Il mondo in pericolo è una costante della saga di Mission: Impossible. Inizia ad esserlo anche nella realtà, tra pandemie, incendi di proporzioni bibliche, invasioni di plastica, surriscaldamento globale e attentati terroristici. Uno come l'agente Ethan Hunt, nella vita di tutti i giorni, sarebbe ormai un dipendente come un altro. Non farebbero neppure notizia le sue imprese.
Fortuna che il cinema, rifugio per chi è in cerca di un po' di evasione dagli affanni quotidiani, riesce ancora ad esaltare le avventure di una spia che dal '96 continua senza sosta ad accettare missioni e a mandare in fumo, oltre che fantomatiche cassette e dispositivi pre-registrati, i piani dei criminali di mezzo mondo.
Il segreto della saga, giunta al suo apice proprio con Mission: Impossible - Fallout, sta nel proporre allo spettatore vicende articolate e azioni al limite delle possibilità umane ricorrendo il meno possibile al green screen e all'utilizzo di effetti speciali. Il risultato è un blockbuster che conserva una dimensione artigianale, girato, quando possibile, alla vecchia maniera. Senza trucco e inganno, e con Tom Cruise a metterci la faccia, lasciando disoccupati gli stuntmen di Hollywood.
Stasera 9 maggio 2024 in TV c'è Mission: Impossible - Fallout alle ore 21.20 su Italia 1 ed è consigliato agli amanti dell'action.
La forza della saga di M:I risiede pure nel suo lavorare come sorta di tour operator cinematografico, apponendo sulla propria vetrina le location più affascinanti del mondo, siano esse metropoli o luoghi esotici sperduti. Si viaggia in tutto il globo con Hunt e la sua squadra dell'IMF, scoprendo le meraviglie del pianeta.
Fallout non fa eccezione e sfoggia il menù della casa. Come blockbuster votato all'intrattenimento non delude e offre al pubblico la giusta dose di adrenalina (inseguimenti in moto e auto, skydiving, zuffe tra elicotteri, scalate vertiginose) e, in più, tiene botta a livello narrativo con alcune ottime soluzioni, come il "gioco a due" tra Hunt e Walker (la new entry Henry Cavill, agente segreto senza troppi scrupoli), il triangolo amoroso Hunt-Julia-Ilsa e il continuo sballottare lo stagionato (ma ancora duro a morire) Cruise tra uno status di supereroe e un contesto larger than life (Hunt sembra sempre sul punto di capitolare, sopraffatto da avversari più preparati che giocano d'anticipo).
La fisionomia della saga è completata dai continui switch di location, vero e proprio marchio di fabbrica. Mission: Impossible - Fallout si lega in modo deciso al precedente, rispolverando il villain Solomon Lane (lo interpreta Sean Harris), mente del "Sindacato" che l'IMF ha acciuffato in Rogue Nation. Ma l'organizzazione è ancora in piedi, ha solamente alzato la posta in gioco e modificato la propria denominazione ne "Gli Apostoli". E se il quinto capitolo di M:I si era consumato tra Marocco, Vienna, Kuala Lumpur e Regno Unito, Fallout si avventura ancora più in là, arrivando fino alla Nuova Zelanda. Di seguito, ecco le location utilizzate nel film e i set allestiti in giro per il mondo dalla troupe agli ordini di Christopher McQuarrie.
I set in giro per il mondo
Dalle acrobazie in elicottero tra le vette della Nuova Zelanda alla fuga contromano sotto l'Arco di Trionfo a Parigi: Fallout colloca i suoi personaggi in luoghi straordinari, permettendo allo spettatore di visitarli virtualmente. Ma andiamo con ordine.
Parigi
Per quel che riguarda il set parigino, le autorità cittadine hanno concesso una finestra temporale di 90 minuti alla produzione per realizzare le riprese sotto l' Arc de triomphe de l'Étoile, meglio noto come Arco di Trionfo. La zona è stata chiusa al traffico per un'ora e mezzo, consentendo a Cruise di scorazzare in sella alla sua BMW RnineT Scrambler. A conferire solennità all'Arco di Trionfo - la cui altezza raggiunge i 50 metri - contribuisce il fatto che l'opera è situata nel mezzo di una gigantesca rotatoria da cui si irradiano numerosi viali quasi a formare una ragnatela metropolitana.
Abu Dhabi
Mission: Impossible - Fallout è stato girato anche ad Abu Dhabi. La Film Commission della metropoli, durante le riprese dell'action spy, ha postato un'immagine che ritrae Cruise accanto ad un aereo dell'aviazione degli Emirati Arabi Uniti, utilizzato nella scena dell'HALO Jump effettuato dalla star hollywoodiana senza l'ausilio di controfigure. Cruise si è allenato per circa quattro mesi per prepararsi alla spettacolare acrobazia (caduta libera da altitudine elevata ricorrendo a respirazione artificiale, una tecnica adoperata per incursioni militari). Anche se girata nel deserto di Abu Dhabi, la scena nel film si svolge in realtà sopra i cieli di Parigi.
Londra
Il sesto capitolo della saga sull'agente segreto Ethan Hunt ha naturalmente visitato anche Londra. Qui Cruise, durante una ripresa sui tetti della città, si è ferito alla caviglia tentando un salto da un edificio all'altro (il ciak è mantenuto nel montaggio finale), costringendo la produzione ad interrompere le riprese.
Queenstown
E veniamo all'acrobazia più spericolata del film. Dopo che Rogue Nation aveva offerto il primo - vero - decollo umano del cinema (Cruise avvinghiato al portellone esterno di un Airbus A400M Atlas, Fallout ha optato per una fuga in elicottero mozzafiato tra le vette innevate di Queenstown, in Nuova Zelanda. Cruise ha trascorso circa due anni a imparare a pilotare un elicottero, girando personalmente gli avvitamenti e le virate che si vedono nel film (dov'è uno psichiatra quando serve?). Piccola curiosità: nel trailer del film viene mostrata una scena a dir poco pazzesca (un imminente frontale con un tir) poi successivamente eliminata dal montaggio finale.
Preikestolen
Il gran finale è stato girato a Preikestolen in Norvegia, location resa celebre in precedenza dal thriller sci-fi Ex_Machina. Qui, sempre Cruise (e chi, se no?) è rimasto appeso ad una parete rocciosa verticale dopo essere precipitato col suo elicottero nel tentativo di raggiungere il villain del film. Il picco è denominato Pulpit Rock ed è una delle attrazioni naturali più famose della Norvegia, che si innalza fino a 604 metri sopra il Lysefjord e attira gli amanti delle escursioni da tutto il mondo.
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