L'uomo del labirinto: la trama e la spiegazione del finale del film di Donato Carrisi

L'uomo del labirinto è basato sul romanzo dello scrittore con lo stesso titolo, è un thriller ambiguo e oscuro con un colpo di scena finale.

Autore: Silvia Artana ,

Dopo avere portato al cinema con successo #La ragazza nella nebbia, Donato Carrisi è tornato dietro la macchina da presa per dare forma sul grande schermo a un altro dei suoi romanzi, #L'uomo del labirinto (2019).

La scelta ha spiazzato i lettori, dal momento che il libro è il terzo di una serie (al momento) di quattro volumi. Ma come ha spiegato lo scrittore di Martina Franca in occasione del press tour per il film, non avrebbe potuto essere diversamente. Perché altrimenti non avrebbe potuto esistere il sorprendente colpo di scena finale.

Inevitabilmente, l'adattamento gioca a carte più scoperte rispetto al romanzo (dal quale differisce anche in diverse cose, pure restando sostanzialmente fedele). Ed è probabile che i soliti "spettatori smaliziati" e quelli più attenti riescano a intuire il gioco nascosto (in tutti i sensi). Ma anche così, il plot twist conserva il suo impatto sconvolgente, che cambia in modo radicale l'intera storia.

Per questa ragione, se non volete rovinarvi la sorpresa, il consiglio è di non andare oltre nella lettura. Se invece avete visto L'uomo del labirinto e siete confusi oppure non vi importa degli spoiler, qui di seguito trovate la trama e la spiegazione del finale del film.

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La trama de L'uomo del labirinto

In una città imprecisata, la 13enne Samantha Andretti viene rapita mentre va a scuola. 15 anni dopo, la ragazzina (ormai adulta) ricompare all'improvviso con una gamba rotta, nel mezzo di un'ondata di caldo che costringe le persone a vivere di notte e a dormire di giorno. 

"Sam" (Valentina Bellè) viene ricoverata "sotto strettissima sorveglianza" all'ospedale Santa Caterina e un esperto profiler, il dottor Green (Dustin Hoffman), riceve l'incarico di aiutarla a ricordare quello che le è accaduto, per (provare a) catturare il rapitore:

Perché lui non lo sa, ma c'è un posto da cui non riuscirà a scappare ed è proprio lì che lo troveremo. Perché la caccia non è là fuori, ma dentro la tua mente.

La giovane donna inizia a raccontare una storia scioccante e rivela di essere stata tenuta prigioniera in un labirinto, dove il suo misterioso carceriere la controllava somministrandole massicce dosi di droghe psicotrope e la obbligava a fare dei "giochi" per ottenere delle ricompense, ovvero acqua, cibo, vestiti, un giaciglio su cui dormire e altri beni di prima necessità.

In attesa di ricavare informazioni utili da Samantha, la polizia concentra le indagini sul luogo dove è stata ritrovata, una zona vicino alle paludi. Sul posto si presenta anche l'investigatore privato Bruno Genko (Tony Servillo), che è interessato alla vicenda perché all'epoca della scomparsa di Sam aveva accettato dai genitori un'ingente somma di denaro per portare avanti un'indagine parallela, pur sapendo in partenza che era una causa persa. Genko ha davanti a sé poche ore da vivere per via di una rara infezione al cuore e interpreta il ritorno della giovane donna come una sorta di inaspettata occasione di redenzione.

Grazie a una soffiata di una sua amica prostituta, Linda (Caterina Shulha), l'investigatore sa che Samantha è stata trovata per mezzo di una telefonata anonima e riesce a convincere gli agenti che seguono il caso, Bauer (Orlando Cinque) e Delacroix (Filippo Dini), a fargliela ascoltare.

Guidato da un mix di istinto e ragionamento, Genko trova il misterioso soccorritore della ragazza in un bar della zona e ottiene da lui alcune informazioni. Ma quello che l'uomo dice sembra non avere senso, perché sostiene che Sam era inseguita da una sorta di mostro con una enorme testa di coniglio con gli occhi rossi a forma di cuore.

Anche se scettico, l'investigatore decide di seguire la strana pista e si mette a indagare sui casi di sparizione di bambini che coinvolgono conigli. La sua ricerca lo porta all'Ufficio persone scomparse, il "Limbo", dove incontra l'agente Simon Berish (Vinicio Marchioni). L'uomo si dimostra molto collaborativo e mette Genko sulle tracce di un ragazzino riapparso dopo essere stato rapito per tre giorni, Robin Basso. Poi rivela all'investigatore di essere preoccupato per la sua collega, Mila Vasquez, che non dà notizie di sé da diverse ore, dopo avere lasciato la figlia Alice alle sue cure.

Con le informazioni di Berish, Genko arriva a una fattoria che un tempo era una casa famiglia e la vecchia responsabile gli rivela che Robin teneva come un feticcio uno strano e inquietante fumetto con protagonista un coniglio di nome Bunny. Ma la donna fa il doppio gioco: colpisce a tradimento l'investigatore e telefona a Robin Basso. Quando l'uomo arriva, uccide la sua vecchia tutrice e Genko riesce a fuggire per il rotto della cuffia.

L'investigatore decide di scoprire di più sul misterioso fumetto e si reca dal collezionista Mordecai Lumann (Luis Gnecco), che gli rivela che l'albo di Bunny è un esempio di "narrazione speculare". Ovvero, è realizzato con una tecnica che permette di vedere immagini nascoste (blasfeme e disturbanti) posizionando in maniera adeguata uno specchio sui disegni. 

Genko torna a casa con una informazione in più, ma anche parecchia confusione e finisce con il cedere al sonno. Fino a che viene svegliato di soprassalto da un video sul pc che rivela che Bunny è da Linda. L'uomo corre dall'amica, ma ormai è tardi. 

Mentre siede disperato accanto al corpo senza vita della giovane donna, l'investigatore sente un lamento, va in bagno e scopre il misterioso uomo coniglio gravemente ferito. Genko è convinto di avere davanti a sé il mostro, ma in realtà si tratta di un dentista, Peter Lai (Sergio Grossini). Bunny lo ha costretto a uccidere Linda, dietro la minaccia di fare del male alla moglie e alle due figlie. Tuttavia, anche se aveva la maschera, il dentista lo ha riconosciuto come il suo amico di infanzia e attuale giardiniere, Robin Basso.

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Linda ne L'uomo del labirinto
Linda paga a caro prezzo la sua amicizia con Genko ne L'uomo del labirinto

Intanto, di pari passo con le indagini, Samantha continua a ricostruire quello che le è accaduto con l'aiuto del dottor Green, fino a che emerge un ricordo drammatico. Mentre era nel labirinto ha avuto una figlia, ma non ha idea di cosa le sia accaduto.

La disperazione di Sam si sovrappone alla determinazione di Genko, che grazie a un identikit della moglie di Peter Lai e ad alcune informazioni dell'agente Berish viene a sapere che Robin Basso ha una voglia sul volto e trova la chiesa che lui e il dentista frequentavano quando erano bambini. 

In parrocchia l'investigatore recupera una foto del presunto mostro da ragazzino insieme a un amico e scopre che a rapire Robin è stato il sacrestano che c'era all'epoca, Sebastian... detto Bunny (Sergio Leone).

L'uomo, ricoverato in un ospizio in fin di vita, racconta a Genko che esistono tanti Bunny e che ciascuno è stato preso da bambino ed è rimasto "infettato dal buio". Anche lui è stato "scelto" da un Bunny e a sua volta ne ha scelto un altro, Robin Basso. Il sacrestano sembra non avere remore a rispondere alle domande dell'investigatore, tranne quando Genko gli chiede chi sia l'amico di Robin nella foto. Ma dopo una breve esitazione, gli dice con un sorriso sfuggente che si chiama Paul Macinsky.

Genko va a casa di quest'ultimo in cerca di informazioni, ma viene sorpreso da Robin Basso. L'investigatore riesce a scappare, ma quando è quasi sulla porta il suo cuore cede. A quel punto, vedendo un disegno della figlia del dentista, che ritrae il papà con una testa di coniglio, e ricordando l'espressione di Sebastian, mette finalmente insieme i pezzi del puzzle. L'uomo con la voglia che gli sta di fronte è Paul Macinsky (Riccardo Cicogna), mentre Robin Basso altri non è che Peter Lai. Dopo avere finto di rapire la propria famiglia e avere ucciso Linda, il dentista si è autoinflitto una grave ferita per essere ricoverato al Santa Caterina e "riprendersi" Samantha.

Il finale de L'uomo del labirinto

Mentre Genko combatte tra la vita e la morte, Bunny fa sapere a Sam che sta andando da lei chiamandola al telefono che ha in camera. La giovane donna va nel panico e proprio in quel momento l'investigatore si riprende per pochi istanti. L'uomo lascia un messaggio alla dottoressa che è con lui e poi muore.

L'ultimo gesto di Bruno Genko salva la vita a Samantha, perché permette all'agente Berish di intervenire e di fermare Robin Basso senza che possa arrivare alla sua vittima. Ma quando Bauer e Delacroix dicono al collega che l'investigatore è morto e che c'è una notizia che non hanno ancora diffuso, il poliziotto scopre che non c'è nessun lieto fine.

Nella stanza dietro allo specchio unidirezionale che dà sulla camera di Sam, l'agente Berish viene a sapere da un giovane uomo in t-shirt che la ragazza è in stato catatonico e difficilmente si riprenderà mai. Ma la cosa più sconvolgente è che Samantha ha un aspetto diverso e che il giovane uomo in t-shirt è il dottor Green. Nello stesso momento (o almeno, in quello che sembra lo stesso momento), "Samantha Andretti" esce dalla sua camera e... si ritrova nel labirinto

Avanzando faticosamente con la gamba ingessata, la ragazza arriva a una stanza dove il "dottor Green" sta trascrivendo le registrazioni delle loro conversazioni. L'uomo ha le cuffie e non avverte la presenza di "Samantha", che scopre che tutto quello che ha vissuto è una messinscena. O per meglio dire, un "gioco".

"Sam" torna in camera e quando il falso profiler va da lei per annunciarle che Bunny è stato preso, lo mette alle strette o lo costringe a dire la verità. L'uomo rivela alla giovane donna che i suoi ricordi sono in parte reali e in parte allucinazioni indotte, che è nel labirinto da 367 giorni e che la vera Samantha Andretti è stata ritrovata da un anno. Poi le dice che quello è il loro gioco preferito e che adesso che lo ha risolto faranno come sempre e ricominceranno da capo.

Ma prima che possa somministrarle altra droga, "Samantha" reagisce, colpisce il "dottor Green" con la gamba ingessata e scappa. La giovane recupera una mappa che ha visto nella stanza del suo rapitore, trova la botola che porta fuori dal labirinto e riesce a fuggire, bloccando l'uscita e di fatto il falso profiler nella sua stessa prigione.

"Sam" si ritrova in un paesaggio innevato e poco alla volta riprende coscienza di sé. Il suo nome è Mila Vasquez e ha una figlia, Alice. Ma non l'ha concepita e partorita durante la prigionia, bensì nella sua vita reale.

Con grande fatica ma ancora più grande determinazione a (soprav)vivere, l'agente del Limbo si incammina nella neve, lontano dall'incubo...

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L'uomo del labirinto

L'uomo del labirinto

Il romanzo L'uomo del labirinto

La spiegazione del finale de L'uomo del labirinto

Il finale de L'uomo del labirinto rivela un meccanismo di scatole cinesi che contengono non una, ma due storie. Da una parte c'è il caso della vera Samantha Andretti, con l'indagine ufficiale della polizia e quella di Bruno Genko che portano a identificare il rapitore con Peter Lai/Robin Basso/Bunny. E dall'altra c'è la vicenda di Mila Vasquez, l'agente del Limbo finita in qualche modo prigioniera del sedicente dottor Green e convinta non solo di essere la ragazzina scomparsa 15 anni prima, ma anche di avere passato tutto il tempo in un misterioso labirinto, costretta a fare dei "giochi" per sopravvivere (mentre viene rivelato che la vera Sam è stata tenuta prigioniera su una chiatta nella palude).

Il film è più didascalico rispetto al libro e in alcuni casi la doppia narrazione rischia di svelarsi. Ma per chi non ha letto il romanzo e per gli spettatori che amano seguire la storia senza avventurarsi in congetture, la trama avvincente e il ritmo incalzante catturano l'attenzione e distolgono da qualche intoppo e dettaglio di troppo che rischiano di svelare il gioco. 

D'altra parte, per quanto spieghi molto, il finale non rivela tutto. Chi è il (finto) dottor Green e come e perché tiene prigioniera per oltre un anno Mila Vasquez? È un insospettabile marito e padre o la storia che racconta sulla moglie e i figli è invenzione (del tutto o in parte)? Il rapimento dell'agente del Limbo è collegato a quello di Samantha Andretti? Anche il falso profiler è un Bunny? Il film (e più ancora il libro) lascia intendere che esistano molti bambini "infettati dal buio". E più in generale, le persone che scompaiono e tornano cambiate da un male oscuro e misterioso sono una costante del "ciclo di Mila Vasquez".

Perché la poliziotta del Limbo è un nome noto ai lettori dei romanzi di Donato Carrisi. María Elena Vasquez, detta "Mila", fa la sua comparsa nel romanzo d'esordio dello scrittore, Il suggeritore, e torna in altri tre volumi. In ordine cronologico, i libri sono: L'ipotesi del male, L'uomo del labirinto e Il gioco del suggeritore. Ma allora, perché portare sullo schermo il terzo romanzo della mini saga?

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Durante il press tour di presentazione del film, Donato Carrisi ha spiegato che la scelta è stata obbligata, perché se i libri fossero stati adattati dal primo, Il suggeritore, il volto di Mila Vasquez sarebbe stato noto agli spettatori e il colpo di scena finale non sarebbe stato possibile. Non solo. Lo scrittore ha lasciato intendere che l'eventualità di vedere sullo schermo l'adattamento del suo romanzo d'esordio è concreta. Del resto, l'ultima scena del film sembra un riferimento piuttosto esplicito.

Dopo avere lasciato Mila in fuga nella neve, la pellicola si riavvolge e torna all'inizio, quando Bruno Genko è seduto in un bar e ascolta la notizia della liberazione di Samantha Andretti. L'investigatore è assorto nei suoi pensieri, ma la voce di un uomo lo riporta alla realtà:

Insinua pensieri nella mente altrui. È un manipolatore. Plagia. 7 verticale, 11 lettere.

Il misterioso interlocutore è il sedicente dottor Green e Genko (che non lo conosce e non lo incontrerà più) risponde:

Suggeritore.

I due iniziano a parlare e il falso profiler descrive sé stesso in maniera inquietante:

Io sono in pensione. Invento giochi e qualche volta progetto anche labirinti.

Grazie alla TV accesa, che dice che Mila Vasquez è scomparsa da 24 ore, è possibile collocare l'incontro tra i due al giorno successivo al ritrovamento di Samantha Andretti. Di conseguenza, la poliziotta è già prigioniera del finto dottor Green e forse anche già nel labirinto. Ma poiché il falso profiler ha con sé il cubo che usa come primo "gioco", è lecito credere che non abbia ancora dato inizio al suo sadico divertimento. O no?

Perché la domanda è inevitabile: l'incontro tra il misterioso rapitore e Bruno Genko è casuale oppure l'uomo senza nome ha già incominciato a giocare? Mila sparisce mentre indaga su un caso di bambine scomparse (nel libro dice esplicitamente che non è stata rapita, ma è stata lei ad andare in cerca del "mostro"). Dunque, da quanto dura davvero il "gioco" del sedicente dottor Green? 

Per conoscere le risposte (forse) ci sono solo due strade. Leggere i romanzi del "ciclo di Mila Vasquez" o aspettare il nuovo film di Donato Carrisi. E naturalmente, l'una non esclude l'altra...

Fonti: Conferenza stampa per l'uscita de L'uomo del Labirinto

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