Guardare film e serie in streaming è ormai un'abitudine quotidiana. Non sorprende, quindi, che con la crescita esponenziale degli utenti di piattaforme come Netflix e Amazon Prime siano di pari passo cresciuti anche gli escamotage per sottrarsi ai costi di abbonamento.
Le password condivise su Netflix e simili sono una prassi ormai molto diffusa, ma i dati emersi da un recente report di Parks Associates sono davvero disarmanti. Secondo quanto riportato da Cinemablend, i principali servizi di streaming hanno perso complessivamente 9 miliardi di dollari nel 2019 a causa del password sharing, cifra esorbitante destinata a crescere sino a raggiungere una stima di 12,5 miliardi di dollari entro il 2024.
Nel caso specifico di Netflix, secondo i dati raccolti, il 10% dell'utenza attiva starebbe condividendo password e spese: in sostanza, 16 milioni di utenti in tutto il mondo. Non è di certo una novità, ma questa nuova analisi potrebbe seriamente far pensare al CPO Gregory Peters di prendere provvedimenti, nonostante abbia sempre parlato di "modi amichevoli" per convincere gli abbonati a non condividere password e costi.
Gli utenti sono stati avvertiti già da alcuni mesi, ma cosa potrebbe succedere? Difficile che Netflix interrompa drasticamente la condivisione delle password, anche se le sue politiche parlano da sempre di contenuti "destinati a un uso personale che non possono essere condivisi con persone al di fuori del nucleo familiare". Una delle ipotesi su cui si discute è che Netflix possa proporre un abbonamento più vantaggioso a chi si iscrive e utilizza da solo il servizio, la chiusura degli account degli abbonati che condividono la propria password oppure l'addebito ai trasgressori un canone maggiorato.
Dato interessante: le recenti ricerche sul problema del password sharing hanno dimostrato che il 64% degli abbonati a un servizio di streaming che condividono la propria password ha un'età compresa tra i 13 e i 24 anni.
Che ne pensate? Cosa dobbiamo aspettarci da Netflix e dagli altri colossi dello streaming?
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