X – A Sexy Horror Story, recensione: il sesso ci fa ancora paura

Parla di porno, ma soprattutto di sesso X, un horror slasher che ci ricorda che, anche se la giudichiamo, desideriamo l'intimità con gli altri.

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Autore: Elisa Giudici ,

Dieci anni fa Mia Goth non sarebbe stata la protagonista di X – A Sexy Horror Story, anzi. Il suo personaggio della ragazza giovane, disinibita e sicura di sé sarebbe stato forse il primo a morire in un horror slasher come il film in questione. 

X – A Sexy Horror Story però non è un horror interessato a rinforzare lo status quo del genere, anzi: vuole scuotere dalle fondamenta il nostro modo di pensare al sesso. Per farlo, lo sceneggiatore e regista Ti West parte da una premessa piuttosto consueta del genere, ribaltandola nel corso della pellicola. I protagonisti di X infatti sono un gruppo di giovani (quattro donne e due uomini) che per motivi diversi decidono di girare un film pornografico semi-professionale, da distribuire nel circuito nascente del Home Video. 

Il porno che non ti aspetti

Siamo infatti nel 1979, in Texas, poco fuori Houston. Il capogruppo infatti ha deciso di affittare una fattoria fuori città, nel mezzo delle campagne texane, per girare il filmino hot lontano da occhi indiscreti. Maxine (Mia Goth) è la giovane fidanzata di lui, impaziente di diventare famosa con il porno e pronta a girare alcune scene bollenti insieme a Bobby-Lynne (Brittany Snow), biondissima e disinibita pin-up e lap dancer. Sul set c'è una terza giovane donna, Lorraine (Jenna Ortega), tecnico del suono e fidanzata alla studente di cinema ingaggiato per girare il filmino. Lorraine ha inizialmente una visione molto critica sulla natura pornografica del progetto. 

Già in avvio di pellicola, è evidente che il problema principale sarà la coppia di fattori che ospitano il gruppetto. Un anziano sospettoso e con il fucile sempre in mano, a cui fanno gola i soldi promessi dal protagonista ma che al contempo non vede di buon occhi il gruppo. La di lui moglie vaga qua e là e non sembra nemmeno troppo presente a sé stessa. La realtà però è molto, molto diversa e, ovviamente, horror. 

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Il film sembra scriversi da solo: quanti slasher abbiamo visto in cui un gruppo di giovani disinibiti e drogati finisce vittima di un pazzo omicida, un giustiziere o un altro avatar dello status quo conservatore della società che, indirettamente, condanna lo stile di vita libertino dei protagonisti? Non a caso il film è ambientato a fine anni '70, tra la crisi economica che morde e le libertà sessuali che travolgono la società statunitense ma si preparano a cedere il passo al consumismo sfrenato degli anni '80.

Mia Goth, da anni vittima sacrificale di pregio del cinema horror (La cura dal benessere, Suspiria), qui si riscatta pienamente come protagonista di una storia che più che mostrare il sesso, lo racconta. Nel gruppo infatti si finiscono per scontrare posizioni diverse sull'argomento, dalle più libertine alle più conservatrici. L'atmosfera unica sul set del film porno che stanno girando ne scuote molte dalle fondamenta. Chi era un convinto progressista deve fare i conti con i distinguo che vorrebbe porre quando la sua virilità è messa in gioco, chi era più conservatore si sente pronto a osare di più, salvo poi tornare nella sua posizione di pregiudizio. 

Mia Goth finalmente protagonista

Brillano invece le "facilone" della situazione, Maxine e Bobby-Lynne. Il film le presenta come ragazze disinibite e senza scrupoli, salvo poi mostrarne l'umanità, la complessità affettiva, la solidarietà verso gli altri. Le due non giudicano mai gli altri, sono sicure di sé e della propria sfera emotiva ancor prima che sessuale. Maxine viene poi mostrata dalla prima scena come una cocainomane, senza che questo elemento ponga mai un giudizio negativo su di lei. Il film ne fa via via l'assoluta protagonista, rivelando a seguire la storia difficile che ne ha fatto una ribelle e sopravvissuta ancor prima dell'arrivo alla fattoria per girare il film. 

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Quanto di macabro avviene nel film è originato dal "lato oscuro" del sesso, che poi tanto oscuro non è. Tutti - davvero tutti - hanno sete d'intimità e sesso, secondo X - A Sexy Horror Story. Una sete di rapporti che, mescolata al pregiudizio e ai luoghi comuni della società, scatena brame con esiti horror e drammatici nel film. 

È evidente come Ti West giochi con le aspettative del pubblico che conosce a menadito gli stilemi dello slasher. Il suo lavoro a livello registico e narrativo è ottimo, ma ciò che impressiona più di tutto in X è come il film non scada mai le vouyerismo, pur raccontando una società giudicante ma bramosa di spiare dal buco della serratura. 

Scene esplicite ce ne sono, ma non sconfinano mai a giudizio di chi scrive nell'esibizione, né tantomeno nella pornografia. X parla di pornografia e desiderio, ma lo fa volendo rendere palesi pulsioni taciute, non per il gusto di solleticare appetiti, quanto di esplorarli. Non a caso, la scena più forte e memorabile del film è un amplesso non convenzionale, che è "horror" più per uno stigma sociale che per quanto vediamo su grande schermo.

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A farci riflettere è la reazione forte che abbiamo di fronte a una scena di sesso che percepiamo come "fuori regola" per via dei soggetti che ha per protagonisti. Non battiamo ciglio di fronte a sesso estorto, violento o feticizzante, ma poi a farci paura è la consapevolezza di quanto la sessualità svolga un ruolo chiave nelle nostre vite, anche quando non vogliamo ammetterlo. 

In questo senso il divieto ai minori di 18 anni che questo film ha ottenuto in Italia è ulteriore riprova di quanto abbia ragione Ti West, che andrebbe ringraziato per aver offerto a Mia Goth un ruolo finalmente protagonista, che ne esalta appieno le qualità d'interprete e da Scream Queen. 

Commento

Voto di Cpop

78
Uno slasher che ribalta le dinamiche classiche del film horror che "punisce" le belle ragazze disinibite. X è davvero un film riuscito, visivamente e narrativamente.

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