Stasera in TV c'è La Llorona, scopri la leggenda a cui si ispira il film della saga di The Conjuring

La Llorona è una figura del folklore messicano diffusa in tutta l'America latina, con delle variazioni. Ma qual è la leggenda a cui si ispira il film di Micheal Chavez? E quali sono le sue origini?

Autore: Giulia Vitellaro ,

La Llorona è una figura ricorrente nel folclore dell’America Latina. La leggenda ha moltissime varianti a seconda della zona in cui è diffusa, probabilmente anche in virtù delle sue antichissime origini.

Stasera 8 novembre su Italia 2 alle 21.15 c'è La Llorona

La traduzione letterale del termine llorona è quello di “donna piangente”. E non a caso, gli spiriti tormentati in preda al pianto (in genere in prossimità di un fiume) sono elementi ricorrenti nella mitologia aborigena.

Le origini della leggenda

All’interno del ricco e diverso pantheon delle culture pre-coloniali troviamo numerose figure da cui può essersi evoluta quella della Llorona:

  • Xtabayuna, dea venerata presso i lancandòn (popolo discendente dei Maya che vive principalmente nel sud-est messicano). Si tratta di uno spirito maligno, che appare agli incauti come una donna di incredibile bellezza, ma il cui lato posteriore è un albero cavo. In modo simile alle sirene della mitologia greca, questa creatura attira gli uomini a sé grazie alla propria avvenenza, per poi farli impazzire e ucciderli.
  • Xonaxi Queculla, dea zapoteca della morte e della lussuria. Anche lei, seduce gli uomini per poi trasformarli in scheletri e portarli con sé nell’aldilà.
  • Cihuacoatl, una dea guerriera del popolo atzeco che veglia sulla maternità, sulla fertilità e sul parto. Cihuacoatl era rappresentata con la metà superiore del busto di donna (ovviamente bellissima) e la metà inferiore di serpente. Le sue caratteristiche principali erano i lamenti strazianti, il pianto, la notte e la presenza, nelle vicinanze, di acqua. Era inoltre padrona e regina delle civatateo, delle donne di nobile stirpe morte di parto che tornavano in vita ciclicamente (seguendo le fasi lunari), pallidissime e pronte a infestare i templi, spaventare la gente all’incrocio delle strade, nuocere ai bambini.

A questa mitologia ricchissima si aggiungono molte altre figure minori, come spiriti di donna che puniscono gli uomini traendoli d’inganno col proprio fascino o che rapiscono i bambini per tenerli con sé.

La figura della Llorona

Il mito della Llorona per come è conosciuto oggi prende forma con l’arrivo dei colonizzatori spagnoli nelle Americhe. Incontrare la Llorona era presagio di una prossima discesa nella follia o peggio, di morte. I coloni spagnoli la identificavano come una stupenda donna vestita di bianco, talvolta fluttuante, che girava per le strade a notte fonda terrorizzando tutti col suo agghiacciante pianto.

Il Messico è la regione in cui la leggenda della Llorona è in assoluto più radicata. Nella storia messicana la Llorona è stata spesso identificata con lo spettro in costante tormento di Dona Marina, detta la Malinche. Dona Marina era un’indigena che, innamoratasi di Hernán Cortés, il crudele condottiero spagnolo in testa alla colonizzazione, gli aveva fatto da interprete e amante, tradendo il proprio popolo. Oltre alla Malinche, non di rado la figura della Llorona associata a storie di donne indigene, meticce o creole innamorate di un colono e rimaste incinte. Il colono, in tutte le storie, finisce col ripudiarle o con lo sposare altre donne, in genere spagnole. Questo evento fa impazzire le sfortunate, che per follia o per vendetta, finiscono per uccidere il bambino frutto della sventurata unione.

Secondo la leggenda, quando i coloni imposero il coprifuoco nella capitale della Nuova Spagna, per le strade vuote era possibile sentire, nella notte e nel silenzio, il pianto di una donna. Si dice che alcuni di coloro che osarono sbirciare fuori dalle finestre durante quelle notti, videro una figura femminile in bianco fluttuare poco sopra la strada di pietra; la figura in genere, sul finire della notte, scompariva nella direzione del lago Texcoco.

In alcune zona dell’America centrale la figura della Llorona è leggermente diversa, pur mantenendo i suoi attributi più caratteristici: si tratta di una donna che ha ucciso il proprio bambino, costretta a errare in eterno in forma di spirito, in preda alla disperazione. Si ritiene abbia avuto origine dagli spiriti "itsö”, spiriti Bribri (popolazione che occupa la regione di Talamanca), figure per metà donne e per metà galline, che riempiono la notte di lamenti e urla quando è imminente la morte di un neonato o quando un bambino si perde e non trova più i suoi genitori.

Anche in Ecuador la Llorona è molto conosciuta, specialmente nel folklore contadino: nella tradizione ecuadoregna si tratta di una donna abbandonata, insieme al figlio piccolo, dal marito. Lei impazzisce e annega il bambino nel fiume, per poi pentirsi e gettarsi in acqua nel tentativo di salvarlo. Purtroppo non arriva in tempo, trovandolo morto; questa scoperta la getta nella più totale disperazione, portandola al suicidio. La leggenda dice che quando una donna partorisce, la Llorona tenta di sottrarle il bambino: affinché questo non accada, i familiari della madre riempiono la casa di dolci, per farla mangiare e distrarre. In questo modo, lascerà in pace il bambino.

Alla Llorona è stata ispirata anche una canzone del folklore messicano, di recente diventata celebre grazie al film biografico su Frida Kahlo, Frida, dov’è interpretata magistralmente da una delle leggende della musica messicana (nonché una delle amanti di Frida), Chavela Vargas.

Anche a Disney non è sfuggito il potenziale evocativo del brano, usato come colonna sonora del lungometraggio animato Coco.

Ma la Llorona, oltre ad aver ispirato un brano dal ritrovato successo, è principalmente uno spirito con una storia antica. Poteva non ispirare il cinema? È così che Michael Chaves, nel 2019, prendendo spunto dalla cultura in cui è cresciuto, idea con l’aiuto della sceneggiatura di Mikki Daughtry e Tobias Iaconis La Llorona - Le lacrime del male.

La trama de La Llorona – Le lacrime del male

Anna (Linda Cardellini) è una giovane donna indipendente: cresce da sola i figli Samantha e Chris e lavora con passione come assistente sociale. Il marito e padre dei bambini, commissario di polizia, è morto sul lavoro qualche anno prima e sin dalle prime scene è chiaro come la ferita nel cuore della famiglia sia ancora aperta.

Un giorno Anna, per lavoro, va a visitare la famiglia Alvarez la cui madre, alcolista, non fa rapporto ai Servizi Sociali da un po’. Trova la casa in penombra, piena di candele votive e simboli misteriosi. Chiede alla madre, Patricia Alvarez, dove si trovino i bambini, ma la donna insiste perché smetta di cercarli: sono al sicuro. Sono in realtà confinati dietro una porta, chiusi a chiave, e quando Anna tenta di aprirla la madre le si getta contro con tutta la propria forza, implorando di lasciarli lì. Alla fine interviene un collega e tutto si risolve; i bambini vengono portati in ospedale e allontanati da Patricia, accusata di incuria e abuso di minore.

Anna indaga sui segni di percosse sul corpo dei fratelli Alvarez, che però le rivelano che la responsabile non è la madre, ma la Llorona. Non si fa troppe domande, e confusa torna a casa. Durante la stessa notte, tuttavia, i piccoli sentono un pianto; assistiamo a delle scene confuse che si concludono con una telefonata ad Anna: i fratellini Alvarez sono stati trovati annegati in un fiume.

 Portando con sé i figli per non lasciarli da soli a casa, Anna va sul luogo del delitto, dove Patricia, disperata, la accusa di essere la responsabile del delitto orribile, dato che non le ha permesso di proteggere i figli dalla Llorona. Chris riesce ad uscire dall’auto e a sbirciare da un’altura la scena del crimine. Da lontano, in un anfratto, sente un pianto: è una donna in bianco che, in messicano, lo implora di venirgli vicino. Il bambino scappa a gambe levate e torna in macchina.

Il giorno dopo, mentre Anna è al funerale degli Alvarez, incontra padre Perez, che su sua richiesta le racconta la storia della Llorona: una stupenda donna messicana si era innamorata e sposata con un ranchero, e dall’unione erano nati due bellissimi bambini. La fedeltà del ranchero era durata per qualche anno, finché la donna non lo aveva scoperto con un’amante più giovane. Accecata dalla gelosia, per ferire il marito aveva annegato brutalmente i figli. Finito il raptus, si era resa conto del terribile atto commesso, e si era annegata nello stesso fiume in cui avevano incontrato la fine i suoi due bambini. Da allora il suo spirito vaga disperato attirando a sé i bambini e finendo inevitabilmente con l’ucciderli. Un racconto molto simile alla versione ecuadoregna della leggenda.

Nei giorni seguenti, Samantha e Chris iniziano a sentire dei pianti e ad assistere ad eventi inspiegabili e inquietanti. Incontrano nuovamente lo spirito, le cui causano loro delle bruciature sulle braccia. Data la natura incomprensibile e misteriosa degli eventi loro accaduti, i bambini sono restii nello spiegare alla madre cosa succede. Durante una cena con un collega ed amico del defunto marito, l’agente Cooper, ad Anna viene rivelato che Patricia Alvarez ha un alibi inattaccabile per la notte in cui sono morti i bambini. Durante tutta la cena Chris e Samantha sono chiusi in un mutismo sospetto, e più tardi, durante la notte, il bambino ha un inquietante episodio di sonnambulismo. Dopo aver rimesso il bambino a letto, anche Anna ha un incontro ravvicinato con la misteriosa presenza della donna vestita di bianco. Nei giorni seguenti si interessa sempre di più al caso Alvarez, concentrandosi sul dossier e andando a interrogare Patricia: la donna, delirante dalla rabbia, la continua ad accusare di essere responsabile della morte dei bambini e le confessa di aver pregato la Llorona di ridarle i propri figli e di prendere quelli di Anna in cambio. Nel mentre, gli eventi terribili in casa di Anna continuano e Chris, per sfuggire all'ennesimo macabro tentativo della Llorona, cade dalle scale slogandosi il polso. All’ospedale il personale nota le bruciature sulle braccia di entrambi i bambini e contatta i servizi sociali: Anna si trova così sotto indagine del suo stesso collega, il detective Cooper, e di un altro assistente sociale. Entrambi interrogano i bambini, che continuano a non confessare quanto gli stia accadendo. La stessa notte, lo spirito tenta di annegare Samantha nella vasca da bagno ma Anna riesce a fermarlo.

Rimasta sola, senza il supporto delle forze di polizia e dei suoi colleghi, la nostra protagonista torna a trovare Padre Perez, che abbiamo già incontrato in un altro film, Annabelle, alla cui terribile storia il prete fa un accenno. C’è una coppia che potrebbe aiutarla ma ha una lunga lista d’attesa. Padre Perez la indirizza allora da un curandero in cerca di aiuto. Il curatore, Rafael, accetta di aiutarli dopo qualche rimostranza. Rafael inizia ad attrezzare la casa di Anna contro la Llorona; ha una con sé una croce costruita dal legno del árbol de fuego, l’albero vicino cui la donna della leggenda narrata da Padre Perez ha annegato i propri figli, unico testimone del terribile crimine commesso.

Durante la notte, la Llorona inizia un attacco serrato e terrificante ai danni di Anna e dei bambini. Samantha si allontana incautamente dal gruppo, venendo catturata dallo spirito che tenta di annegarla nella piscina di casa. Anna riesce miracolosamente a salvarla, e nella colluttazione strappa un ciondolo alla Llorona. Ma dopo il salvataggio, in Samantha c’è qualcosa di strano: una volta che è stata "presa", come ipnotizzata, andrà dalla Llorona ogni volta che questa la chiamerà; per spezzare questa sorta di orribile incantesimo, bisognerà bandire definitivamente lo spirito dalla casa. La donna chiude i due bambini nell’armadio e dà loro il ciondolo, per tenerli al sicuro e per impedire a Samantha di uscire ed andare verso la presenza demoniaca.

Ma qualcuno apre l’armadio: è Patricia Alvarez, che continua a pregare la Llorona i figli di Anna per ridarle i propri. Patricia spara a Rafael e lo spirito rinchiude Anna in cantina, mentre i bambini si rifugiano in soffitta. Non serve. Il demone li raggiunge, ma prima che possa portarli con sé Chris le mostra il suo stesso ciondolo: ecco che la presenza terribile che li tormenta si trasforma in una bellissima donna che accarezza il bambino. Rafael si riprende ed Anna riesce a uscire dalla cantina (complice una redenta Patricia). Con la croce costruita appositamente per ucciderla, Anna accoltella lo spirito dannato. 

L’incubo è finito.

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