Voglio mangiare il tuo pancreas, la recensione del film d'animazione

Shinichiro Ushijima esordisce alla regia di un lungometraggio d'animazione adattando un romanzo di successo e trasformandolo in una hit al botteghino giapponese. La recensione di Voglio mangiare il tuo pancreas.

Autore: Elisa Giudici ,

Anno nuovo, nuovo ciclo di film d'animazione per la rassegna di Nexo Digital che porta il meglio della produzione giapponese nei cinema italiani. Si comincia con un titolo attesissimo, uno di quelli che ha scalato il botteghino giapponese nell'anno d'uscita, il 2017. D'altronde come non rimanere incuriositi da un titolo tanto spiazzante come Voglio mangiare il tuo pancreas? Non si tratta però di un banale espediente per attirare l'attenzione del pubblico: la sostanza c'è, così come l'occasione per realizzare un buon esordio animato. 

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Si tratta infatti del primo film diretto e sceneggiato da Shinichiro Ushijima, che si è fatto le ossa come aiuto regista nell'anime di successo One Punch Man. Non si tratta però di una storia inedita al pubblico giapponese, anzi: il film d'animazione è solo l'ultimo possibile adattamento del romanzo omonimo di Yoru Sumino, pubblicato nel 2015 e che ha venduto oltre 2 milioni e mezzo di copie. Dopo un manga e un film con attori in carne e ossa, il ciclo di è chiuso con questo lungometraggio di 100 minuti.

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Una scena di Voglio mangiare il tuo pancreas
I due protagonisti di Voglio mangiare il tuo pancreas trovano un'intesa perfetta, pur avendo caratteri agli antipodi

Una chiusura che si rivela un gran bel successo e non solo commerciale: nonostante nelle sue battute iniziali sembri solo l'ennesima riproposizione della commedia scolastica romantica e lacrimevole, sa rivelarsi un progetto molto ben scritto e realizzato. 

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Voglio mangiare il tuo pancreas, la trama del film

Il titolo del film, ci viene spiegato dall'introverso studente protagonista, è il testo dell'ultima email che ha spedito alla compagna di classe Sakura Yamauchi, poco prima che lei morisse. Lui non se l'è sentita di andare al funerale e ha trascorso i dieci giorni successivi alla sua morte in uno stato di profondo dolore e prostrazione. Il film ripercorre l'incontro tra i due ragazzi e il bizzarro legame che li unisce.

Il protagonista Takasugi non ha amici e raramente s'immischia nelle faccende altrui. Preferisce immergersi nei romanzi e ha perennemente un libro tra le mani. Un giorno, mentre si trova in ospedale ad attendere il suo turno numerino alla mano, nota quello che sembra essere un libro abbandonato tra le sedie dove si attende pazientemente il proprio turno. Incuriosito lo apre, ma il libro è in realtà il diario della malattia di Sakura Yamauchi, una sua compagna di classe. Takasugi fa appena in tempo a leggere che la compagna è afflitta da una malattia al pancreas che la porterà presto alla morte che la proprietaria del quaderno si palesa. Di fronte alla reazione distaccata e per nulla compassionevole del compagno alla notizia, la ragazza sviluppa una certa curiosità nei suoi confronti. 

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Una scena da Voglio mangiare il tuo pancreas
Sotto la sua inarrestabile allegria, Sakura nasconde fragilità che a poco a poco anche Takasugi saprà cogliere

Nei giorni seguenti, Sakura esorta il ragazzo a mantenere il segreto con gli ignari compagni di classe e lo trascina in una serie di attività che vuole fare prima di morire. Anche se contrariato, Takasugi la segue e comincia ad affezionarsi a lei. Sakura gli confessa che la sua mancanza di preoccupazione o commozione le dona quello che desidera di più: la possibilità di distrarsi dal suo male, di vivere momenti in cui quotidianità e verità si mescolano perfettamente. Perchè quando si è malati, a suo modo di vedere

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il valore di una giornata non cambia.

Voglio mangiare il tuo pancreas, la recensione

Una coppia di sconosciuti che sviluppa un legame spirituale profondo, una duo di amanti avversati dal destino, la centralità di un nome (quello proprio del protagonista) taciuto fino alla fine della pellicola: è impossibile evitare paragoni tra questa pellicola e l'incredibile successo nazionale e globale di Your Name. Il lungometraggio di Makoto Shinkai (che vi ho recensito all'uscita nei cinema italiani) forse a livello complessivo è migliore; sicuramente è più conosciuto e criticamente acclamato, per non parlare del suo lato tecnico. I budget di partenza sono chiaramente differenti; Your Name sotto il punto di vista tecnico è esteticamente meraviglioso e anche per la regia è difficile muovergli qualche critica, perché il suo regista sa avere carattere e raccontare una storia attraverso l'animazione, con prospettive non banali. 

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Una scena di Voglio mangiare il tuo pancreas
Il diario della malattia di Sakura svolgerà un ruolo cruciale per l'intero film

Uno dei punti deboli di Voglio mangiare il tuo pancreas è invece quello di avere una regia molto convenzionale e un character design abbastanza anonimo. Tutto va per il meglio, ma indubbiamente siamo qualche spanna al di sotto del livello d'eccellenza di Your Name. Eppure tra i due film non esiterei a scegliere di rivedere quello di Shinichiro Ushijima. Il motivo è presto detto: la forza della storia originale permette al film di partire da un canovaccio molto stereotipato di drammone scolastico lacrimevole e portarlo in territori di fronte impatto emotivo, con una certa profondità di vedute. 

Si parla di morte, di una vita negata a una giovane piena di energie. L'approccio a questo doloroso argomento però è anticonvenzionale. Sakura parla a cuore aperto con il protagonista, che pone in nostra vece le domande più convenzionali: non è spaventata? Davvero morirà presto, anche se appare così normale e in salute? Il film pian piano costruisce attorno all'attitudine positiva di Sakura un discorso complesso e stratificato, senza snaturare l'impulsività, talvolta la superficialità del personaggio. Nelle fasi finali - che dovrebbero essere già scritte sin dall'apertura del film - sa servire un colpo di scena destabilizzante, guardando poi negli occhi il lutto e il dolore e una possibile, lenta uscita dalla disperazione. Il tutto tenendo in bilico la questione della storia d'amore tra i protagonisti, privilegiando un rapporto tra loro più profondo e spirituale. 

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Il protagonista di Voglio mangiare il tuo pancreas
Voglio mangiare il tuo pancreas: a fine visione capirete quanto possa essere romantica e profonda questa affermazione

Il merito quindi va imputato alla forza del romanzo di partenza, portata comunque sul grande schermo con competenza e tanta voglia di fare bene. Il limite di Your Name è invece che Makoto Shinkai è un ottimo regista ma uno sceneggiatore e scrittore solo discreto, che scade nella convenzionalità laddove Voglio mangiare il tuo pancreas sa tirarsene fuori. 

Non biasimo chi troverà questo film animato mediocre, perché è comunque iscritto in una visione tipicamente giapponese di una società in cui il valore del singolo è strettamente correlato al suo apporto alla comunità. Il Giappone è ancora una nazione dove l'individualismo - anche in rapporto alla solitudine - finisce quasi sempre per diventare un elemento negativo. Voglio mangiare il tuo pancreas è un titolo che ben riassume come l'intero progetto sappia spaziare e colpire con forza l'immaginario dello spettatore al momento giusto. Per gli appassionati del genere è una visione irrinunciabile e anche per lo spettatore medio si profila come un buon titolo da recuperare in sala. Attenzione però a recarsi in sala muniti di una quantità congrua di fazzoletti: magari non piangerete quando e quanto avevate immaginato, ma lo farete. 

Voglio mangiare il tuo pancreas arriverà nelle sale italiane per una speciale tre giorni il 21, 22 e 23 gennaio 2019. Una raccomandazione: rimanete in sala fino alla fine dei titoli di coda, perché ci sarà al loro termine una breve ma importante scena aggiuntiva.

Commento

Voto di Cpop

80
Dopo essere diventato un film e un manga, il libro di Yoru Sumino diventa un lungometraggio animato, che come regia e animazione fa il giusto. La vera forza rimane quella spiazzante di titolo e trama.

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