L'assassino di Black Phone è ispirato a un vero serial killer

Black Phone racconta una storia immaginata da Joe Hill, che si è ispirato a un serial killer che ha terrorizzato l'America.

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Autore: Elisa Giudici ,

Lo spietato rapitore di ragazzini di Black Phone semina il terrore in una cittadina statunitense a nord di Denver nel 1978. Nonostante nella storia sia presenti molti elementi sovrannaturali, l'horror di Scott Derrickson colpisce e conquista anche per l'alto grado di verosimiglianza con cui racconta la terrorizzante situazione di un ragazzino rapito e rinchiuso nello scantinato da un uomo di cui non conosce le intenzioni. Finney però è sin troppo consapevole delle sue gesta. 

Finney Shaw (Mason Thames) è il protagonista adolescente di Black Phone che si ritrova in questa terribile situazione. Ad aiutarlo c'è solo un telefono nero che squilla e lo mette in contatto con le precedenti vittime del rapitore, che tentano di dargli una mano. Finney ha assistito già alla sparizione di alcuni ragazzi, tra cui c'erano un bullo che lo tormentava e un amico che prendeva le sue difese. Nessuno degli scomparsi è mai tornato, per cui sa che c'è in gioco la sua vita. 

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Il vero serial killer che ha ispirato il cattivo di Black Phone

La storia così come raccontata in Black Phone è totalmente frutto della fantasia di Joe Hill, brillante scrittore di fumetti e romanzi horror, ultimamente molto amato da Hollywood, che ha realizzato diversi adattamenti delle sue opere. 

The Black Phone è una storia breve risalente al 2004 e contenuta in una raccolta da lui scritta. Il racconto è un po' differente dal film: qui infatti il rapitore indossa una maschera demoniaca e fa il mago, mentre in originale era un clown. 

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Se avete pensato a Pennywise, avete visto giusto: Joe Hill ha letto It da ragazzino e ne è rimasto affascinato (e terrorizzato). Non solo: è il figlio della scrittore Stephen King. Tuttavia l'ispirazione principale per il killer di Black Phone ha origine da un terribile fatto di cronaca molto noto in America: la scia di barbare morti di John Wayne Gacy. 

Gacy è uno dei serial killer che ha terrorizzato gli Stati Uniti negli anni '70 (lo stesso periodo in cui è ambientato il film). Tra il 1972 e il 1978 uccise 33 giovani ragazzi, la cui età variava tra il 14 e i 30 anni. Gacy lavorava come clown alle feste per bambini e il suo personaggio si chiamava Pogo. 

Nel 2004, quando cercava l'ispirazione per il suo malvagio protagonista, Hill pensò proprio a Gacy, ispirandosi anche al suo modo di sbarazzarsi dei cadaveri delle vittime: 

Stavo pensando a un certo tipo di assassino di bambini e mi è tornato in mente John Wayne Gacy, che di lavoro faceva il clown part-time. Penso sia stato quello il killer su cui ho modellato il mio assassino.

Tra racconto e film però molte cose sono cambiate, tra cui l'occupazione dell'assassino seriale. Inoltre Ethan Hawke ha detto di aver lavorato al personaggio senza ispirarsi a nessuno killer realmente esistente, per cui i legami tra Gacy e il Rapitore sono attenuati. 

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Black Phone racconta una storia vera?

No, la storia è frutto della fantasia dello scrittore Joe Hill. Per creare il suo malvagio assassino si è in parte ispirato al serial killer John Wayne Gacy, che uccise oltre 30 ragazzi negli anni '70.

 

Il serial killer di Black Phone è esistito veramente?

No, ma è in parte ispirato a John Wayne Gacy, che uccise oltre 30 ragazzi negli anni '70.

 

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