Prey: il trucco sul corpo dei Comanche ha un significato preciso

Leggi cosa ha detto Amber Midthunder, protagonista di Prey, sul make-up usato per trasformarsi in perfetta guerriera Comanche.

Immagine di Prey: il trucco sul corpo dei Comanche ha un significato preciso
Autore: Giulia Angonese ,

Prey, prequel della saga Predator, offre una ricostruzione accurata e dettagliata della cultura Comanche del 1719, periodo precedente la colonizzazione. Abbiamo già visto perché il regista Dan Trachtenberg ha ambientato il film in questo preciso periodo storico; oggi, 8 agosto 2022, approfondiamo invece il significato dei disegni dipinti su viso e corpo dei guerrieri Comanche che vediamo nella pellicola. Un make-up di grande impatto visivo, al quale hanno contributo attivamente gli attori del cast, discendenti dei nativi americani.

A parlarne è la protagonista Amber Midthunder (nel film interpreta la giovane Naru, cacciatrice Comanche), discendente Sioux. Ecco cosa ha rivelato nel corso di una lunga intervista concessa a InStyle:

Abbiamo avuto parecchi giorni per testare acconciature e trucco e tutti sono stati coinvolti in queste prove. I ragazzi hanno dovuto collaborare alla pittura del viso e alla pittura per le scene di combattimento. Alcuni di loro hanno inserito i disegni tipici della loro famiglia, sul volto e sul corpo, il che è stato veramente incredibile, oltre ad essere un segno di profondo rispetto da parte della produzione che ha incluso noi con la nostra cultura.

La possibilità data agli attori di poter dipingere sul proprio viso motivi pittorici appartenenti alle loro famiglie d’origine, è un altro segno tangibile, forse più difficile da cogliere, della grande considerazione che la produzione ha avuto nei confronti della cultura nativa americana tout court, non solo Comanche. Non a caso la pellicola è stata promossa dalle comunità indigene. Il coming of age al femminile di Naru non è solo lotta per difendere il proprio popolo dal letale Predator, ma è anche battaglia per il riconoscimento della propria identità individuale. Una battaglia di cui la stessa Amber Midthunder si sta facendo portavoce, per dare spazio alla cultura nativa: 

Per molto tempo siamo stati al servizio di storie di altre persone, in generale al servizio di altri; dobbiamo sapere che noi stessi possiamo fare qualcosa, raccontare le nostre storie. O possiamo creare delle nostre attività e avere successo. Nessuno deve darci il permesso: possiamo fare qualcosa che funziona, che ha successo. E cosa più importante, abbiamo qualcosa da offrire agli altri.

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