Da quando, nel 2013, Netflix ha iniziato a produrre contenuti originali, molti film e serie TV si sono rivelati dei successi senza precedenti. Basti pensare a titoli come Stranger Things e House of Cards, acclamati da critica e pubblico e vincitori dei più importanti premi e riconoscimenti del settore per rendersi conto della portata del fenomeno.
Purtroppo, però, accanto alle produzioni più acclamate, ce ne sono state altre decisamente non all'altezza, che si sono rivelate dei grossi buchi nell'acqua, alcune in termini di visualizzazioni, altre per il riscontro negativo della stampa, altre ancora per entrambi i fattori.
Tra film e serie TV, ecco quali sono i più grandi flop di Netflix.
- Jupiter's Legacy
- Marco Polo
- Cursed
- Gli irregolari di Baker Street
- Emily in Paris
- Death Note
- Rebecca
- Malcolm & Marie
- Sierra Burgess è una sfigata
- Un cavaliere per Natale
Jupiter's Legacy
Tratta dagli omonimi fumetti di Mark Millar, #Jupiter's Legacy è la nuova serie supereroistica targata Netflix creata da Steven S. DeKnight. In un panorama televisivo in cui i supereroi la fanno da padrone, Jupiter's Legacy non si impone sulle serie sorelle per una trama particolarmente complessa come quella diWandaVision, uno spirito tagliente come quello di The Boys o un clima malinconico come quello di The Umbrella Academy.
Jupiter's Legacy non ha un tratto distintivo che spicchi sul resto, che rompa gli schemi, né presenta elementi di novità. Il risultato? Una serie piatta e priva di appeal. Non è affatto una sorpresa che Netflix abbia proteso per la cancellazione.
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Marco Polo
Liberamente ispirata a Il Milione, resoconto dei viaggi in Asia intrapresi da Marco Polo, la serie di John Fusco è uno dei più clamorosi flop di Netflix. Con un budget di 90 milioni di dollari solamente per i primi dieci episodi, #Marco Polo non ha soddisfatto le aspettative del pubblico, tanto che la ricordiamo oggi per essere stata la prima serie del colosso dello streaming mondiale a non venir rinnovata per una terza stagione.
Eccessivamente drammatica e con un protagonista noioso e privo di carisma, la serie è stata cancellata il 12 dicembre 2016 a causa delle recensioni fortemente negative ricevute e di un deficit di 200 milioni di dollari.
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Cursed
Presentata in pompa magna come un fantasy imperdibile, #Cursed ha ampiamente deluso le aspettative rivelandosi un prodotto di pessima qualità. Pur avendo puntato su un cast di attori molto amati (Katherine Langford, Daniel Sharman e Gustaf Skarsgård), la serie si è rivelata un disastro sotto tutti i punti di vista, con una sceneggiatura debole, sequenze d'azione poco credibili, personaggi piatti, svolte narrative prevedibili e un lavoro di post-produzione davvero approssimativo.
Ancora non ci sono notizie riguardo al futuro della serie dedicata alla giovane Nimue, ma che venga rinnovata o cancellata, Cursed non può certamente dirsi una serie riuscita.
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Gli irregolari di Baker Street
Nonostante i nomi di Sherlock Holmes e Sir Arthur Conan Doyle facciano ancora molta presa sul pubblico, non tutti gli adattamenti e le opere ispirate all'investigatore più famoso al mondo godono della stessa fortuna. #Gli irregolari di Baker Street è il perfetto esempio di come una serie potenzialmente aveva tutte le carte in regola per riuscire a ottenere un discreto successo si sia invece rivelata una produzione assolutamente da dimenticare.
Calare le indagini dei protagonisti in un contesto gotico poteva dare un tocco di originalità al materiale di partenza a cui la serie vagamente si ispirava, ma il risultato è una serie tutt'altro che brillante e poco adatta a un pubblico adulto, che troverà le avventure di Bea, Jessie, Billy, Spike e Leo decisamente banali. Il risultato? La serie è stata cancellata dopo una sola stagione.
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Emily in Paris
Pur con degli ottimi numeri in termini di visualizzazioni, tanto da essere rinnovata per una seconda stagione dopo un mese dalla distribuzione mondiale della prima, #Emily in Paris è stata un flop dal punto di vista della critica.
La commedia romantica di Darren Star è stata infatti tacciata di aver dato un'immagine distorta e stereotipata dei francesi. Le recensioni provenienti dalla capitale della moda hanno aspramente criticato l'atteggiamento di superiorità con cui la statunitense Emily si pone nei confronti dei colleghi parigini, e i numerosi cliché con cui viene dipinto il popolo francese: cattivo, arrogante, pigro sporco e arrivista.
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Death Note
Adattamento a stelle e strisce dell'omonimo manga scritto da Tsugumi Ōba e illustrato da Takeshi Obata, Death Note di Netflix è un disastro di scrittura, recitazione e regia dall'inizio alla fine.
Non solo l'ambientazione americana snatura totalmente la storia originale che faceva della cultura giapponese uno dei suoi elementi cardine, ma ciò che più fa storcere il naso dell'intero live action è la caratterizzazione dei protagonisti: il carismatico Light cede il posto a una controparte scialba e priva di qualsiasi carisma, mentre lo stoico Elle diventa un giustiziere vendicativo e pieno di rabbia. Persino il dio della morte Ryuk va incontro a un cambiamento assolutamente non necessario, passando dall'essere un personaggio che desidera solamente scacciare la noia senza prendere parte alle questioni umane a un giocatore che scende in campo schierandosi quando dalla parte di Light, quando da quella di Elle.
Rebecca
Adattamento moderno del romanzo del 1938 di Daphne Du Maurier, Rebecca la prima moglie, la pellicola con protagonisti Lily James e Armie Hammer soffre inevitabilmente non solo nel confronto con l'originale cartaceo, ma anche con la ben più famosa trasposizione cinematografica del 1940 di Alfred Hitchcock.
Il film del 2020 non riesce a essere misterioso quanto il romanzo di Du Maurier, né drammatico come il film di Hitchcock. Il risultato è una pellicola scialba, priva di una propria identità, in cui le tematiche più interessanti e ambigue (come ad esempio la moralità dei protagonisti) vengono solamente accennate senza mai venir approfondite, e il senso di angoscia dato dall'ingombrante presenza di Rebecca non è opprimente come nelle precedenti versioni della storia.
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Malcolm & Marie
Film pretenzioso e superbo, Malcolm & Marie si presenta come un progetto ben confezionato ma totalmente vuoto nei contenuti. Dietro l'impeccabile estetica e le solide performance di John David Washington e Zendaya, il lavoro di Sam Levinson si mostra fin dai primi minuti come un esperimento arrogante e borioso, condito di infiniti monologhi tutt'altro che verosimili e personaggi incoerenti e irritanti. Ogni passaggio di #Malcolm & Marie, dai bisticci dei due innamorati alla critica al mondo patinato di Hollywood, risulta artificioso ed eccessivo, se non, addirittura, caricaturale.
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Sierra Burgess è una sfigata
Shannon Purser è Sierra Burgess, una diciassettenne insicura e perennemente emarginata a causa del suo peso e del carattere schivo e riservato che la contraddistingue. La premessa del film dovrebbe farci empatizzare con la protagonista, farci parteggiare per lei, ma, in fin dei conti, Sierra è in realtà la villain della storia: perpetra per tutta la durata della pellicola inganni, doppi giochi e comportamenti al limite del bullismo.
Diretto da Ian Samuels e scritto da Lindsey Beer, #Sierra Burgess è una sfigata giustifica il catfishing e lo fa passare per romanticismo, facendosi portavoce di un messaggio sbagliato e problematico soprattutto considerando che si rivolge a un pubblico di teenager.
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Un cavaliere per Natale
Tra i flop di Netflix non poteva certamente mancare #Un cavaliere per Natale, film del 2019 con protagonisti Vanessa Hudgens e Josh Whitehouse. La pellicola racconta la storia d'amore tra l'insegnante di scienze Brooke e Cole Christopher Frederick Lyons, un cavaliere venuto dal passato a seguito di un incantesimo di una potente strega.
Oltre alla poco chiara logica dietro al viaggio del tempo, ciò che fa di Un cavaliere per Natale un fiasco è la totale assenza di originalità nella trama, una vera e propria scopiazzatura di #Kate & Leopold del 2001.
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