In vista delle commemorazioni del Giorno della Memoria 2025, vi segnaliamo 5 graphic novel che, grazie alla forza espressiva dei loro autori, ci permettono di riflettere su quanto accaduto ed emozionarci. Un atto dovuto, per far sì che la Storia non si ripeta e ciò che è accaduto non ricapiti mai più: un messaggio più importante che mai, al giorno d'oggi, con tanti conflitti che divampano.
Giorno della Memoria, 5 graphic novel da recuperare
Istituito nel 2005 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale che, ogni 27 gennaio, vuole commemorare in maniera particolare le vittime dell'Olocausto. Gli eventi storici dovrebbero sempre farci riflettere, per evitare di commettere gli stessi errori e soprattutto di diventare una civiltà migliore: per questo, nella data in cui, nel 1945, le truppe sovietiche liberarono Auschwitz, uno dei più grandi e simbolici campi di concentramento, la riflessione diventa immersiva e assoluta.
I tragici avvenimento dell'Olocausto hanno segnato la Storia in maniera indelebile, scrivendo purtroppo delle pagine drammatiche che, per forza di cose, hanno lasciato il segno anche sull'espressione artistica. In vista delle commemorazioni del 2025, quindi, sfruttiamo l'occasione per recuperare cinque graphic novel che, grazie alla forza espressiva dei loro autori, ci permettono di riflettere su quanto accaduto ed emozionarci, due elementi connotativi dell'essere umano.
Tra inchiesta e storia personale, tra eventi storici e ricordi, le graphic novel selezionate incrociano generazioni raccontando storie dalla grande forza evocativa. Un atto dovuto, per far sì che la Storia non si ripeta e ciò che è accaduto non ricapiti mai più: un messaggio più importante che mai, al giorno d'oggi, con tanti conflitti che divampano.
Maus di Art Spiegelman
La storia di una famiglia ebraica tra gli anni della guerra e il presente, fra la Germania nazista e gli Stati Uniti. Un uomo, scampato all’Olocausto, e suo figlio che fa il cartoonist e cerca di trovare un ponte che lo leghi alla vicenda incidibile del padre. Una piccola struggente storia familiare sullo sfondo della più immane tragedia del Novecento. Raccontato nella forma del fumetto: gli ebrei sono topi; i nazisti, gatti. Un libro imprescindibile, commovente e lieto, tragico e necessario, come la vista.
Noi non andremo a vedere Auschwitz di Jérémie Dres
Gli ebrei in Polonia: non solo il trauma di Auschwitz, ma mille anni di storia. E una nuova generazione che si interroga su identità e memoria. Il diario di viaggio di un giovane artista in cerca delle radici familiari diventa un appassionante reportage disegnato.
Yossel Aprile 19, 1943 di Joe Kubert
Candidato agli Eisner Awards 2003, il volume narra le vicende del giovane Yossel, deportato dai nazisti insieme a tutta la sua famiglia nel ghetto di Varsavia. Yossel è il vero nome di Kubert, che mescolando auto-biografia e romanzo dipinge sé stesso tra i protagonisti della storia. Yossel: 19 Aprile 1943 è un crudo, spietato affresco su un periodo oscuro della storia dell'umanità, ricreato attraverso i bozzetti di un fantasioso bambino nato per disegnare. Allo stesso tempo, Yossel è un'ode ai fumetti e allo straordinario valore dell'immaginazione e del coraggio, in un mondo in cui persino la speranza venne messa a tacere.
Auschwitz di Pascal Croci
Da qualche parte nella ex-Iugoslavia. Il vecchio Kazik e sua moglie ricordano Auschwitz. Quando, nel marzo del 1944, scoprono che la barbarie ha assunto forma umana: quella del boia nazista. Primo racconto realistico a fumetti sulla Shoah, questa storia sconvolgente, direttamente ispirata alle testimonianze dei sopravvissuti del campo di Auschwitz-Birkenau, descrive la vita quotidiana nel campo di sterminio. L'autore non cerca di riassumere la storia della "Soluzione finale", né di prospettare una qualche tesi storiografica, ma solo di sensibilizzare le nuove generazioni al dovere della memoria. Per non dimenticare mai i milioni di vittime del nazismo.
La Seconda Generazione - Quello che non ho mai detto a mia padre di Michel Kichka
"La notizia del suicidio di Charly, il mio fratellino minore, mi arrivò una sera per telefono. Poco prima che partissi, passò a salutarmi un amico. Mi abbracciò e mi disse: 'Un'altra vittima della Shoah'. Ero in un tale stato di shock che non prestai attenzione a quella riflessione, che mi tornò poi in mente durante il volo. Avevo già sentito parlare della sindrome della 'seconda generazione'. E io? Ero al riparo, da quella malattia?"
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