk è un buon modo per introdurre il personaggio, costruendo una rete di rapporti amicali tra Samuel e altri membri dell’equipaggio, non ultimo Pike, che si riaggancia al suo ruolo essenziale nella nomina di Kirk al comando dell’ammiraglia della Flotta Stellare.

Star Trek: Strange New Worlds, la prima stagione

All’interno di una saga di così lunga durata come Star Trek, andare a raccontare il passato della continuity rappresenta un rischio. Sul piano visivo, l’evoluzione del gusto degli spettatori e le nuove possibilità tecniche consentono di creare un immaginario visivo contemporaneo, assai più ricco rispetto alle produzioni degli anni 60. Inconveniente già incontrato da Star Trek: Enterprise e Star Trek: Discovery, in Star Trek: Strange New Worlds questo si complica ulteriormente, dovendo riprodurre un ambiente familiare come quello dell’Enterprise capitanata da James Kirk. 

La prima stagione di Star Trek: Strange New Worlds, pur mantenendo l’impostazione visiva di Star Trek: Discovery di cui è coevo, crea una credibile sinergia visiva con la serie classica. Non solo nello stile delle divise o della riproduzione di elemento tradizionali dell’Enterprise classe Constitution, ma anche nel cogliere le meccaniche interpersonali tra i personaggi, muovendosi in modo coerente tra gravitas della situazione e umorismo tempestivo. 

Nei dieci episodi che compongono la prima stagione di Star Trek: Strange New Worlds questo legame con la tradizione della saga si spinge sino a privilegiare una narrativa che premia lo spirito di avventura tipica dell’esplorazione e dei ‘primi contatti’ tanto cari alla serie classica, creando quindi un’ulteriore affinità a quelli che sono considerati i primi giorni della Flotta Stellare e della sua missione di esplorare nuovi, strani mondi. 

Sul piano narrativo, il focus di questa prima stagione è fortemente improntato a come Pike convive con la consapevolezza del suo destino. Le scelte del capitano sono quasi sempre mosse dal suo rinnovato senso di predestinazione, che mira a cercare al contempo una via di fuga dalla sua condanna e il senso di dover comunque preservare la vita di tutti coloro che tramite il suo sacrificio non sono periti. 

Centrale, in tal senso, il decimo episodio, La natura della clemenza (A Quality of Mercy), in cui Pike ha modo di scoprire cosa accadrebbe in caso riesca a cambiare il suo destino. Ricollegandosi a uno dei migliori episodi dell’intera saga di Star Trek, La navicella invisibile, con questo episodio Pike riesce a comprendere il suo ruolo futuro e l’importanza del suo gesto. Soprattutto, per i fan della serie viene mostrato un momento in cui Pike e Kirk hanno modo di confrontarsi. 

Non meno importanti sono tanto la definizione emotiva interiore di Spock, tramite la valorizzazione del suo rapporto con la promessa sposa T’Pring, quanto il mostrare alcuni elementi tradizionali della società futura raccontata in Star Trek, come il bando dell’ingegneria genetica come conseguenza delle famigerate Guerre Eugenitiche. Due tratti narrativi che hanno contribuito a dare a questa serie dei tratti specifici che la inseriscono comunque all’interno della continuity della saga con un finale di stagione che crea un avvincente cliffhanger con la seconda stagione. 

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