Dopo il successo della saga di The Conjuring James Wan si è ritrovato ad essere parecchio indaffarato, strizzato tra una regia di Aquaman (e il suo sequel) e la supervisione dei nuovi lungometraggi horror che compongono la galassia tematica da lui fondata. Forse per questo ha deciso di cedere a un giovane talentuoso un film che nasce su suggerimento dei suoi fan. Wan stesso ha raccontato di essere stato avvicinato più volte da fan ed estimatori del genere horror - molti dei quali sudamericani - che gli raccomandavano di informarsi sulla leggenda della Llorona.
James Wan ha prestato orecchio ai consigli del suo pubblico ed ecco arrivare in sala un film che porta all'attenzione dello spettatore americano ed europeo uno dei racconti più spaventosi del folklore messicano. Un po' uomo nero al femminile, un po' Medea trasformatasi in demonio, la Llorona è una figura della tradizione, utilizzata per spronare i bambini messicani a comportarsi bene. Se lo spirito mette gli occhi su un bimbo e se questi comincia a sentirne il pianto, la minaccia è simile a quella dell'uomo nero.
Insomma, la donna piangente è un incipit formidabile per un horror e James Wan non è nemmeno il primo produttore ad averlo pensato: esiste un fitta filmografia più o meno underground che vede come protagonista proprio lo spirito messicano. Stavolta però la Llorona sbarca a Hollywood - anche se con un budget ristretto - nel mondo degli jump scare e dei film alla The Conjuring.
Una Medea messicana
Siamo nella Los Angeles del 1973 e Linda Cardellini interpreta Anna, un'assistente sociale madre di due ragazzi, single per forza, dopo la drammatica morte del marito poliziotto. Proprio nel seguire un caso affidato al suo ufficio s'imbatte in quello che sembra un banale caso di maltrattamenti domestici: una donna messicana ha rinchiuso nel suo sgabuzzino i figli, dietro una porta coperta da strani simboli. Nonostante la donna scongiuri Anna di non rimuovere i lucchetti, la protagonista libera i bimbi e li porta in una struttura statale. Ancora non lo sa ma ha condannato a morte i due ragazzini e messo in grave pericolo i propri, attirando le attenzioni della Llorona.
Questa figura folkloristica messicana ha tutto quello che serve per alimentare un immaginario horror cinematografico: un vestito da sposa consumato, lacrime nerissime, un pianto che, una volta sentito in lontananza, diventa una maledizione. Anche se descritta come il male assoluto, è il classico spirito vendicativo alla base di una marea di film horror, cattivo il giusto senza picchi di sublime crudeltà. Consumata dal rimorso di aver ucciso i propri figli per punire il padre fedifrago, la donna si è trasformata in una presenza sovrannaturale che rapisce i bambini altrui, annegandoli, proprio come ha fatto con i suoi.
La Llorona - Le lacrime del male si apre con un establishing shot (un'inquadratura che descrive i confini dell'ambiente in cui si svolgono la maggioranza delle scene) della casa della protagonista. C'è dinamicità, virtuosismo, voglia di fare bene in questo promettente inizio diretto da Michael Chaves. Al suo attivo il regista ha solo un corto horror e un paio di videoclip promozionali, tra cui uno di Billy Eilish. A questa prima occhiata sembra essere un regista molto promettente, peccato che in La Llorona abbia campo libero proprio in quei 5 minuti iniziali, senza altri sbocchi creativi.
La trappola dell'usato sicuro
Il film, il suo regista talentuoso e l'accattivante personaggio protagonista sono infatti intrappolati nella struttura dell'usato sicuro, anzi, a prova di bomba di The Conjuring. Costruzione che vince non si cambia sembra essere il motto del film, che sa di non dover puntare troppo in alto per rientrare del modesto budget e diventare un successo commerciale, assicurandosi qualche sequel. Il problema è che non prova a fare davvero nulla di diverso, nuovo o inaspettato, limitandosi a inanellare una serie di jump scare da manuale. La musica viene a mancare, l'atmosfera si fa buia e sinistra, una porta sbatte una tenda sventola e bam!, compare all'improvviso la Llorona.
Il problema è che più che costruire un crescendo di tensione, questo continuo interrompere la storia per "fare paura" rende il film molto sincopato, incapace di avere uno sviluppo vero e proprio e un ritmo sostenuto essenziale per creare una tensione duratura. Anzi, c'è bisogno più volte dell'utilizzo mercenario di comprimari più o meno di pregio per mandare avanti la storia a suon di spiegoni, farcendola anche con occhiolini dalla saga di Annabelle.
In definitiva La Llorona - Le lacrime del male non sfrutta appieno l'enorme potenzialità del suo demone protagonista, uniformandolo a tanti altri a beneficio dei jump scare più che dello sviluppo della storia. Unendo questo difetto a una produzione risicata e a una sceneggiatura molto lacunosa, se ne ricava un film dalle tante mancanze, che può soddisfare appieno solo il pubblico degli appassionati in crisi di astinenza da The Conjuring.
La Llorona - Le lacrime del male è nelle sale italiane a partire dal 17 aprile 2019.
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