Matrix Resurrection, la citazione di Warner Bros è la vendetta di Lana Wachowski: lo scontro tra regista e studios

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Autore: Elisa Giudici ,

Incredibile ma vero: Matrix Resurrection è ispirato a una storia vera. Più precisamente a un vero scontro: quello tra Lana Wachowski, co-regista dei primi tre film dei franchise e regista unica del quarto capitolo e Warner Bros, lo studio che detiene i diritti della saga e che ha spinto per la realizzazione di un nuovo capitolo. 

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Molti spettatori sono rimasti stupiti dalla citazione diretta di Warner all'interno del film. Nella prima parte della pellicola infatti seguiamo Neo che, tornato all'interno della Matrice, vive una vita infelice come sviluppatore di una famosissima saga di videogiochi basata sulle trame dei primi tre film di Matrix. Neo è soddisfatto del suo lavoro sulla saga videoludica e si sta occupando di altro, ma all'improvviso i suoi capi gli fanno sapere che vogliono un nuovo titolo di Matrix. L'agente di Neo gli fa sapere che Warner Bros vuole un nuovo titolo e lo realizzerà a ogni costo, con o senza la sua supervisione creativa.

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Soprattutto nella prima parte di Resurrection Neo diventa l'alter ego attraverso cui Lana Wachowski racconta la travagliata genesi di un film che non avrebbe voluto fare (e che esclude possa avere dei sequel). Ecco cosa è successo davvero tra regista e studios e perché la citazione di Warner nel film è la piccola vendetta che Wachowski ha deciso di prendersi. 

Lana Wachowski non voleva girare un nuovo Matrix

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Già ai tempi della realizzazione del terzo e ultimo film della trilogia di Matrix Revolution (2003), Lilly e Lana Wachowski ribadirono più volte che la saga si sarebbe chiusa lì. L e due non volevano altri film di Matrix, mentre erano tendenzialmente favorevoli a titoli videoludici inseriti nella continuità narrativa del mondo da loro creato. Negli anni successivi circolarono voci rispetto a nuove idee che il duo Wachowski avrebbe presentato a Warner legate al mondo di Matrix, ma Lilly ha definito la sola idea di un nuovo Matrix "particolarmente repellente", sostenendo che in un'epoca di franchise e reboot avrebbe preferito privilegiare contenuti nuovi e originali. 

È stata proprio Lana nel 2015 a dichiarare che sapeva che in Warner Bros si pensava a un nuovo Matrix, anche con il parere contrario delle precedenti registe. L'idea dello studio era quella rimpiazzarle. Seppur mai ufficialmente confermato, è probabile che a ritardare il progetto sia stata la ferma contrarietà di due attori simbolo del franchise come Keanu Reeves e Hugo Weaving. A più riprese, pubblicamente, i due interpreti hanno detto che sarebbero tornati a interpretare Neo e l'Agente Smith solo se le registe dei primi film fossero state della partita. 

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Il reboot mai realizzato di Matrix

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Il progetto di un quarto Matrix non è mai stato messo veramente nel cassetto da Warner, che però ha inserito la quinta marcia solo nel 2019, quando si è cominciato a parlare di un reboot da zero con l'attore Michael B. Jordan (Creed, Black Panther) come protagonista e Zak Penn (cosceneggiatore del primo Avengers con Joss Whedon) come scrittore principale di un universo espanso, con tanto di reboot e spin off dedicato al giovane Morpheus. Più tardi Lana Wachowski ha spiegato che non solo tutti gli anni Warner Bros l'aveva contattata per chiederle di far parte del progetto o dirigere un nuovo Matrix, ma implicitamente sperava in una sua benedizione del reboot in lavorazione. 

A cambiare le carte in tavola è stata la drammatica morte dei genitori delle Wachowski, a cui è dedicato il film Matrix Resurrection. Devastata dal dolore, Lana ha avuto un'improvvisa idea per la trama del film, durante una notte passata a piangere e a combattere l'insonnia. Ha subito contattato Lilly, che però ha preferito non far parte del progetto, perché ancora impegnata a elaborare il dolore della perdita dei genitori. Lana ha così presentato l'idea a Warner e, con il suo ritorno alla regia, Keanu Reeves e gli altri interpreti storici del franchise si sono subito resi disponibili. 

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Neo è l'alter ego di Lana in Resurrection

L'impressione - non confermata - è che Lana abbia così evitato che Warner le togliesse dalle mani un frachise estremamente personale e caro. Nella prima parte di Matrix vediamo il suo alter ego Neo partecipare a riunioni infinite in cui sceneggiatori ed esperti di marketing fanno a pezzi la sua creatura per tentare di spremerne ancora più soldi, banalizzando i suoi messaggi e la sua storia. 

Più tardi Neo si dispera e si chiede se i suoi ricordi che ha rielaborato e inserito nella storia non abbiano perso di valore, ora che sono stati trasformati e condivisi. Non è difficile leggere in queste scene il dolore di Lana Wachowski per il trattamento subito da Warner. La citazione diretta dello studio è dunque una sorta di chiamata alla responsabilità per il comportamento della produzione, ma anche una sua piccola, personale vendetta. 

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