Un inizio ad altissima tensione, con uno scenario da brivido ma anche costruito per farci pensare, in qualche modo, a un film su un supereroe. Fino a quel momento. Fino a quando quel secchio di benzina viene versato addosso al ragazzo appeso a testa in giù, sullo sfondo dello skyline di Londra.
Fino a quando scopriamo che non c'è nessun eroe, qui: solo un mostro spietato. E quando il fiammifero viene accesso, sappiamo già dove ci troviamo. All’inferno.
L’episodio pilota di #Gangs of London usa la sua prima sequenza per sconvolgerci, ma anche per farci capire a che livello di criminalità ci troviamo di fronte.
Oltre a sottolineare, con un debutto da urlo, come di fronte a noi ci sia una serie di altissima qualità, già rinnovata per una seconda stagione.
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Una settimana prima
In puro stile #Le regole del delitto perfetto, torniamo indietro nel tempo, a prima degli eventi narrati per iniziare l’episodio.
Qui, però, non troveremo Annalise Keating, e non perché il finale di serie è già stato trasmesso.
Qui non troveremo nessun avvocato insegnante, nessuno studente, niente che abbia a che vedere con l’atmosfera patinata del college.
Qui siamo nel ghetto, in mezzo ai disperati. Giovani disperati, senza prospettive e senza alternative.
Ragazzi mandati a uccidere solo perché qualcuno l’ha ordinato.
Ragazzi che vivono in un sistema in cui il territorio delimita i luoghi in cui puoi o non puoi andare.
Ragazzi che fanno parte di gang. Le gang di Londra.
E tutte le gang di Londra rispondono allo stesso uomo: Finn Wallace (Colm Meaney). L’uomo che un ragazzo, Darren (Aled ap Steffan) è stato mandato a uccidere, senza sapere di chi si trattasse.
Ora sappiamo
A Little Albania, Darren è arrivato con Ioan (Darren Evans) prendendo in prestito l’auto di Patrick (Garmon Rhys).
Finn Wallace è morto. Suo figlio Sean (Joe Cole), il figlio minore Billy (Brian Vernel), e la vedova Marian (Michelle Fairley, la Lady Star di Game of Thrones) e per andare a farle le condoglianze bisogna essere perquisiti.
Ora sappiamo chi è l’uomo che ha dato fuoco al ragazzo appeso a testa in giù: Sean Wallace.
Nessuno, invece, sa ancora sa chi abbia ucciso Finn.
Alle esequie di Finn potrebbe essere presente l’assassino, e Sean si rifiuta di stringere mani e accettare condoglianze.
Ma non è questa la riunione che conta. Non è la riunione famigliare del lutto a fare la differenza: la riunione importante è solo quella dei capi delle gang di Londra.
Con un vuoto al comando.
Il mondo a Londra
La capitale inglese è un crocevia multiculturale e Gangs of London ce lo racconta in dettaglia. Tutte le nazionalità hanno esigenze e pretese e, senza una guida capace, si trovano subito, pericolosamente, sull’orlo di una guerra. La decisione di Sean di sospendere ogni attività illegale della città non aiuta:
Tutto rimarrà fermo finché non scoprirò chi l’ha ucciso.
L’uccisione di Finn a Little Albania è fuorviante, anche se tutti stanno già indagando sulla pista albanese.
Il braccio destro di Finn, Jim (David Bradley, Walter Frey di Game of Thrones), era un esecutore. Non conosceva il suo capo. Così come il braccio destro di Jim, Elliot Finch (Sope Dirisu). E via dicendo: l’organizzazione ha una struttura fortemente gerarchica… E altrettanto segreta.
Rapporti difficili
Finn Wallace aveva una figlia Jacqueline Robinson (Valene Kane), evidentemente in pessimi rapporti con la famiglia.
Al funerale si presenta anche un detective della polizia, che passa informazioni ad Alexander Dumani (Paapa Essiedu), che insieme al padre Ed (Lucian Msamati) ha tutta la fiducia di Sean.
La polizia viene regolarmente corrotta dall’organizzazione, e sarà Alexander a garantire che continuerà a esserlo.
Risse, uccisioni, incomprensioni… E finalmente Elliot cattura uno degli albanesi che hanno in custodia Jack (Emmett J Scanlan), autista di Finn sopravvissuto nonché testimone di quella notte.
Gli albanesi se lo sono ritrovato in mezzo ai piedi e l’hanno preso, sapendo che se l’avessero consegnato subito a Sean sarebbero stati creduti colpevoli e uccisi.
Non senza un altro morto, gli albanesi consegnano Jay a Elliot ma gli intimano di non presentarsi più nella loro zona con un’arma: ci sono delle regole. Rigide. Che vanno rispettate.
Jack racconta cos’ha visto e dà a Elliot la targa dell’auto. Darren e Ioan sono soli, nascosti. Patrick viene torturato perché parli e incaricato di trovare Ioan e Darren. A quanto ne sanno i capi di Patrick (e suo padre), sono stati mandati a uccidere un albanese.
Quando Patrick sviene Sean minaccia Elliot, che gli racconta cosa sa.
E la caccia ai due ragazzi di strada inizia. In tutta la città.
Lotte all'ultimo sangue
Rischiando la vita in una sequenza ad altissima tensione (e che sembrava non finire mai, togliendoci il fiato), Elliot trova Patrick, e assiste impotente al suo suicidio prima di ottenere qualsiasi informazione.
Subito dopo, e dopo una lotta all'ultimo sangue per salvarsi la vita, un colpo di scena lo coinvolge: Elliot è un agente sotto copertura. Da tempo. E finalmente è arrivato a Sean Wallace.
La sua vita, quindi, è ed è destinata a restare appesa a un filo. I suoi superiori non vogliono più concedergli tempo. La sua situazione famigliare è complicata... Ma non è lui, ora, ad affollare i nostri pensieri: qualcuno ha pagato due ragazzi di strada, ingannandoli sulla vittima, per uccidere Finn Wallace (che aveva un segreto. Jack lo conosceva e viene ucciso da Ed in modo che sembri un suicidio).
Ma chi è stato? Chi ha osato uccidere Finn Wallace?
Per scoprirlo, non resta che aspettare il prossimo episodio di Gangs of London… E io non vedo l’ora! Voi?
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