The Boys 4, anteprima: The Boys are back....e fanno sul serio!

Autore: Manuel Enrico ,

The Boys are back in town. Prime Video ha cercato di non farci sentire la mancanza della più violenta, sconclusionata e politicamente scorretta banda di antieroi della storia con una serie spin-off più che apprezzabile, Gen V, ma è innegabile che il fascino ruvido e sboccato di Billy Butcher e dei suoi ragazzi (e ragazze) non si batte.

Volendo essere completamente onesti, anche la folle, smagliante  cattiveria di Patriota ha il suo perché, una dicotomia che andando oltre la semplice separazione tra bene e male si appresta a tornare in scena con la quarta stagione di The Boys, di cui ci siamo gustati una succosa anteprima.

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Memori della lettura del fumetto ispiratore creato da Garth Ennis, non ci si poteva certo aspettare che la produzione di Prime Video fosse politicamente corretta. 

Presidenti, figli e ultime occasioni

Sin dalla sua prima stagione, il volto cinicamente divertimento di Karl Urban è stato il biglietto da visito di una storia graffiante e sarcastica, capace di deridere il genere supereroico rendendolo uno strumento di feroce e sardonica critica. Insomma, la dialettica dello scrittore irlandese è stata preservata e portata per la seconda volta da Prime Video in una serie, dopo l’esperimento Preacher.

La nuova stagione di The Boys non potrebbe arrivare in un momento migliore. Il mondo del cinecomic dominato dai due colossi del genere, ossia l’MCU e il nuovo universo di DC Comics, è in una fase di profondo rinnovamento, consentendo la nascita di nuove interpretazioni del genere, elemento in cui The Boys mostra di muoversi con un’esplosiva personalità.

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Dopo gli eventi della terza stagione, il fulcro della storia di questo nuovo arco narrativo ruota attorno alla figura di Ryan. Figlio biologico di Patriota e della moglie di Butcher, Becca, il ragazzo è in una condizione poco invidiabile. Da un lato, Butcher vorrebbe tenerlo al sicuro, più come senso del dovere verso la defunta moglie che altro, dall’altro Patriota vede nel ragazzo un’estensione di sé, un mero strumento con cui prolungare la sua mitologia.

Un punto focale attorno cui orbitano alcune delle trame dei primi sei episodi, che vedono in Ryan un cardine, soprattutto nel suo rapporto con Patriota. Il Super è sempre più fuori controllo, spadroneggia sui Sette e la Vought, mentre pubblicamente si gode la sua celebrità, derivante da un’acclamazione popolare della sua ferocia pubblicamente dimostrata.

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Al contrario, Butcher e i ragazzi sono in palese difficoltà. Billy è sempre più fiaccato dalla malattia, mentre i ragazzi si trovano a dover fronteggiare non solo Patriota, ma anche l’ascesa politica di Victoria Neuman, sempre più lanciata verso la vice-presidenza degli Stati Uniti.

A sostenerli, seppure indirettamente, una fetta dell’opinione pubblica che ha accolto il messaggio di Starlight, che ha deciso di lasciare i Sette per mettersi in chiara opposizione a Patriota. Una lotta che non mette i mostri poteri ma le finezze politiche, un confronto a distanza giocato in modo sporco, politico.

Più reale del reale

È proprio questo uno degli elementi chiave della nuova stagione di The Boys. Evidente come la writing room abbia fatto proprie le venefiche correnti dell’alt-right americano, costruendo un nuovo personaggio voce di questa fazione, Firecracker. La presenza delle elezioni presidenziali e la bruttura di alcune brutture della storia sociale americana recente diventano pare integrante della trama, che sceglie di prendersi anche alcune libertà rispetto all’originale cartaceo, pur preservandone lo spirito.

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Kripke e il suo staff sono particolarmente attenti sotto questo aspetto, andando a costruire una sequenza di eventi che non si limita a tenere alto il livello della trama orizzontale, ma che si presenta come una folle, ipercinetica e delirante catena di situazioni che sviluppa ulteriormente ogni singolo personaggio, giocando in modo sublime con le possibilità dei superpoteri di alcuni personaggi.

Soprattutto, mostrandone le applicazioni più sordide e folli, grazie a scene che superano ogni limite di decenza, che fanno della morte quasi un banale inconveniente, acuendo la profonda separazione tra Super e normali. Che si tratti di evidenti manifestazioni di poteri o di dialoghi dai toni spietati e inquietantemente veritieri, l’anteprima dei primi sei episodi della quarta stagione di The Boys lascia la sensazione che la serie voglia spingersi sempre più oltre, sfondando ogni limite precedentemente rispettato.

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In termini di spettacolarità, questo significa vedere scene di combattimenti sanguinarie e senza limiti, in cui gli ‘eroi’ sembrano cedere a una dimensione ferina di brutale ferocia, resa ancora più evidente da una serie di dialoghi che lasciano emergere un’ironia dissacrante, veicolo ideale per mostrare delle persone spinte a una vita da dèi in terra che maschera una schiavitù impalpabile, ma evidente.

Narrativamente, la nuova stagione si prende la giusta attenzione per sviluppare il contrasto tra i boys e i super. Non solo pubblicamente, in seguito alla decisione di Starlight di andare in aperto contrasto con Patriota, ma anche nel privato, sia per quanto riguarda la figura di Ryan che per le vite dei personaggi. Amori infranti, parentele surrogate e familiari sgradevoli, sono ingredienti che, per quanto permeati della dialettica della serie, non possono non risultare quotidiani e facilmente assimilabili dal pubblico.

Chi è il vero mostro?

Sembra quasi una coincidenza che The Boys tratti una corsa alla presidenza nell’anno in cui gli USA tornano alle urne, ma questa scelta incarna un momento preciso della vita contemporanea statunitense, che la trama della serie sviluppa e concretizza con una spettacolare sinergia tra politica e missione, tra potere e lotta per un ideale di giustizia che pare oramai corrotto oltre ogni speranza.

La guerra tra Butch e Patriota, tra Boys e Vought diventa una lotta senza quartiere, ad alto tasso di emoglobina e linguaggio scurrile, con volti tesi da sorrisi posticci e adombrati da espressioni di ossessiva determinazione. Mai come in precedenza diventa complicato individuare buoni e cattivi (ammesso esista questa divisione!), con cambi di barricata sorprendenti che sorprendono e rischiano di sconvolgere piani altrimenti perfetti. Almeno, sulla carta, ma sappiamo tutti come per i The Boys non esistano piani perfetti, ma solo perfetti disastri.

I primi sei episodi di The Boys 4 convincono, appassionano e trasmettono la sensazione che la serie abbia ancora una scoppiettante, irriverente vitalità anche grazie a un cast sempre nella parte e che, per questa nuova stagione, si arricchisce ulteriormente.

Commento

cpop.it

85

I primi sei episodi di The Boys 4 convincono, appassionano e trasmettono la sensazione che la serie abbia ancora una scoppiettante, irriverente vitalità anche grazie a un cast sempre nella parte e che, per questa nuova stagione, si arricchisce ulteriormente.

Pro

  • - Primi episodi promettenti
  • - Trama ben congeniata
  • - Politicamente scorretto ma con stile

Contro

  • - Alcune scene un po' eccessive anche per The Boys
  • - Firecracker è un personaggio difficile da gestire
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