Eyes Wide Shut: significato e finale del film (e la sua versione alternativa nel libro)

Autore: Redazione NoSpoiler ,

Eyes Wide Shut, l’ultimo film di Stanley Kubrick, è uno dei più discussi e controversi del grande regista, che morì per un attacco di cuore prima della fine della post-produzione. La pellicola è stata tratta da Doppio sogno, romanzo del 1925 di Arthur Schnitzler. Il titolo fa riferimento agli “occhi semichiusi e semiaperti”, un’immagine con diverse valenze: il momento dell’orgasmo ma anche tra sonno e veglia e, a livello cinematografico, tra realtà e finzione.

La storia di Schnitzler era ambientata nella Vienna degli anni ’20 e viene trasposta da Kubrick nella New York di fine anni ’90. Parla di un medico, Bill, sposato con la bella e affascinante Alice, che dopo una festa sprofonda in un tunnel di sogni e desideri inespressi. Durante il party a casa dell’amico Victor Ziegler, dove una ragazza necessita del soccorso del giovane medico per un’overdose, sia Bill che Alice ricevono avance, e la sera dopo, a casa, lei confida al marito di aver fantasticato sessualmente su un ufficiale della marina incontrato un’estate in vacanza.

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Turbato e finora convinto della propria fedeltà, Bill viene chiamato dalla famiglia di un suo paziente appena morto e, dopo essere passato a casa sua, vaga per una New York notturna in preda a incontri strani, pensieri inediti e derive inaspettate.

Nel film i ruoli dei protagonisti Bill e Alice sono affidati all'ex coppia Tom Cruise e Nicole Kidman, che si sono separati nel 2001, poco tempo dopo l'uscita del film.

Il finale

Warner Bros.
I protagonisti di Eyes Wide Shut in una scena a letto
I coniugi sconvolti

Eyes Wide Shut è un viaggio semionirico del medico Bill attraverso New York, tra amici di vecchia data, avance sessuali e prostitute minorenni. Il fil rouge della storia è costituito dall’amico di Bill, Victor Ziegler, e da Nick Nightingale, un pianista amico dei due che Bill incontrerà di notte, durante il proprio vagabondare, mentre si esibisce in un locale. Sarà proprio Nick a rivelare a Bill la parola d’ordine per accedere al party mascherato: Fidelio.

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Bill, in questo viaggio delirante al termine della notte, si procurerà un costume da un venditore slavo (che fa prostituire la figlia) e si addentrerà tra baccanti e vestali che compiono riti orgiastici, mentre una di loro gli ripeterà incessantemente che è in pericolo e deve allontanarsi di lì. Fino alla fine, soprattutto per chi non conosce la storia di Schnitzler, è facile pensare a qualche mistero incredibile, a messe nere o riti esoterici. In realtà la spiegazione del mistero (e del perché Bill sia così in pericolo) è abbastanza banale: esiste una setta di personaggi altolocati della New York bene che frequenta queste feste orgiastiche e non vuole assolutamente che i nomi arrivino all'orecchio al medico.

Per questo motivo a Bill, tramite la vestale-salvatrice (che dopo una breve indagine scoprirà morta per overdose), viene intimato di andare via e di lasciare la festa. Questa messa in scena porterà però il medico a una profonda crisi personale, che incrinerà i capisaldi che credeva ferrei in lui, come la stessa fedeltà alla moglie.

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L’ultima scena mostra Bill e Alice in un contesto quotidiano, come lo shopping di Natale insieme alla figlia. In mezzo a Barbie e orsacchiotti, i due parlano dei propri sogni erotici e delle derive a cui sono arrivati negli ultimi giorni.

Alice dice che i due devono ringraziare il destino.

Perché ci ha fatto uscire senza alcun danno da tutte le nostre avventure, sia da quelle vere che da quelle solo sognate.

Poi scoppia a piangere, svelando di essere sicura di essere uscita davvero senza danni da questi sogni/incubi quanto lo sia del fatto che la realtà di una sola notte, come quella di una vita intera, corrispondano alla verità.

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L’importante è che ora siamo svegli, e speriamo di rimanerlo a lungo.

Non per sempre, a lungo. L’ultimo dialogo prima dei titoli di coda spiazza.

Alice: Bill, c’è una cosa importante che dobbiamo fare il prima possibile.
Bill: Cosa?
Alice: Scopare.

Il significato

Warner Bros.
La scena della festa in Eyes Wide Shut
La festa proibita dove finisce Bill

Eyes Wide Shut è un film analizzabile in chiave di codice binario. Proprio come gli occhi, che sono chiusi o aperti, l'uomo galleggia tra due stati: il sonno e la veglia, ovvero il sogno e la realtà. Il film si muove sul piano del doppio dall'inizio alla fine, portando la consapevolezza (o per lo meno il dubbio) che tra piano onirico e piano fattuale non ci siano così tante differenze.

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Si parte da un quesito: un tradimento sognato vale quanto quello reale?

Bill inizialmente lo nega ma poi si ritrova a fluttuare tra la notte newyorchese tra vivi e morti, tra baby squillo e incontri inaspettati, tra slavi e russe, piombando infine nel luogo eletto della perdizione: una festa in maschera, un'orgia per cui occorre la parola d'ordine e dove il medico, guidato dall'amico pianista, mai avrebbe dovuto trovarsi.

La vestale gli comunica continuamente che è in pericolo e che deve andare via di lì, ma queste minacce, scopriamo alla fine, erano fasulle. Perché costruire un giallo fake (che si risolve in una sorta di farsa o messa in scena) per parlare di una crisi coniugale? Perché il metodo investigativo è quello che utilizza Bill per capire i motivi per cui si trovava in pericolo (e si trattava, fondamentalmente, di uno specchietto per le allodole visto che i membri altolocati della setta non avevano intenzione di fargli del male, ma pensavano solo a non farsi scoprire e - letteralmente - smascherare), ma anche per vivisezionare le pieghe più recondite del proprio matrimonio.

Sogni e realtà si equivalgono, secondo il film. La reazione a catena è innescata da Alice, che racconta al marito di aver sognato di tradirlo con un ufficiale e ottiene - come risposta - un'avventura febbrile nel mondo reale, una reazione alla sua provocazione su un piano completamente diverso.

È proprio il rapporto tra questi due piani la chiave del film: la conclusione a cui arriva Alice è un'epifania del tutto pragmatica. Fare sesso o "scopare", come dice lei, è l'atto purificatore che permette di spazzare via tutto, sogni e realtà, immaginazioni e incubi. Funzionerà? Non lo sappiamo.

La versione alternativa del libro

Adelphi
La copertina di Doppio sogno
Doppio sogno

Il romanzo del 1925, che appoggia le proprie radici sui pilastri della psicoanalisi, fece scalpore: la storia di Fridolin e Albertine, una coppia dall’apparente tranquilla esistenza borghese, viene sconvolta dai racconti di lei, che aveva confessato al marito fantasie sessuali ed extraconiugali. Scosso da queste parole, Fridolin esce con un amico a bere un drink e accetta una parola chiave per partecipare a un party in maschera segreto. Qui Fridolin ha un’avventura sessuale con un’estranea affascinante e, tornato a casa, confessa il suo tradimento alla moglie dopo che lei ha trovato la sua maschera sul cuscino. Albertine lo rassicura e gli dice di non preoccuparsi.

Bill si rende conto di aver messo in atto un’infedeltà vera come risposta alla confessione di un’infedeltà sognata.

Kubrick rende la scena finale più pragmatica, terrena ed esplicita, con l’imperativo categorico espresso da Alice: “Dobbiamo scopare”, per sovrascrivere i sogni con la realtà sapendo che ormai quelle fantasie (sane o malate, è tutto da decidere) dalla loro coppia non si muoveranno più.

Come riporta The Guardian, l’Università di Cambridge quasi un secolo dopo la stesura di Doppio sogno ha ripescato una precedente bozza dell’autore, datata 1908, con un finale diverso: scoperto il tradimento del marito, Albertine non accetta la risposta della realtà al sogno e lascia il marito, ordinandogli di allontanarsi da lei.

La bozza apparteneva alla tragicommedia Das weite Land e presentava spunti autobiografici legati alla moglie del drammaturgo, Olga.

Schnitzler era considerato il “doppleganger” di Sigmund Freud e, come riporta l’illuminante analisi di The Guardian, aveva dovuto sopportare l'infedeltà di Olga, che aveva una relazione con il compositore Wilhelm Gross: questo aveva portato i due a separarsi. Esponente del modernismo viennese, Schnitzler nutriva un interesse spiccato per le teorie dell’interpretazione dei sogni.

Il punto più interessante della storia di Schnitzler, oltre ad aver mescolato i piani di sogno e veglia – tramite il medioconscio, una sorta di limbo semireale in cui sogni e fantasie prendono piede nel mondo della realtà –, è la scelta, del giallo per arrivare alla soluzione finale. Il metodo letterario dell’investigazione porta al fulcro del vero oggetto del giallo – non il medico in pericolo, l’orgia e la vestale “sacrificata”al posto suo ma la vendetta trasversale, che scivola dal piano onirico a quello reale, all’interno della coppia. Se Albertine ha narrato di un sogno erotico – che ha profondamente turbato il marito –, Fridolin lo ha messo in atto, abbattendo il muro tra il piano del sogno e della veglia.

E il primissimo finale non ammetteva alcuno spiraglio per uscire da quella dolorosa condivisione di sogni, desideri e incubi.

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