Colette, una storia d'amore nell'Olocausto: trama e temi del film del 2013 tratto dal romanzo

Autore: Alessandro Zoppo ,

"Perché un altro film sull'Olocausto? La risposta è semplice: non mi sono mai commosso così tanto come quando ho letto il romanzo di Arnošt Lustig, Colette. Quel che si dice spesso è vero: non c'è miglior sceneggiatore della vita reale". Con queste parole il regista Milan Cieslar spiega perché ha deciso di girare Colette - Un amore più forte di tutto, il film che porta sullo schermo il racconto di Lustig, uno dei più importanti esponenti della letteratura ceca.

Lo scrittore, scomparso nel 2011 all'età di 84 anni, ha raccontato nelle sue opere la drammatica realtà dei campi di concentramento. Lustig l'ha vissuta sulla propria pelle da ebreo internato a Theresienstadt nel 1942, poi a Auschwitz e a Buchenwald e scampato alla soluzione finale.

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Prodotto da Happy Celluloid e Wandal Production, Colette è una struggente love story nell'inferno quotidiano di un lager. Il film è l'adattamento diretto del romanzo, pubblicato nel 1992 e parte di una trilogia incentrata sul destino di tre donne durante la Seconda guerra mondiale.

Bioscop
Il poster del film Colette - Un amore più forte di tutto
Colette, una storia d'amore nell'Olocausto

La trama

Durante la Seconda guerra mondiale, gli ebrei Colette e Villi vengono catturati e spediti nel campo di concentramento di Auschwitz. Lei è belga, lui cecoslovacco. Diventano inseparabili quando Villi consiglia a Colette cosa dire durante la prima intervista da "essere inferiore" e la salva dalla morte in una camera a gas.

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C'è una rigida gerarchia, anche tra i prigionieri stessi, in quel mondo spietato dove ogni giorno si lotta per la sopravvivenza. I due giovani sono separati l'uno dall'altra perché la bellezza di Colette è stata notata da un fanatico ufficiale delle SS, Weisacker. Il gerarca la assume nella sua officina e la trasforma presto da oggetto del desiderio in schiava sessuale.

Nonostante le loro sofferenze, Colette e Vili si avvicinano sempre di più. In una lotta disperata per la vita, entrambi sono pronti a tutto per tornare insieme e progettano una fuga rischiosa da quel cimitero dell'umanità.

L'autore

Nato a Praga il 21 dicembre 1926, figlio di una famiglia ebrea di commercianti, Arnošt Lustig è sopravvissuto ai campi di sterminio, saltando dal treno che nel 1945 lo stava portando a Dachau. Lustig aveva appena 16 anni quando fu deportato dai nazisti a Theresienstadt e poi fu trasferito ad Auschwitz e a Buchenwald. Riuscì a scappare approfittando di un bombardamento ai binari ad opera dagli alleati angloamericani.

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Candidato al premio Pulitzer e insignito del prestigioso premio Franz Kafka, lo scrittore ha dedicato numerose opere all'Olocausto e alla sua drammatica esperienza di internato. Lustig era solito scrivere con i registi le sceneggiature dei film tratti dai suoi romanzi. Gli adattamenti cinematografici e televisivi dei suoi libri sono numerosi.

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Trasporto per il paradiso di Zbynek Brynych, premiato con il Pardo d'oro al Festival di Locarno del 1963, si basa su un racconto della raccolta Noc a den (La notte e la speranza). I diamanti della notte, diretto nel 1964 da Jan Nemec (è il film d'esordio dell'enfant terrible della Nová vlna cecoslovacca), è l'adattamento dell'autobiografia di Lustig, Le tenebre non hanno ombre.

Modlitba pro Katerinu Horovitzovou del 1965 e Modrý den del 1994 sono due TV movie ispirati, rispettivamente, a Preghiera per Katerina Horovitzova del 1964 e a un racconto della raccolta Giornata triste. Dita Saxová di Antonín Moskalyk è un trasposizione del 1968 dell'omonimo romanzo.

Keller Editore ha pubblicato nel 2014, all'interno della collana Passi, il romanzo Nei suoi occhi verdi. La storia è quella di Hanka Kaudersová, una quindicenne ebrea deportata con la famiglia nel campo di Auschwitz-Birkenau. Fingendosi ariana e maggiorenne, Hanka sopravvive diventando la "Feldhure" del campo, la "puttana" più giovane del bordello 232 Ost sul fronte orientale.

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Il romanzo di Arnošt Lustig

Le tematiche

Anche per Colette, Lustig aveva collaborato alla sceneggiatura e scelto il regista Milan Cieslar. Scomparso nel febbraio del 2011 a seguito di un tumore al polmone, lo scrittore non è stato in grado di portare a termine il lavoro d'adattamento. A quel punto Cieslar ha attinto alle esperienze accumulate nei suoi precedenti film sul periodo della Seconda guerra mondiale – in particolare Spring of Life (Pramen života) del 2000 e Shadows of the Deceased (Krev zmizelého) del 2005 – e rispetto al libro ha apportato alcune modifiche al copione.

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A differenza di quanto accade nel romanzo, che si concentra principalmente sul personaggio di Colette, Cieslar inverte la prospettiva e dà molto spazio a Villi. Nel libro, inoltre, Colette riesce a sopravvivere avendo rapporti sessuali non solo con Weisacker ma con molti altri nazisti del campo. Questo sostanziale cambiamento consente alla storia d'amore di dominare la trama principale del film con poche altre sfumature.

D'altronde Lustig ha sempre raccontato storie di persone semplici messe alla prova da situazioni estreme. Nel caso di Colette, la love story diventa un pretesto per sottolineare il confine sottile tra bene e male e verità e menzogna, parlare di speranza e ricordare che, persino nella devastante desolazione del genocidio, la vita continua ad essere ovunque.

Happy Celluloid/Wandal Production/Bioscop
Un primo piano di Clémence Thioly in una scena del film Colette - Un amore più forte di tutto
Clémence Thioly è Colette Cohen

Il libro

Costato 4 milioni di euro e girato interamente in inglese, Colette - Un amore più forte di tutto è basato sul romanzo breve Colette: Dívka z Antverp, pubblicato da Kvarta nel 1992. Colette è la prima parte di una trilogia, completata da Tanga: Dívka z Hamburku e Lea: Dívka z Leeuwardenu.

Il libro è inedito in Italia e non è stato tradotto in lingua inglese. Non c'era neanche una traduzione francese, tanto che l'attrice protagonista Clémence Thioly ha basato il suo lavoro ascoltando la storia originale da Cieslar, leggendo la sceneggiatura e alcuni testi fondamentali che parlano di questo periodo storico.

Thioly si è documentata con i libri di Primo Levi e soprattutto con E tu non sei tornato, la lettera d'amore al padre (catturato dalla Gestapo e mai tornato dai campi di concentramento) di Marceline Loridan-Ivens, scrittrice, regista, attrice e scenografa di origine ebrea polacca deportata ad Auschwitz-Birkenau, poi a Bergen-Belsen e a Theresienstadt durante l'occupazione tedesca della Francia.

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Il libro di Marceline Loridan-Ivens

Il regista

Classe 1960, Milan Cieslar è un regista molto apprezzato e premiato in patria. Produttore con la sua Happy Celluloid, ha esordito nel 1989 con Dynamite e raggiunto il successo con Spring of Life (Pramen života) del 2000, presentato alla Berlinale.

Il film ha per protagonista Monika Hilmerová nei panni della giovane Gretka e ricostruisce una delle pagine più oscure, misconosciute e agghiaccianti della storia del Terzo Reich:  il programma eugenetico di Lebensborn (Sorgente di vita), un progetto che prevedeva di rapire bambine slave che potevano sembrare ariane, spedirle al sanatorio Isold di Silesia e creare una razza superiore ed etnicamente pura.

Cieslar ha dedicato alla Seconda guerra mondiale pure Shadows of the Deceased (Krev zmizelého), la drammatica storia di una madre e di sua figlia divisa in quattro stagioni, tra il 1939 e il 1961.

Il regista ha diretto anche il fantasy The Rain Fairy (Destová víla) e numerose rom-com come Life Is Life (Zivot je zivot) e Love Is Love (Láska je láska), Spindl e Vecne tvá neverná.

Il cast

I due protagonisti di Colette sono l'attrice francese Clémence Thioly e l'attore ceco Jirí Mádl.

Nei panni del violento e spietato Weisacker c'è invece il tedesco Eric Bouwer, già visto in serie poliziesche made in Germany come Ultima traccia: Berlino e Tatort Münster

  • Clémence Thioly (Colette Cohen)
  • Jirí Mádl (Vili Feld)
  • Eric Bouwer (Weissacker)
  • Andy Hryc (Fritz)
  • Zuzana Mauréry (Broderova)
  • Ondrej Vetchý (Elli)

Sebbene abbia studiato letteratura alla Sorbona di Parigi, Thioly non conosceva Arnošt Lustig. Figlia di uno psichiatra e di una dermatologa, l'attrice è stata scelta dopo un lunghissimo casting.

Al suo attiva aveva molta televisione e un piccolo ruolo nel polar #Nemico pubblico n. 1 - L'ora della fuga di Jean-François Richet.

Happy Celluloid/Wandal Production/Bioscop
Clémence Thioly e Jirí Mádl in una scena del film Colette - Un amore più forte di tutto
Colette e Vili

Il primo incontro con il regista ceco sul set è avvenuto in un ospedale di Bratislava. In un'intervista a Radio Praga, Thioly descrive la sua Colette come "una donna molto coraggiosa e brillante, che ovviamente vive momenti di disperazione perché non è sempre facile".

Ma lei è una combattente e penso che in quel momento per uscirne vivi bisognava essere combattivi e coraggiosi. Ha anche tante debolezze come tutti noi. Colette non è una supereroina: è una donna che cerca di vivere, anche se in alcuni frangenti non ci crede più.

Colette vuole raccontare soprattutto questo: la fragilità della vita, il ruolo determinante del caso in ogni esistenza, la fiducia nelle capacità umane di sopravvivenza nonostante l'orrore e il disastro.

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