Pam & Tommy, la recensione: le buone intenzioni, la maleducazione e la brutta figura della serie Disney+

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Autore: Elisa Giudici ,

Sono passati 27 anni dalle vicende raccontate in Pam & Tommy, una serie il cui scopo principale sembra essere quello di riabilitare la nomea dell’attrice Pamela Anderson e dell’allora marito di lei Tommy Lee, entrambi travolti da un drammatico scandalo sul finire degli anni ‘90. Bisognerebbe dunque gioire perché finalmente giustizia è fatta almeno via serialità; dopo tanti anni la verità trionfa sulle bugie infide dei tabloid.

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La sensazione invece è differente: a fine visione degli 8 episodi con cui la miniserie Hulu (da noi disponibile su Disney+ con cadenza settimanale a partire dal 2 febbraio 2022) analizza l’intera vicenda, è impossibile scrollarsi di dosso un’ombra scura, un’inquietudine: non saremo di nuovo colpevoli nei confronti di Pamela Anderson?

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Di cosa parla Pam & Tommy

La serie ricostruisce l’incredibile storia risalente al 1995 di come un filmino erotico casalingo delle due star - la bagnina più sexy di Baywatch e il batterista controverso del gruppo metal Mötley Crüe - sia finito nelle mani di un carpentiere ed ex porno star in cerca di vendetta. Nelle prime due puntate della serie Pamela Anderson (Lily Collins) è quasi un personaggio di contorno, mentre al centro della scena c’è Seth Rogen (anche produttore del titolo) nei panni di Rand Gauthier, principale responsabile dell’accaduto, mai inquisito dalle autorità.

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Dopo aver lavorato per mesi in casa di Lee senza venire pagato e dopo essersi visto puntare un fucile in faccia nel tentativo di recuperare almeno la propria cassetta degli attrezzi, al verde e con un debito di decine di migliaia di dollari, Gauthier organizza un piano improbabile per rubare la cassaforte di casa Lee e recuperare parte del denaro mai pagatogli. Il piano - che prevede di coprirsi con una pelliccia bianca per sembrare il cagnolone di casa nei filmati di sorveglianza - contro ogni aspettativa va in porto e Gauthier mette le mani sulla cassaforte. Al suo interno, insieme a denaro, orologi e armi, c’è anche un nastro destinato a cambiare la vita di tutti i protagonisti della vicenda.

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Da quando il nastro comincia a circolare illegalmente, Pamela diventa protagonista della vicenda, che dai toni quasi comici si sposta nel dramma più straziante: quello di un martirio. Il ruolo di Anderson è quello di una donna che conosce bene lo scotto da pagare per “occupare la scena pubblica vestita solo di un costume da bagno”, che vede le scene più intime della sua vita matrimoniale dilagare prima nel circuito delle video cassette hard, poi sbarcare nella conversazione mediatica, sui giornali e in TV, fino ad arrivare sulla nascente Internet. La Rete all'epoca era lenta, farraginosa, ma non lascia comunque scampo a Pamela Anderson e Tommy Lee.

Gli anni '90 raccontati da Pam & Tommy

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La serie si focalizza nello specifico sia nel racconto della transizione tra mondo analogico e un mondo digitale ancora rudimentale ma già spietato e cannibale, sia in quello di una serie infinita di stanze di uomini che decidono il destino di Pamela, senza mai comprenderne il dramma. Né Tommy Lee, né Randy, né gli avvocati, i bagarini, i membri della mala e gli acquirenti sembrano rendersi conto di quanto sia devastante tutto questo per la vittima principale della vicenda, tra l’altro costretta ad affrontare l’apice dello scandalo mentre è in attesa del suo primo figlio.

La serie guarda chiaramente al film Io, Tonya diretto da Craig Gillespie, che è anche il regista dei primi 3 episodi. L’ambientazione anni ‘90, la rilettura di una figura all'epoca coperta di ridicolo ora raccontata in chiave drammatica e rivalutativa, il focus sul soffocante maschilismo della società: Pamela e Tonya nascono dalla stessa matrice e dallo stesso gruppo di lavoro. Il vero discrimine è che Tonya Harding è sia vittima sia carnefice, mentre (almeno nella ricostruzione) Pamela Anderson è e non può che essere un’assoluta vittima, il cui dramma nel corso di 8 episodi è compreso appieno solo dalla ex moglie di Randy (una pornoattrice) e da un catalogo di comparse femminile piuttosto posticce, messe lì per mostrare un’universale solidarietà femminile che ancor oggi è piuttosto rara e perciò risulta abbastanza sospetta.

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Il lato oscuro di Pam & Tommy

Non si può che soffrire umanamente di fronte al dramma di Pamela Anderson perché la serie ci vuole proprio far riflettere su come sia stata ingiustamente trattata. Questo aspetto è il più riuscito di tutti, dato che si finisce inevitabilmente per notare delle zone d’ombra di questa operazione: perché la somiglianza tra Lily Collins e Pamela Anderson (ottenuta tramite protesi e un trucco molto pesante e spesso visibile) è così ossessivamente ricercata? Perché la serie analizza il contributo di tutta una serie di figure più o meno spregevoli e stereotipate (anziani e grassi producer, untosi e ignobili impresari della nascente Internet, produttori porno malavitori, conduttori TV e giornalisti opportunisti) ma non ci mette mai al centro? Dov’è il pubblico, dove sono gli amici di una coppia che vediamo quasi sempre da sola, dove sono i compagni di set di Baywatch, le persone comuni, le amiche di Pam?

Facile santificare Pamela Anderson oggi, quando questa rivalutazione di figure iconiche per essere state trascinate nel fango negli anni ‘90 è di moda e commercialmente proficua, ancorché un po’ tardiva. Ancora più facile se al pubblico viene fornita una dolce, innocente, biondissima ragazza da amare e una serie di uomini odiosi attorno a lei che incarnano lo status quo, i “poteri forti”: produttori, giornalisti, un batterista milionario, malavitosi. Eppure negli anni ‘90 Pamela Anderson era oggetto d'ironia (a voler essere gentili) anche in Italia, nel piccolo schermo italiano e da lì nei bar, nelle strade, nelle case. Non abbiamo nessuno in cui identificarci davvero, un punto di vista che ci spinga a chiederci: chi è oggi la Pamela Anderson che stiamo distruggendo per profitto o diletto?

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La risposta potrebbe essere: ancora una volta Pamela Anderson. Quando guarderete la serie tenete bene a mente che Pamela Anderson non ha approvato, supervisionato, revisionato nulla di quello che vedrete: né lei, né Tommy Lee. I produttori dicono di aver tentato disperatamente di averla a bordo, lei non ha ancora rilasciato un comunicato ufficiale in merito, ma i rumors confermano che sarebbe devastata a questa nuova prova. Il suo silenzio in merito, alla luce di quanto raccontato nella serie, è più che indicativo.

Viene un brivido al pensiero di come - per cinismo o per cecità - qualcuno possa aver scritto e diretto questa serie, consapevole di muoversi senza il consenso (anzi con la probabile contrarietà) della vittima che si racconta, senza vedere sé stesso come un nuovo Randy, pronto a gettare di nuovo Pamela Anderson nel agone mediatico a cui è sopravvissuta negli ultimi 25 anni.

Commento

Voto di Cpop

60
L'appeal del prodotto e le sue buone intenzioni iniziali sono innegabili, ma è difficile vedere Pam & Tommy e non vederci una nuova fermata dell'incubo senza fine dei suoi protagonisti.

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