Stranger Things, la timeline non andrà oltre il 1987: ecco perché

Le parole di Matt Duffer centrano in pieno l'anima di Stranger Things.

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Autore: Giuseppe Benincasa ,

I fratelli Duffer hanno partecipato al panel Deadline’s Contenders Television condividendo con i fan diverse informazioni e retroscena sulla serie da loro creata ossia Stranger Things. Oltre alla nuova sorprendete durata degli episodi della stagione 4, di cui si conoscono anche i titoli, Matt e Ross Duffer hanno parlato della timeline di Stranger Things che, per un motivo ben preciso, non può superare il 1987.

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Il motivo di questa decisione viene dal fatto che, come attrice, Winona Ryder ha raggiunto la massima notorietà nel 1988 con il film cult di Tim Burton Beetlejuice - Spiritello porcello. Matt Duffer ha spiegato:

È una soglia che non possiamo attraversare: una volta che Winona è una superstar internazionale è come se lo show dovesse fermarsi. Altrimenti le teste dei ragazzi esploderebbero.

La stagione 4 di Stranger Things è ambientata nel 1986: è quindi plausibile pensare che la quinta stagione, probabilmente l'ultima, sarà ambientata nel 1987.

La grande verità dietro la battuta di Matt Duffer

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Quella che probabilmente è una battuta di Matt Duffer nasconde un significato profondo: la timeline della serie deve dare l'impressione di essere davvero ambientata negli anni '80 del nostro mondo.

Tanto è vero che i ragazzi sono decisamente influenzati dalle mode degli anni '80, dalla passione di quel periodo per il gioco di ruolo Dungeons and Dragons e ovviamente dai film cult di quegli anni come, per esempio, Ghostbusters nella stagione 2 o La Storia Infinita nella stagione 3 . Tralasciando quindi i primi due film poco conosciuti da attrice di Winona Ryder (Lucas del 1986 e Square Dance - Ritorno a casa del 1987), Beetlejuice è una pietra miliare del cinema cult e una serie come Stranger Things, che attinge a piena mani dall'eredità cinematografica degli anni '80, non può non considerare un fenomeno cult come quello del film con un grandissimo Michael Keaton.

Sarà anche una battuta, ma la frase di Matt Duffer centra perfettamente l'idea alla base della serie di Stranger Things.

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