Madri coraggiose, madri indipendenti. Madri rimaste sole, madri che mandano avanti l’intera famiglia. Madri in zone di guerra, madri focolaio della casa. Dalla commedia al dramma, dal thriller all’opera metaforica: la figura della madre ha attraversato ogni stile narrativo e ogni racconto possibile, ponendosi come persona amata e da ammirare o essere sconosciuto e ambiguo, che racchiude in sé la potenza della vita e la forza di metterla al mondo.
Sono perciò moltissimi i personaggi materni che si sono succeduti nel panorama cinematografico, divenendo veri e propri caratteri distintivi per alcuni autori come Pedro Almodóvar a Xavier Dolan. Riscopriamone perciò alcuni nella nostra lista dei 15 film sulla maternità raccontata al cinema tra risate, lacrime e simbolismi.
- J'ai tué ma mère
- Mommy
- Tutto su mia madre
- Madre!
- Mamma mia!
- Elegia americana
- Pieces of a Woman
- Quo vadis, Aida?
- Quel mostro di suocera
- Bad Moms - Mamme molto cattive
- Lion - La strada verso casa
- I ragazzi stanno bene
- Nemiche amiche
- Mamma Roma
- The Blind Side
J'ai tué ma mère
I primi due film della lista sono dedicati al già citato Xavier Dolan, impossibile da non nominare vista la sua folgorante carriera e la rappresentazione che ogni volta ha donato della figura materna. Paradigmatico è, prima di tutto, il titolo del suo film d’esordio: J'ai tué ma mère, in italiano Ho ucciso mia madre. Girato a soli diciannove anni, facendosi regista, sceneggiatore, protagonista e produttore del film, Dolan indaga per la prima volta quello che sarà un topos ricorrente nella sua poetica.
È il rapporto del suo personaggio Hubert con il genitore Chantale ad essere centrale nel film e a venir dissezionato tra complicità e urla, distacco e cruda ironia. Una madre e un figlio che viaggiano su binari diversi, ma che non possono mai staccarsi. Un debutto esaltante per il giovane canadese, basato in parte sulla sua autobiografia e che, da quel momento, vedrà la sua carriera decollare.
Mommy
A cinque anni di distanza da J'ai tué ma mère, Xavier Dolan vince il Premio della Giuria a Cannes nel 2014 grazie al suo film Mommy. Questa volta Dolan è solamente regista e sceneggiatore del film, mentre nel ruolo del protagonista troviamo il giovane Antoine Olivier Pilon. La madre dell’opera è ancora una volta Anne Dorval, attrice con cui l’autore ha continuato a collaborare anche dopo J'ai tué ma mère. In Mommy la donna veste i panni di una madre innamorata del proprio figlio, ma esasperata dal suo comportamento violento e difficile da gestire.
Ancora una volta, in un’opera di Dolan, dalla tensione tra genitore e prole fuoriescono lampi incandescenti. Una relazione complicata quella tra i personaggi di Diane e Steve, madre e figlio nel film, in cui i disturbi e il carattere imprevedibile del ragazzo impediscono alla donna di potersi prendere adeguatamente cura del giovane. Un film che mostra il tentativo di Diane di far funzionare la loro vita, tra gli scatti di rabbia di Steve e l’aiuto della vicina Kyla. Ma non bastano i sogni e i desideri di una madre a far rinsavire un figlio, che sulle note finali di Lana Del Rey scappa in cerca di libertà.
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Tutto su mia madre
Dopo Xavier Dolan era impossibile non inserire il regista delle donne Pedro Almodóvar, che tra le figure femminili dei suoi film ha tirato fuori le madri più appassionate e pazze dell’intera cinematografia mondiale. Tra tutte, la sua opera manifesto è senz’altro Tutto su mia madre, pellicola del 1999 riconoscibile dai toni caldi del suo rosso e da una storia di relazioni e scoperte legate al presente e al passato.
Tutto su mia madre racconta la storia di Manuela, costretta a dover vivere la morte del figlio. Questo spinge la donna a realizzare l’ultimo desiderio del giovane: andare a Barcellona a parlare col padre del ragazzo, un travestito di nome Lola. Un film pieno di arte, cinema e teatro, con la morte del giovane Esteban che richiama La sera della prima di John Cassavetes, il titolo che rimanda a un classico come Eva contro Eva (in originale All about Eve) e il continuo riproporsi di un classico di Tennessee Williams come Un tram che si chiama desiderio.
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Madre!
Darren Aronofsky è da sempre un regista controverso e non ha potuto che spaccare la critica e il pubblico quando, alla 74esima edizione del Festival di Venezia, ha presentato in prima mondiale il suo film Madre!. L’opera viene scritta nel giro di una settimana dal proprio autore e vede come protagonista l’attrice Jennifer Lawrence, al tempo compagna del regista. Affianco all’interprete c’è Javier Bardem, il cui protagonista instaura un rapporto col personaggio della Lawrence basato sul possesso e l’adorazione.
Madre! di Aronofsky è audace perché sceglie di non utilizzare mezze misure per raccontare la sue allegorie riguardanti temi sociali, culturali e ambientali, fino ad arrivare al religioso e al bibblico che segnano le parti più crude e insostenibili dell’opera. La madre in questo caso è il personaggio di Jennifer Lawrence che non è solamente genitore, ma rimanda ad altro: alla terra che stiamo deturpando, alla musa che viene prosciugata dal suo autore, alla donna come visione della società. Un film che scandalizza e affascina, e che ha lasciato molti disgustati. Una madre che siamo portati a martoriare perché sempre lì pronta ad accoglierci.
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Mamma Mia!
Toni completamente diversi per uno dei musical più leggeri dell’intero cinema mondiale. Mamma mia! prende dalla discografia degli Abba e la rende colonna sonora per un film ambientato nel mezzo di un’isola greca lontana da tutto e da tutti dove le cose importanti sono divertirsi, amare e ballare. Il cast di attori canterini è impressionante: nel ruolo della matrona Donna c’è una luminosa Meryl Streep, a cui vanno affiancandosi Amanda Seyfried, Colin Firth, Pierce Brosnan e Stellan Skarsgård.
La storia parla di Sophie (Seyfried) e del suo imminente matrimonio sull’isola in cui vive e lavora la madre Donna (Streep). La donna però ha un sogno: quello di scoprire chi è il vero padre così che possa accompagnarla all’altare. Ecco dunque arrivare in Grecia tre vecchie fiamme dell’inarrestabile Donna, tutte e tre potenziali padri della giovane ragazza.
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Elegia americana
Elegia americana è il film Netflix diretto da Ron Howard che vede al proprio centro la storia della famiglia Vance. A farla da padrone sono due grandi interpreti: Amy Adams e Glenn Close. Per quanto, infatti, l’opera abbia come protagonista il giovane J.D., interpretato in età fanciullesca da Owen Asztalos e in quella adulta da Gabriel Basso, sono le figure femminili della famiglia Vance a primeggiare nel racconto sceneggiato da Vanessa Taylor e basato sul libro di memorie dello stesso J.D. Vance.
Il film di Ron Howard inquadra il rapporto sia tra i personaggi di Glenn Close e Amy Adams, sia quello di quest’ultima con il figlio J.D.. L’opera racconta gli eventi che hanno portato le due donne ad avere comportamenti che, spesso, hanno rovinato la loro stessa vita o quella di chi hanno avuto attorno. Un’eredità difficile da sopportare e di cui il personaggio di J.D. non sa come liberarsi.
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Pieces of a Woman
Di madri ce ne sono diverse, anche quelle che non possono esserlo. Madri mancate eppure per sempre legate alla vita di quei figli scomparsi troppo presto, che rimarranno come presenze costanti nella loro vita. Restando su Netflix, è Pieces of a Woman un’altra incredibile pellicola su cosa significa essere madre a metà, ma soprattutto cosa vuol dire essere donna.
La protagonista di Pieces of Woman è una Vanessa Kirby che dà una prova intensa nel ruolo della sua Martha Weiss, la quale vede spegnersi sotto i suoi occhi la propria bambina subito dopo essere nata. Il film, quindi, si avvale di questa assenza, di una figlia venuta a mancare e di una donna che dovrà rimettere insieme i pezzi di sé, scoprendosi forse più forte e decisa di quanto potesse immaginare.
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Quo vadis, Aida?
La figura della madre risalta intrepida e coraggiosa nel primo film a trattare direttamente del Massacro di Srebrenica. Quo vadis, Aida? è la pellicola di Jasmila Žbanić presentata alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia e che vede il film entrare nella cinquina dei titoli candidati agli Oscar come Miglior film internazionale.
La protagonista della storia è Aida, interpretata da Jasna Đuričić, la quale cerca di tenere nascosti i figli e suo marito dall’esercito serbo, in quanto impegnato ad identificare e condurre in una sede ignota tutti gli uomini di etnia bosniaca. Aida tenterà con tutte le proprie forze di tenere la sua famiglia al sicuro, continuando a svolgere il suo ruolo di traduttrice dell’ONU, temendo per la salvezza dei suoi cari.
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Quel mostro di suocera
Una madre farebbe qualsiasi cosa per il proprio figlio, anche impedirgli di sposare la donna sbagliata. È quello che capita a Jane Fonda in Quel mostro di suocera in cui tenta in tutti i modi di impedire al figlio Michael Vartan di convogliare a nozze con il personaggio di Jennifer Lopez.
Giocando con il titolo originale Monster-in-Law (Mother-in-Law si traduce dall'inglese suocera), la commedia del 2005 diretta da Robert Luketic è un concentrato di risate e giochetti malefici che le due donne si scambieranno alle spalle del personaggio di Vartan. Una pellicola irresistibile, dove la coppia Fonda-Lopez fa vere e proprie scintille. Un’alchimia incredibile e un ritmo perfetto, soprattutto nei momenti più cattivelli del film.
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Bad Moms - Mamme molto cattive
Continuando con le commedie non può mancare certo Bad Moms - Mamme molto cattive, film del 2016 scritto e diretto dalla coppia Jon Lucas e Scott Moore che già nel 2009 aveva sceneggiato l’acclamato film Una notte da leoni. Questa volta le protagoniste sono Mila Kunis, Kristen Bell e Kathryn Hahn, un trio improbabile eppure assolutamente divertente, pronte a sovvertire i loro ruoli da madri.
In Bad Moms - Mamme molto cattive la questione è semplice: le protagoniste di Kunis, Bell e Hahn sono stufe di dover seguire certe regole non dette e degli standard troppo alti per risultare sempre perfette. Per le tre è arrivato perciò il momento di ribellarsi e di dedicare più tempo a se stesse, diventando molto, molto cattive.
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Lion - La strada verso casa
Se Vanessa Kirby è una madre che ha perso troppo presto la propria figlia, Nicole Kidman è una madre che ne ha trovato uno. Questo perché non si è genitori solamente quando si mette fisicamente al mondo un figlio, ma quando si decide di crescerne ed educarne uno.
È quello che accade nel film Lion - La strada verso casa, opera di debutto di Garth Davis del 2016. In Lion - La strada per casa oltre alla Kidman, troviamo nel cast anche Dev Patel e Rooney Mara, per la storia vera dello scrittore Saroo Brierley. Salito per sbaglio su un treno che lo condurrà a circa 1600 chilometri dal suo villaggio, il piccolo Saroo comincerà a vivere per strada finché, dopo essere stato in orfanotrofio, non verrà adottato da una coppia di australiani. Da adulto, però, Saroo cercherà di mettere insieme i propri ricordi di bambino per ritrovare la propria casa, così da espiare quel senso di colpa che lo ha accompagnato per tutta la vita.
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I ragazzi stanno bene
Non solo una mamma per I ragazzi stanno bene, bensì due. Si tratta di Julianne Moore e Annette Bening, madri lesbiche dei giovani Mia Wasikowska e Josh Hutcherson nel film del 2010 di Lisa Cholodenko. Insieme a loro anche Mark Ruffalo, punto nevralgico di una storia che verrà scombussolata dall’arrivo dell’uomo nella loro famiglia.
Il personaggio di Ruffalo è infatti Paul, padre biologico dei due ragazzi nati attraverso l’inseminazione artificiale. Dopo aver compiuto diciotto anni la giovane Joni (Wasikowska), su incitamento del fratello, deciderà di contattare la banca del seme per scoprire il nome del padre, che entrerà così a far parte della loro vita e di quella delle due mamme.
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Nemiche amiche
Avere come mamme Susan Sarandon e Julia Roberts sarebbe un sogno. Sogno diventato realtà nel 1998 per Jena Malone e Liam Aiken, che hanno visto le due attrici interpretare le loro figure materne nel film Nemiche amiche. Diretta da Chris Columbus, l’opera racconta di un odio che si trasforma in amicizia per i bene dei due bambini, per un film commovente che vide la Sarandon candidata ai Golden Globes.
Nemiche amiche vede Isabel (Roberts) dedicarsi esclusivamente alla carriera, finché nella sua vita non arrivano i figli del suo compagno Luke (Ed Harris). Per la donna non è facile entrare in sintonia con i ragazzini, vista soprattutto l’ammirazione che provano per la loro madre Jackie (Sarandon), la quale nutre a propria volta del risentimento nei confronti di Isabel. Le due, però, decideranno di deporre l’ascia di guerra quando Jackie scoprirà di avere il cancro, cercando di collaborare per il futuro dei due bambini.
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Mamma Roma
Scavando nel passato e prendendo da uno dei nostri più poetici autori, la figura della madre viene ripresa con fervore e religiosità nel film Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, opera del 1962 che vede come protagonista la grandiosa Anna Magnani.
Quella della Magnani è una madre che, per il proprio figlio, farebbe di tutto. E infatti la donna smette di fare la prostituta, cercando di diventare una persona rispettabile per il bene della propria famiglia. Il suo passato, però, non verrà perdonato dal figlio, la cui sorte lo condurrà verso una tragica fine.
The Blind Side
Sebbene alla sua uscita fu un trionfo di critica e pubblico, ultimamente The Blind Side non gode della stessa fama. Il film, però, dimostra cosa è possibile ottenere grazie al sostegno e alla dedizione di una madre come quella interpretata nel film da Sandra Bullock, per cui l’attrice vinse un Oscar.
La coppia benestante dei Tuohy decide di adottare Michael Oher (Quinton Aaron), giovane e talentoso giocatore di football povero fin dall’infanzia. Considerato lento nell’apprendimento e incapace di riuscire nella vita, sarà grazie all’amore mostratogli da Leigh Anne Tuohy (Bullock) che il ragazzo sfrutterà il grande potenziale che porta dentro. Il film del 2009 è diretto da John Lee Hancock ed è basato sul libro biografico di Michael Lewis.
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