Gli irregolari di Baker Street è una "regolare" storia di mostri, mistero e teenager coraggiosi

Autore: Silvia Artana ,

Dopo il film Enola Holmes basato sui romanzi di Nancy Springer, Netflix torna nell'universo letterario creato da Sir Arthur Conan Doyle con #Gli irregolari di Baker Street. In pochi giorni, la serie ha conquistato la vetta della top ten dei contenuti più visti e si candida a diventare uno dei nuovi successi del servizio di streaming. Il legame con Sherlock Holmes ha sicuramente avuto un ruolo nella eccezionale risposta da parte del pubblico, ma la verità è che Gli irregolari di Baker Street prende spunto dal gruppo di ragazzini di strada che in alcuni libri fornisce informazioni al detective per raccontare una storia tutta sua.

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Del resto, gli occhi e le orecchie di Holmes e del dottor Watson nelle vie di Londra sono personaggi secondari dei romanzi di Sir Arthur Conan Doyle. Ma se da un lato il materiale sugli "irregolari" scarseggia, per contro il "vuoto" lascia ampio spazio per sviluppare il loro mondo. La serie Netflix ci prova con una storia nel segno dell'occulto e del soprannaturale (due temi ricorrenti nelle vicende del leggendario investigatore), ma l'esperimento convince fino a un certo punto.

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Una serie (soprattutto) per teenager

Uno dei limiti de Gli irregolari di Baker Street è di rivolgersi (soprattutto) a un pubblico giovane, senza preoccuparsi di essere trasversale. Di per sé, la scelta ha una sua logica, dal momento che i protagonisti sono dei ragazzini. Tuttavia, basta pensare a Stranger Things e Dark per rendersi conto che un approccio del genere è quantomeno riduttivo. L'avventura non manca, l'azione c'è e i momenti di tensione e romantici pure. Ma la confezione è adolescenziale e gli spettatori più adulti si trovano a pensare che Bea, Jessie, Billy, Spike e Leo sono carini e coraggiosi, senza però restare particolarmente coinvolti dalle loro peripezie.

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Il taglio giovanilistico finisce per appannare anche la componente principale de Gli irregolari di Baker Street, ovvero quella soprannaturale. Nella serie ci sono mostri, creature oscure, ossessioni e possessioni, magia e incantesimi, incubi e antiche reliquie in grado di aprire un passaggio tra il mondo conosciuto e infinite dimensioni sconosciute. Eppure, niente fa davvero paura. L'azione prevale sulla tensione e il mistero e l'occulto sono visti con gli occhi dei giovani protagonisti, che li trovano sì spaventosi, ma anche (soprattutto) affascinanti.

Certo, in alcuni momenti gli "irregolari" se la vedono brutta. E non solo a causa di forze o nemici soprannaturali. Ma non c'è mai realmente la sensazione che le cose possano finire male. La serie vuole essere una grande avventura per ragazzi. E potrebbe anche andare bene così, se non fosse per alcune velleità drammatiche che finiscono per essere sviluppate malissimo. Una su tutte, la terribile decisione che si trova costretta a prendere Bea per salvare Billy. Senza fare spoiler, la scelta della "leader in pectore" degli "irregolari" è devastante, ma l'episodio è liquidato alla bell'e meglio e all'apparenza non ha conseguenze. 

Un problema di nome Sherlock Holmes (e John Watson)

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Un altro limite (e grosso) de Gli irregolari di Baker Street è Sherlock Holmes. La serie Netflix rivisita il celebre detective in maniera a dire poco spericolata e offre una versione che snatura completamente il personaggio.

Show hidden content Sherlock Holmes è rimasto vittima della dipendenza dalla droga e non ha più la sua straordinaria capacità di osservazione e deduttiva. Il famoso detective è una pallida, patetica ombra del leggendario sé stesso ed è diventato così per avere perduto l'amore della sua vita.

Ecco, no. Un conto è non avere timore reverenziale, un altro proporre una chiave di lettura che non ha nulla a che fare con il protagonista delle storie di Sir Arthur Conan Doyle. È chiaro che serviva un modo per giustificare il fatto che a condurre il gioco sono gli "irregolari", ma la scelta operata finisce per trasformare la presenza di Sherlock Holmes in un problema per la serie, anziché farne un punto di forza.

Netflix
Gli irregolari di Baker Street: Jessie e Sherlock Holmes
Jessie e Sherlock Holmes ne Gli irregolari di Baker Street

Un discorso analogo vale per John Watson. Se da un lato la caratterizzazione del dottore e la descrizione del suo rapporto con l'investigatore hanno degli elementi interessanti, dall'altro il personaggio risulta desolatamente piatto e banale, oltre che poco brillante e terribilmente meschino. E una simile rappresentazione c'entra ben poco con l'uomo intelligente, dalla grande moralità e un profondo, radicato senso dell'onore descritto da Sir Arthur Conan Doyle.

Un inevitabile paragone

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Gli irregolari di Baker Street se la cava decisamente meglio nel portare sullo schermo il mondo della Londra di epoca vittoriana con i suoi conflitti e le sue ombre. Ma nel mescolare la realtà con il soprannaturale e (ancora di più) con alcune storie e personaggi letterari legati al periodo finisce per incappare in un inevitabile paragone con #Penny Dreadful (e per certi versi pure con The Frankenstein Chronicles).

Per chi ha visto la serie con Eva Green, è impossibile non trovare degli echi delle vicende di Vanessa Ives e della sua cerchia nella storia di Bea e dei suoi amici. Certo, le atmosfere de Gli irregolari di Baker Street sono decisamente meno cupe, i protagonisti hanno una profondità e una maturità diversa e non c'è neanche da stare a discutere sulla quantità di sesso e violenza. Ma la somiglianza c'è e diventa particolarmente evidente nell'episodio 1x06, Hieracium snowdoniense, che rivisita il mito di Frankenstein e della sua "creatura", oltre che in 1x07, L'estasi della morte, che non solo è ambientato nel famigerato Bedlam Asylum, ma rende pure omaggio a Dracula con il personaggio del "dottor Renfield" (citazione che va persa nel doppiaggio in italiano).

Netflix
Gli irregolari di Baker Street: Leo e Bea
Leo e Bea ne Gli irregolari di Baker Street

Il precedente di Penny Dreadful è senza dubbio ingombrante, ma Gli irregolari di Baker Street trova la sua dimensione nell'essere una canonica storia di mostri e mistero per un pubblico di teenager, in cui dramma, paura, amore e passione non superano mai il limite.

Commento

Voto di Cpop

65
Gli irregolari di Baker Street si ispira ai libri di Sir Arthur Conan Doyle per raccontare una storia a tinte soprannaturali che paga il limite di essere pensata (soprattutto) per i più giovani.

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