Si scrive Cyberpunk 2077, si legge nuovo videogame firmato CD Projekt RED.
Gli stessi autori della sontuosa trilogia ruolistica di The Witcher (che arriverà anche in TV) sono infatti al lavoro su un GDR dai toni decisamente differenti, in cui luci al neon, metallo e sangue si intrecceranno a partire da aprile del prossimo anno su PC e console di ultima generazione. Un'avventura, quella direttamente ispirata all'omonimo board game degli anni '80, che ci trascinerà tra le strade di Night City, una megalopoli ossessionata dal potere, dalla moda e dalle modifiche cibernetiche. Vestiremo i panni di V, un mercenario fuorilegge alla ricerca di un impianto unico in grado di conferire l'immortalità.
E se è vero che il "cugino" The Witcher si prepara a compiere il grande salto su Netflix con una serie TV fantasy da otto episodi, allo stesso modo gli sviluppatori polacchi non hanno mai nascosto quanto Cyberpunk 2077 debba tantissimo al mondo della serialità da piccolo schermo. In attesa della release, andiamo allora a scoprire quali potrebbero essere le serie TV dal deciso sapore sci-fi che hanno ispirato gli artisti di CD Projekt RED. O, banalmente, ad individuare quelle che ogni appassionato del genere dovrebbe assolutamente guardare.
Black Mirror
Non si tratta di certo di una serie TV strettamente cyberpunk, ma Black Mirror ha il merito di maneggiare con genio ed eleganza molte delle tematiche portanti del genere nella sua interpretazione moderna. E di spingere gli spettatori ad una riflessione quasi sempre non scontata.
Ogni episodio delle ormai cinque stagioni disponibili è slegato dagli altri, presentando solo pochi punti di contatto o evidenti easter egg. C'è comunque un tema di fondo che accomuna la visione dello show a marchio Endemol, capace di restituire un messaggio universale grazie a quello "specchio nero" che, senza censure di sorta, riflette il rapporto totalizzante, malato e al contempo affascinante dell'umanità con la tecnologia. In un mondo assolutamente verosimile, possibile e molto più vicino al nostro di quanto le prime impressioni comunichino.
Westworld
Nel 1973, Michael Crichton ci regalò, in un film, il mondo distopico di Westworld. Lo stesso proposto nell'omonima serie TV, che in tempi recenti ci ha proiettato in un parco di divertimenti del futuro a tema western. Qui, gli androidi vengono utilizzati per simulare la stratificazione sociale e interagire con le persone, salvo poi iniziare a malfunzionare e addirittura ad uccidere i visitatori.
Torna il tema delle macchine che si ribellano al dispotismo umano, per una riflessione di più ampio respiro concessa dalla natura seriale dell'opera di Jonathan Nolan. Intelligenza artificiale e autocoscienza, sogno e realtà, potere e controllo, vita e morte: sono tantissimi i dualismi tipici della cultura cyberpunk affrontati da Westworld con travolgente densità filosofica, concretizzata a schermo da dialoghi sempre intensi e carichi di significato.
Altered Carbon
Nessuno può resistere al fascino perverso dell'immortalità. Che sia per avarizia, per curiosità, per volontà di esplorazione, o ancora per semplice delirio di onnipotenza, la possibilità di poter vivere per sempre solletica prepotentemente - e da tempi immemori - le nostre più profonde fantasie. Questo è il pilastro su cui si basano gli eventi di Altered Carbon, la visione di Netflix del cyberpunk narrato nella saga di eccellenti romanzi sci-fi di Richard K. Morgan.
Contraddizioni, scontri di civiltà e di pensiero, violenza fisica e sessuale pennellano uno show dal sapore noir e fantascientifico, sulla scia di indagini e misteri da risolvere che si presentano come un mero pretesto per portare avanti la storia e, soprattutto, per pennellare la sovrastruttura sociale e ideologica che governa il mondo. Ad avvicinarsi enormemente alla visione di Cyberpunk 2077 è poi la componente squisitamente visiva. Che siano sequenze dominate da imponenti grattacieli al neon, claustrofobiche riprese dei fumosi e sporchi vicoli dei sobborghi, o ancora i deliranti viaggi digitali, qui il cyberpunk regna incontrastato.
Mr. Robot
Elliot Alderson è il prototipo perfetto dell'antieroe cyberpunk. Sociopatico e depresso, il protagonista di Mr. Robot è un tecnico informatico dipendente dalla morfina. Si dà il caso che sia pure un hacker, abilità che lo porterà ad entrare in contatto con la fsociety, gruppo di hacktivisti simile ad Anonymous, progettando con loro un attacco informatico di portata straordinaria ai danni della corrotta e cinica E-Corp.
Senza paura di esagerare, Mr. Robot ha saputo ridefinire il concetto di cyberpunk moderno, dandoci in pasto un intreccio narrativo complesso ed oscuro, a tratti sorprendente per l'accuratezza dei dettagli e la sua credibilità di fondo. Attraverso gli occhi di Elliot, il mondo ci apparirà distorto, angosciato e confuso, tratteggiato da una sceneggiatura in cui le metafore informatiche utilizzate per raccontare l'animo umano e la società rappresentano una vera e propria delizia per ogni amante del cyberpunk e delle sue seducenti distopie.
Almost Human
Serie sottovalutatissima, questa Almost Human, tristemente cancellata dopo la prima stagione per i bassi ascolti. Eppure prepotentemente cyberpunk, quello di qualità. Per seguire la storia del poliziotto John Kennex e l'affascinante rapporto con il suo androide Dorian viaggeremo fino alla Los Angeles del 2048, per poi ritrovarci a combattere le attività illecite della InSyndicate, specializzata in traffico di organi e nel furto di androidi, biotecnologie, nanotecnologie e droni.
Si tratta anche in questo caso di un pretesto per analizzare il dualismo - e la sottile dipendenza - tra robot e uomo, topic assai caro all'immaginario cyberpunk. Come tutti gli agenti di polizia del suo tempo, anche il protagonista di Almost Human ha un partner di ferro e silicio, dall'intelligenza artificiale incredibilmente raffinata utilissima nella lotta contro il crimine. Dorian, però, non è come gli altri androidi, ma fa parte di uno speciale stock progettato per essere il più simile possibile agli umani, poi ritirato dal mercato a causa di imprevedibili sbalzi emotivi.
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