Note dalla quarantena di David Lynch: non è interessato a Dune e no, non sta lavorando a una serie Netflix

Intervistato da The Hollywood Reporter, il regista di Mulholland Drive e Twin Peaks sul nuovo Dune si dimostra categorico: no, non è interessato al rifacimento di Denis Villeneuve e non sta lavorando per Netflix.

Autore: Elisa Giudici ,

David Lynch se la sta cavando piuttosto bene durante la quarantena globale. Sperimenta con la musica e costruisce oggetti in legno, dipinge molto. Medita. La lavorazione di ogni suo progetto che coinvolga altre persone è in stallo, ma il regista di Twin Peaks rassicura il pubblico: per indole ama il silenzio e la solitudine, per cui si sta concentrando su tutti quei progetti artistici che può portare avanti da solo. Artista ma realista: da quando è scoppiata l'epidemia non ha messo piede fuori casa. Il 74enne regista di Cuore selvaggio sottolinea: non credo potrò tornare a lavorare finché non ci sarà un vaccino. 

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Raggiunto telefonicamente da The Hollywood Reporter, il regista statunitense si rivela al solito saggio, pungente ma anche inaspettatamente ottimista, conservando la sua attitudine da visionario con i piedi ben piantati per terra. Pur riconoscendo la gravità della situazione, si dimostra cautamente ottimista per il futuro post Covid-19: 

Penso che Madre Natura stia giocando un ruolo importante in quanto sta succedendo. Ci sono immagini satellitari in cui si vedono i dettagli sulla Terra più chiaramente perché le persone non stanno più inquinando così tanto. [...] Ci sono molte persone che vogliono tornare al lavoro, ma non penso che sarà così semplice. Ritengo che tutto questo durerà abbastanza da instillare un cambiamento nella gente. Penso che il futuro sarà più spirituale, più gentile, più amichevole, più attento verso l'altro, molto frizzante per le invenzioni e la risoluzioni dei problemi altrui. Sarà un mondo davvero, davvero grandioso.

David Lynch si trasforma anche in un guru, rivelando il suo rimedio contro l'ansia, applicato ben prima della quaratena: la meditazione trascendentale. È una tecnica che si impara con un maestro, basta rimanere a qualche metro di distanza, dice. È il suo modo per decomprimere e riconnettersi con il sentimenti alla base dell'essere umani. Provare per credere. 

Warner Bros
Paul cammina su una spiaggia deserta
David Lynch dichiara di non essere per nulla interessato al nuovo Dune in arrivo a fine 2020

David Lynch sul nuovo Dune

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Chissà quanto sarà servita questa tecnica per affrontare il fallimento del suo Dune, forse il suo unico flop in carriera. A tanti anni di distanza da quel fatidico 1984, la ferita sembra tutt'altro che rimarginata. Incalzato dal giornalista in merito alle prime foto del nuovo Dune, Lynch ha più volte ripetuto di non essere per nulla interessato al nuovo adattamento, senza nemmeno chiarire se abbia visto o meno gli scatti in questione. 

Parlare di Dune per lui è ancora doloroso. Come più volte ripetuto in passato, rimpiange di non aver avuto pieni poteri sul montaggio finale dell'opera, di cui ancor oggi ama molto alcune scene. Per lui rimane una macchia indelebile, un progetto con la sua firma su cui non ha avuto il pieno controllo. Impossibile pensare di interessarsi a cosa faranno altri con lo stesso materiale. 

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In questi giorni in cui il Festival di Cannes - il suo Festival, quello che lo ha reso una star e ha lanciato i suoi film più importanti - è più in bilico che mai, Lynch ricorda con nostalgia il grandeur della proiezione in Croisette di Cuore Selvaggio, dichiarando l'esperienza della sala ormai morta, se non per i blockbuster. Il futuro per il cinema d'autore? La serialità.

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È il futuro delle produzioni autoriali, hai totale libertà. Il sonoro non è buono come in sala, lo schermo non è così grande, ma con gli schermi televisivi che diventano sempre più grandi e sempre più sofisticati, c'è una speranza. Inoltre con la serialità hai la possibilità di raccontare in maniera continuativa una storia. 

Per compensare un rimpianto c'è un successo: quello del ritorno di Twin Peaks. Anche a distanza di qualche anno dall'acclamato successo critico della serie, Lynch rimane convinto della sua qualità, definendo la serie "oro puro". 

David Lynch non tornerà su Netflix 

Con tanto entusiasmo verso la serialità viene da chiedersi se Lynch non sia davvero lavorando ad un progetto per Netflix, così come ventilato da alcune voci dietro le quinte nelle scorse settimane. Il regista smentisce, ricordando che per ora su Netflix è disponibile solo il corto What Did Jack Do?.

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Anche se nega, l'ambiguità del suo fraseggio sembra quasi un invito a farsi avanti: per ora non sta lavorando a niente per Netflix, ma in un futuro post Covid-19, magari con l'offerta giusta...chissà cosa farà, allora. 

"David Lynch" by Georges Biard is licensed under CC BY-SA 3.0, immagine usata con modifiche

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