Perfect Blue, recensione: il capolavoro di Satoshi Kon in 4K è imperdibile

Autore: Nicholas Massa ,

Avere la possibilità di vedere, o rivedere, Perfect Blue sul grande schermo, in versione restaurata in 4K, non è assolutamente una cosa da sottovalutare. Si parla pur sempre di uno dei film più celebri della storia dell'animazione cinematografica e del cinema in generale, capace ancora oggi di suscitare le sensazioni contrastanti di un'angoscia che trova ristoro in profondità, applicandosi a un linguaggio per immagini praticamente immortale e intonso da quel lontano 1997 in cui solcò per la prima volta il grande schermo. Il tutto attraverso un evento speciale e progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Yamato Video.

Grazie alla Stagione degli Anime al Cinema 2024, i fan di Satoshi Kon e tutti coloro che non hanno avuto modo o tempo di recuperare il film in precedenza lo troveranno nelle sale il 22, 23 e 24 aprile 2024 nei cinema che verranno selezionati direttamente sul sito di Nexo Digital.

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Tratto dall'omonimo romanzo di Yoshikazu Takeuchi e sceneggiato da Sadayuki Murai, Perfect Blue non ha solamente plasmato un preciso approccio all'animazione, ma anche allo stesso mezzo cinematografico, ispirando artisti da tutto il mondo e registi che ancora oggi lo citano e ricordano. Un debutto alla regia del genere non passò di certo inosservato dal resto del mondo fuori dal Giappone, quindi, portando alla genesi di una vera e propria esperienza filmica di culto.

Perfect Blue: un thriller psicologico ancora difficile da inquadrare

Perfect Blue racconta la storia di Mima, un'idol giapponese che ha raccolto un discreto successo cantando con il gruppo delle Cham, famose e ammirate da un gruppo di fan che, totalmente presi e invaghiti, le seguono in tutto e per tutto. Alla ricerca di un'ulteriore svolta nella sua carriera, però, Mima viene spinta dai suoi manager a intraprendere la via della recitazione, lasciando quindi la dimensione delle idol e della musica.

Questo particolare e importante cambiamento nella vita della ragazza si rifletterà direttamente sui suoi fan, ispirando risposte contrastanti, soprattutto a seguito dell'ingresso nel serial televisivo "Doppio Legame". Qui le offrono la parte di una ragazza con una forte instabilità emotiva e mentale, e nella scoperta e resa di queste fragilità fittizie succede qualcosa anche nella vita privata della ragazza.

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Poco dopo l'ingresso nella recitazione, Mima comincia a ricevere strani messaggi da un fan che sembra aver sviluppato una fissazione morbosa nei suoi confronti. Questo, e alcuni brutali incidenti sul posto di lavoro, trasporteranno presto la giovane in un vortice d'incertezza personale e a una crisi d'identità profonda, soprattutto dopo una particolare scena cui sceglie di sottoporsi. Ecco che nel tentare di affermare e in seguito trasformare la propria immagine, Mima si ritrova coinvolta in una scissione identitaria sia interiore che esteriore, ed è proprio nella percezione di sé, personale e del prossimo, che l'intera e complessa matassa di Perfect Blue trova la propria strada e voce immortale.

1997 MADHOUSE/ Nexo Digital
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Perfect Blue: la percezione e l'essenza di un involucro fuggevole

Perfect Blue non è affatto un film semplice, costruito sulla continua instabilità di una vita che riflette continuamente sulla realtà che vive, e sul modo in cui i fan e il prossimo ne percepiscono l'identità. Nello scorrere degli eventi è proprio l'ambivalenza emotiva e mentale della stessa Mima a trascinare in un baratro senza alcuna via d'uscita apparente, tratteggiando, in un percorso innanzitutto interiore, l'affermazione di un'immagine personale che nasce nella folla e in essa scorge alcune inevitabili conferme.

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Chi è veramente Mima? È la bellissima e virginale idol che tutti conoscono e idolatrano ogni qual volta sale sul palco, o l'attrice disposta a tutto pur di calarsi in una parte complessa e trovare il successo? Oltre le ragioni di una carriera davanti agli occhi di tutti, ovviamente, c'è anche l'essere umano, c'è la giovane donna con i suoi sogni e speranze, insicurezze e soprattutto delicatezze a contatto con un mondo che vuole usarla e consumarla senza troppi scrupoli.

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Nell'attingere dai modelli di una cultura del consumo giapponese che prima mitizza e in seguito utilizza le sue stesse stelle nascenti, si origina una critica manifesta nel suo porsi, specialmente, verso il pubblico nipponico. Questa viene inquadrata da uno sguardo impietoso che gioca continuamente con la percezione del reale, applicando al quotidiano vivere della protagonista un filtro psicologico destabilizzante e alienante, fulcro dei ragionamenti principali alla base del lungometraggio. Nella ricerca di sé e nella fiducia nei propri manager si consuma un thriller psicologico costantemente alimentato da un dramma personale muto, che vorrebbe urlare senza riuscirci mai.

All'interno della promessa del successo si annida la più grande violenza di Perfect Blue, per poi lasciarsi andare a una deriva deviata, violenta e sanguinaria che si nutre delle incertezze percettive di una Mima anche lei in balia di se stessa e di quello che le accade intorno e addosso, coinvolgendola in prima persona.

1997 MADHOUSE/ Nexo Digital
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La morte sembra perseguitare la vita della giovane protagonista, tormentata dai sensi di colpa e da una particolare percezione di sé difficile da definire in toto e a parole. In tutto ciò subentra sia la paranoia di uno stalker che sembra conoscere ogni sua mossa e fissazione intima, sia la sensazione di sentirsi imprigionata in qualcosa di ingombrante e sempre più pressante all'interno della sua vita.

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Il tema del doppio ricorre in ogni singola inquadratura di Satoshi Kon, ritornando sia nella mente, che nel lavoro, che in tutti quei riflessi in cui la stessa Mima tende a perdersi senza comprenderne le ragioni recondite. Nel disperato tentativo di scoprire chi è veramente, la protagonista di Perfect Blue applica un filtro percettivo alla sua esistenza, spingendo la stessa narrazione in un caos di dettagli fuggevoli in cui sono le immagini e il montaggio a parlare il più delle volte, mostrando la realtà effettiva delle cose oltre le parole pronunciate.

La nuova vita di Perfect Blue sul grande schermo

La fascinazione immortale nei confronti di Perfect Blue risiede proprio nella sua anima indefinibile. Partendo dalle piccolezze quotidiane dell'esisistenza di una persona, Satoshi Kon ne estremizza l'intimità psicologica, trascinando nelle ombre di un'impressione in cui il sottile confine fra realtà, incubo soffocante e fissazione paranoide non esiste più, sfumato del tutto da una regia e montaggio che si muovono in tantissime direzioni differenti, plasmando un percorso personale che, a 27 anni dalla sua uscita nei cinema riesce ancora a segnare nel profondo e, soprattutto, ad alienare. Sono i momenti più forti, le scene chiave e alcune frasi iconiche (come quella nel finale), a stupire nella loro semplicità, ponendosi nell'inatteso di un'esperienza mai del tutto invecchiata (pur avendolo inevitabilmente fatto).

1997 MADHOUSE/ Nexo Digital
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Il restauro in 4K, quindi, riesce a riproporre perfettamente l'esperienza filmica nel suo insieme, rintracciando nel cinismo spietato dello sguardo di Satoshi Kon, una riflessione ancora oggi efficace, dirompente, sottile e lacerante. Andando oltre la cura formale attuale, e alcuni dettagli che evidenziano l'età del film, è proprio sul grande schermo che Perfect Blue riesce a trovare nuova linfa vitale, respirando l'ossigeno di un restauro assolutamente imperdibile per tutti, nessuno escluso.

Commento

cpop.it

100

Perfect Blue torna al cinema in una versione restaurata in 4K assolutamente imperdibile. La possibilità di recuperare in sala un cult immortale del genere non dovrebbe essere presa alla leggera. Tutta l'oscurità del debutto alla regia di Satoshi Kon torna alla perfezione segnando profondamente ancora oggi. Il lavoro sulla componente visiva rinfresca le immagini e trasforma quello che succede sul grande schermo nella testimonianza diretta di un estro indiscutibile, seminando i germogli dello sguardo di un regista mai dimenticato e ancora oggi citato pure dai più grandi.

Pro

  • La possibilità di vederlo in 4K sul grande schermo, e tutte le sensazioni che derivano da un evento come questo.
  • Perfect Blue è un cult immortale per tantissime ragioni differenti: dalle tematiche che tratta, al modo in cui costruisce il proprio sguardo e voce filmica.

Contro

  • Sarebbe stato interessante vederlo con il doppiaggio giapponese.
  • -
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