Ritratto della giovane in fiamme, la recensione del film più rivoluzionario del 2019

La regista francese Céline Sciamma regala agli spettatori il film più rivoluzionario del 2019, trasformando un dramma in costume in un ardente inno all'uguaglianza e all'amore. La recensione.

Autore: Elisa Giudici ,

Si apre con il rumore un po' raschiante dei carboncini sulla carta, mentre un gruppo di giovani allieve prova a dipingere il ritratto della loro maestra di disegno e di pittura. Poco dopo si avvia un lungo flashback in cui sarà lei a fare da colonna sonora al film con i suoi carboncini e i suoi pennelli, mentre tenta di dipingere di nascosto il ritratto di una giovane donna. A chiamarla è stata la madre della ragazza, che vuole sposarla a un nobile milanese per assicurarle un futuro, nonostante la figlia sia contraria al matrimonio. 

Il ritratto procede, una precedente copia crepita nel camino, il mare s'infrange contro gli scogli. La musica è assente, a parte qualche vecchia nota suonata su un vecchio clavicembalo. La colonna sonora è costituita dalle onde del mare, dalle pennellate sulla tela, dal vento.

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La pittrice dipinge il ritratto
La colonna sonora del film è costituita dai suoni della pittura

Pochi personaggi si muovono nella grande casa vicino alla scogliera: la giovane che non sa di essere ritratta, la pittrice che le sta vicino per tentare di catturarne l'immagine, la domestica che si occupa della casa e osserva silenziosamente la missione dell'artista. Eppure Ritratto della giovane in fiamme ha la musica e un'energia rivoluzionaria nel petto, che attende solo di esplodere. Succede molto più tardi, in un momento cruciale del film e della relazione tra modella e artista.

Il suono della rivoluzione

Succede quando sulla scena appaiono un gruppo di donne, quasi un sabba nella notte rischiarata dal fuoco. Le donne intonano un canto, fugere non possunt, non possiamo fuggire. Poco dopo, il titolo del film rivela il suo significato e la pellicola stessa s'infiamma. Tutti i pezzi disposti con cura combaciano e il film precipita in un crescendo perfetto. Anche la musica tornerà, molto più tardi e in maniera molto più convenzionale, in una chiusa splendida che si scolpisce nella mente. 

A vederlo così, uno dei film migliori e più memorabili del 2019, non si immaginerebbe che sia nato dal lavoro di oltre tre anni della sua creatrice, Céline Sciamma. Un lavoro partito da immagini slegate: una ragazza in fiamme, una giovane che corre verso la scogliera, una donna che ascolta un brano a lei caro e si commuove. Sceneggiatrice e regista autoriale molto apprezzata in Francia, Sciamma ha scritto Ritratto della giovane in fiamme con l'idea ben precisa di andare contro tutte le convenzioni di scrittura. Per scrivere una sceneggiatura s'insegna a creare conflitto, una disparità di potere e possibilità attraverso cui movimentare la situazione e portare avanti la storia.

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Le protagoniste di Ritratto della giovane in fiamme parlano a letto
Ritratto della giovane in fiamme è costruito sull'uguaglianza tra personaggi

Lei invece cancella tutte le differenze di classe, di potere, di cultura, d'esperienza nel suo trio di protagoniste. Mette sullo stesso piano la modella, l'artista e la serva, traendo da questa rivoluzionaria uguaglianza una forza essenziale ed elegante che porta avanti il film. 

Musa, dietro e davanti la cinepresa

È una pellicola che non si fa ingabbiare dalle strette convenzioni del film storico in costume, genere votato a un manierismo talvolta esasperato. Ritratto della giovane in fiamme galleggia in una dimensione realistica eppure volutamente indefinita nel tempo e nello spazio, in una ricostruzione storica attenta ma non soffocante, quasi disadorna. Un fondale dai colori tenui su cui si stagliano con ancor più nitidezza le figure delle protagoniste.

Luana Bajrami, Noémie Merlant, e Valeria Golino sono assolutamente strepitose, ma un discorso a parte lo merita Adèle Haenel, qui davvero eccezionale. Per merito suo (è una grande attrice amata dai migliori registi francesi, dotata e per giunta bellissima) e per merito della regista, con cui anni fa intrecciò una relazione, che ha scritto per lei questo ruolo, che porta il rapporto reciproco tra musa e artista anche dietro la macchina da presa. La pittrice la guarda, la regista la guarda, noi la osserviamo e Haenel s'infiamma, prima letteralmente e poi emotivamente, in quella scena finale in cui la sua potenza riesce ad oscurare persino la tempesta estiva di Vivaldi. 

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Adèle Haenel alla scogliera
Adèle Haenel è l'anima del film

Ci sarebbero tantissime cose da dire su Ritratto della giovane in fiamme e probabilmente verranno dette negli anni a venire, perché questo è un film destinato a restare nella memoria e nella storia recente del cinema. Alcune ce le hanno raccontate Golino e Sciamma in una recente intervista, altre le tireranno fuori gli spettatori e le registe del futuro, a cui questo film parlerà come Lezioni di Piano ha parlato alla generazione di Sciamma. Resta solo una cosa da dire, una raccomandazione: Ritratto della giovane in fiamme è un film imperdibile. Non lasciatevelo sfuggire. 

Ritratto della giovane in fiamme è nelle sale italiane dal 19 dicembre 2019.

Commento

stars

Voto di Cpop

100
Sostenuta da un quartetto di attrici formidabili, Céline Sciamma scardina le regole del genere storico in costume e del cinema stesso, sostituendo il conflitto con l'uguaglianza. Imperdibile.

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