Astronauti, fantasmi e catastrofi climatiche: a livello tematico il palmarès del Trieste Science+Fiction Festival 2020 è più variegato che mai. La giuria formata da Bepi Vigna, Javier S. Donate e da Brendan McCarthy ha dato i suoi verdetti, evidenziando una netta prevalenza del cinema mitteleuropeo.
A vincere il premio Premio Méliès d'argent come miglior lungometraggio in gara è The Trouble with Being Born della regista autriaca Sandra Wollner; l'opera di chiaro stampo autoriale ha impressionato la giuria per come ha saputo narrare in maniera poetica e controversa numerose sfumature del senso di solitudine e d'amore, fino alle sue derive più morbose. Il lungometraggio ha per protagonista un'androide di nome Ellis, che vive con un uomo che chiama papà. L'automa vive le proprie esperienze sulla base di memorie che sembrano avere un senso e una grande importanza per l'uomo al suo fianco, mentre a lei paiono quasi estranee. I fantasmi del passato però torneranno presto a bussare alla porta dei due.
Si parla invece di fantasmi veri e propri nel caso di Post Mortem di Péter Bergendy, che ottiene la menzione speciale del premio Premio Méliès d'argent e anche il riconoscimento Premio Rai4. Non male per il primo film horror mai realizzato in Ungheria. Il lungometraggio è un'affascinante ricostruzione storica d'inizio Novecento, incentrato sull'arte perduta delle fotografie scattate ai deceduti subito dopo la morte, come ricordo e conforto per i loro parenti. Sopravvissuto al Primo conflitto mondiale e all'influenza spagnola, un fotografo si ritroverà ad avere a che fare con alcuni spiriti vendicativi che infestano un villaggio nei boschi ungheresi.
Sul fronte delle opere prime e dei giovani registi, hanno convinto due progetti che indagano l'inconscio umano. A vincere il premio Asteroide è un lungometraggio russo. Sputnik del russo Egor Abramenko è ambientato in una Russia degli anni '80 in cui una psicologa si ritrova a indagare sull'amnesia di un astronauta rientrato da una missione spaziale dall'esito tragico. Ci sono di mezzo anche gli alieni, ma il film riflette soprattutto sulle ossessioni e sui bizantinismi del processo decisionale russo all'inizio del declino del blocco sovietico.
Menzione speciale per Come True di Anthony Scott Burns, un riflessione sul mondo onirico e su quanto la mente umana posso perdersi tra allucinazione e realtà, tra conscio e inconscio. Il film canadese ha per protagonista una diciottenne perseguitata da incubi spaventosi. Quando prende parte a uno studio sui disturbi del sonno, le sue visioni cominceranno a filtrare anche nella realtà, guidando il team scientifico che sta studiando il caso a una terribile scoperta.
Nella sezione cortometraggi sono due gli italiani a vincere: The Recycling Man di Carlo Ballauri e Guinea Pig di Giulia Grandinetti e Andrea Benjamin Manenti.
Anche se l'assegnazione dei premi ha concluso la sezione ufficiale della kermess, il Trieste Science+Fiction Festival non si ferma qui. Nell'edizione del ventennale - già prevista in modalità ibrida tra proiezioni in loco e iniziative streaming - in corso in piena pandemia, il Festival ha dovuto dirottare sulle piattaforme digitali per l'aggravarsi della situazione sanitaria nazionale. Il pubblico però non è mancato, tanto che si è deciso di regalare una giornata extra di proiezioni. La conclusione ufficiale dell'evento sarà infatti il 5 novembre 2020. Nella giornata finale vedremo un parterre di titoli già opzionati per il mercato italiano, tra cui Peninsula, l'attesissimo sequel di Train to Busan.
Trieste S+F Festival 2020: tutti i vincitori
Premio Asteroide alla miglior opera prima, seconda o terza
Sputnik di Egor Abramenko
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Menzione speciale premio Asteroide
Come True di Anthony Scott Burns
Premio Méliès d'argent
The Trouble with Being Born di Sandra Wollner
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Menzione speciale Premio Méliès d'argent
Post Mortem di Péter Bergendy
Premio Méliès d'argent - cortometraggi
The Recycling Man di Carlo Ballauri
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Premio Rai4
Post Mortem di Péter Bergendy
Menzione speciale Premio Rai4
Mortal di di André Øvredal
Premio Nocturno Nuove Visioni
Meander di Mathieu Turi
Premio CineLab Spazio Corto
Guinea Pig di Giulia Grandinetti e Andrea Benjamin Manenti
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