Sam Raimi alla regia di Doctor Strange 2: cosa c'è dietro il ritorno alle origini di Marvel Studios

Autore: Elisa Giudici ,

Dopo giorni di rumor e l'abbandono per le consuete "divergenze creative" del regista Scott Derrickson, la notizia è finalmente ufficiale. È stato lo stesso Sam Raimi a confermarlo a Coming Soon: sì, sarà lui a dirigere il secondo film dedicato a Doctor Strange, con protagonista Benedict Cumberbatch e un cast ricchissimo che vede una new entry di assoluto pregio come Eva Green. A commentare la notizia è stato lo stesso regista di Drag me to Hell:

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Da ragazzino amavo Doctor Strange, ma veniva sempre dopo Spider-Man e Batman. Probabilmente era al quinto posto della mia lista dei più grandi personaggi dei fumetti. 

La notizia ha galvanizzato i fan del regista: sono ben sette anni che Sam Raimi non dirige un film per il grande schermo, dopo la cocente delusione di Il grande e potente Oz, film del 2013 che si rivelò un autentico flop di pubblico e critica. Raimi non è certo rimasto con le mani in mano, continuando a sceneggiare e produrre film e prodotti per la televisione. Proprio in questi giorni approda sulla piattaforma Quibi il suo cortometraggio horror di 23 minuti realizzato per la serie 50 States of Fright. 

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Proprio durante un'intervista dedicata a questo progetto, Raimi ha confermato il suo accordo con Marvel Studios: da maggio 2020 sarà lui ad occuparsi della regia del sequel di Doctor Strange. Saranno settimane d'intensa pre-produzione, perché con l'addio di Derrickson (che aveva girato il primo Doctor Strange) rimane appena il tempo necessario per rivedere la sceneggiatura e magari garantire qualche aggiunta o ritocco di cast per un progetto in realtà già delineato da tempo. Marvel infatti ha annunciato a più riprese che sarà un film dal taglio più horror. Quale miglior regista di Raimi, dunque, che è considerato un maestro del genere per pellicole come L'armata delle tenebre, Drag Me to Hell e il suo esordio La casa? 

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A ben vedere, questa notizia è più di un semplice annuncio: ha un impatto enorme non solo sulla carriera di Sam Raimi, ma anche sulla possibile nuova fase del Marvel Cinematic Universe. 

Ritorno a casa: Sam Raimi torna nel mondo dei cinecomics 18 anni dopo

Si può ben dire che Marvel Studios non sarebbe quella che è oggi senza il lavoro di Sam Raimi. Una ventina di anni fa, agli albori del genere cinecomics, è stata la sua trilogia dedicata all'Uomo Ragno a cambiare le carte in tavola e a dimostrare al pubblico e agli studios che era possibile realizzare un film d'intrattenimento a tema supereroi con una confezione cinematografica di livello. Non che prima non fossero mai stati realizzati film di questo tipo, ma è stato Raimi (in tandem con Bryan Singer e i suoi X-Men) a dare nuova linfa e credibilità al genere, avviando la diffusa pratica della trilogia di film supereroistici. 

Il genere di riferimento di Raimi è rimasto però quello horror, in cui si è fatto le ossa e in cui ha raccolto il suo ultimo successo critico con Drag me to Hell. Dopo le prime ondate di cinecomics e il rischio di saturare l'offerta con prodotti sempre uguali a sé stessi, Marvel ha bussato alla porta di Raimi forse proprio per venare un filone ormai consolidato di toni ibridati e forse più adulti, considerando i successi mietuti da Warner Bros con cinecomics dedicati al solo pubblico maggiorenne. Almeno questa è la speranza dei fan del regista.

Quali che siano le condizioni, per Raimi si presenta un'opportunità che ai tempi di Spider-Man forse non ha avuto: quella di gestire un cinecomics guardando ancor più palesemente ai suoi riferimenti cinematografici di sempre: l'horror underground, Hitchcock, il cinema di genere di Hong Kong. Con le sue magie e la sua natura ambigua, Doctor Strange è forse il personaggio Marvel che più si presta ad eventuali sperimentazioni. L'amore del regista per il personaggio è noto sin dal suo secondo film di Spider-Man, in cui Raimi inserì una sorta di riferimento/cameo al personaggio. 

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In una scena infatti il personaggio di J. K. Simmons J. Jonah Jameson discute del soprannome giornalistico da dare al villain di Otto Octavius. Tra le ipotesi viene fuori il nome di Doctor Strange, che viene scartata perché "già preso". Riguardo a questo bizzarro passaggio "profetico", il regista ha dichiarato: 

Quando abbiamo girato quella scena in Spider-Man 2 non avevamo idea che si sarebbe fatto un film di Doctor Strange negli anni a venire, perciò trovo molto divertente che per coincidenza proprio quella battuta sia finita nel film. Vorrei poter dire che abbiamo avuto la lungimiranza di capire che sarei stato coinvolto nel progetto. 

Sam Raimi nel MCU: ritorno alle origini in casa Marvel?

La scelta di Raimi è ancor più interessante se inserita all'interno della nuova fase del gigantesco MCU, in cui alle uscite cinematografiche verranno implementate le serie in corso di realizzazione per Disney+ come Loki e Wanda Vision. Dopo essersi affidata da grandi registi già affermati come Kenneth Branagh con Thor e Joe Johnston con Captain America - Il primo Vendicatore, Marvel ha sperimentato con giovani talenti e nomi poco conosciuti. Grazie a scelte che all'epoca sembrarono puro azzardo sono stati lanciati nell'olimpo hollywoodiano nomi come James Gunn, Taika Waititi e ovviamente i fratelli Russo. 

La scelta di Raimi è un ritorno alle origini? Difficile a dirsi, soprattutto perché probabilmente dettata dalla necessità di trovare velocemente un rimpiazzo per Scott Derrickson in un periodo complicato dal Covid-19 come quello attuale. Quello di Raimi è un curriculum che assicura di poter gestire una macchina produttiva sempre più imponente, dati gli attori coinvolti e le tante limitazioni dovute a continuity e hype del pubblico. In passato Sam Raimi ha dimostrato sia in ambito indie sia in quello major di poter gestire con velocità e precisione la direzione di un film, senza rinunciare al suo tocco personale. 

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Nel frattempo Marvel Studios continua a investire sui giovani. Pensiamo per esempio a Gli Eterni, film con Angelina Jolie e Richard Madden che lancerà un nutrito gruppo di nuovi personaggi. Il lungometraggio è stato affidato alla regista Chloé Zhao. Sconosciuta al grande pubblico e con solo un lungometraggio (autoriale) all'attivo, non è certo una scelta sicura come Sam Raimi. Gli Eterni però è un progetto in dirittura d'arrivo, previsto già per l'autunno di quest'anno. In questi mesi Marvel dovrà decidere a quali registi e artisti affidare i film MCU del post Endgame, soprattutto quelli che vedranno il ritorno o il passaggio di testimone degli Avengers originali o di personaggi già lanciati. 

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Ora che la posta in gioco per ogni film Marvel è sempre più alta e pronta a influenzare un franchise multimediale dalle diramazioni immense, sarà interessante vedere se Marvel Studios continuerà a puntare su giovani talenti o se si affiderà a nomi consolidati, magari anche lontani dal genere cinecomics. Dopo aver sdoganato ruoli e comparsate per attori di stampo classico nei suoi film - rendendo questi ruoli economicamente vantaggiosi e inoffensivi per il prestigio di una carriera attoriale di alto livello - chissà che Kevin Feige non riesca a far partire la fase due della nobilitazione del cinecomics, chiamando registi affermati e dal curriculum inaspettato.

Marvel Studios
Benedict Cumberbatch nei panni di un Doctor Strange ferito
Sam Raimi riuscirà a tirare fuori una vena horror anche da Doctor Strange?

La scelta "sicura" ma comunque accattivante di Raimi lascia a intendere che Marvel forse è alla ricerca di stabilità per i suoi progetti più delicati, affidandosi a registi affermati che sanno gestire anche le pressioni creative degli studios, vero tallone d'Achille di casa Disney. Quello con Scott Derrickson è solo l'ultimo in ordine di tempo di una lunghissima lista di abbandoni dovuti a dissidi con la produzione per le estreme limitazioni e le continue interferenze subite.

"Sam Raimi" by Gage Skidmore is licensed under CC BY-SA 3.0 

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