Eternity Volume 5 - L'odio come cura di bellezza, recensione: dura sconfitta per Alceste

In Eternity Volume 5 - L'odio come cura di Bellezza, Alceste indaga sulla diva Minerva Monet. L'apparenza inganna ed è più importante della realtà.

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Autore: Domenico Bottalico ,

Eternity Volume 5 - L'odio come cura di Bellezza è il penultimo capitolo prima del sesto volume che, come promesso dall'autore Alessandro Bilotta, costituirà il primo punto di svolta della serie edita da Sergio Bonelli Editore. Questo volume è una prosecuzione naturale, quasi una appendice, del precedente L'impazienza dei suicidi anticipa l'inevitabile e vede impegnato Sergio Ponchione (Mercurio Loi, Gli Uomini della Settimana) ai disegni con colori di Adele Matera e Sergio Gerasi alla copertina. Alceste Santacroce si lascia travolgere dal mondo patinato del cinema, dove l'apparenza non solo inganna ma è più importante della realtà. Minerva Monet, la diva più amata dagli italiani, infatti potrebbe essere un osso più duro del previsto. 

Di cosa parla Eternity Volume 5 - L'odio come cura di bellezza

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L'articolo su Cassiodoro, il medium dei VIP, aveva portato Alceste alla travolgente passione con Giuturna. La ragazza che assomigliava incredibilmente a Lucrezia e che con lei ne aveva condiviso il tragico fato: il suicidio. Il mistero era stato presto svelato però. Giuturna aveva chiesto il suicidio assistito dopo aver perso un figlio ma soprattutto era effettivamente la sosia di Lucrezia e lavorava per la Giano, una agenzia che fornisce sosia ai VIP. Lì Aleceste aveva incontrato Claudia, la sosia della diva Minerva Monet.

La Divina Minerva è una delle attrici più brave e richieste in assoluto, un patrimonio nazionale che i fan adorano avendo fatto un vero e proprio culto, i cinefili la venerano mentre per tutte le altre donne è uno standard non solo di bellezza. Ma è davvero così?

Quando Claudia si presenta a un appuntamento con Alceste con un occhio nero, il giornalista fiuta un possibile scoop e quasi mosso da un senso di giustizia inizia a cercare indizi sulle voci che circolano negli ambienti del cinema romano: Minerva in realtà è una vipera che non riesce a gestire la rabbia.

Nulla che Alceste non abbia mai affrontato prima o forse no? Cosa succede quando vengono messe in discussione le specchiate virtù dell'attrice? Che l'apparenza sembra prevelare anche sulle prove più concrete e schiaccianti mai messe su carta da Santalceste. L'opinione pubblica è inamovibile e addirittura tutte le tattiche adoperate si ritorcono violentemente contro di lui.

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Minerva controbatte scorrettezza contro scorrettezza e, per la prima volta, Alceste sembra incassare una sconfitta. A differenza di quanto accaduto con il presentatore Tito Forte, l'immagine pubblica di Minerva Monet è troppo forte. La dimostrazione? È bastato che Minerva sfogliasse il libro di Alceste proprio su Tito Forte, un flop fino a quel momento, affinché le vendite risalissero e lui si trovasse improvvisamente catapultato sotto i riflettori. 

Un capitolo di passaggio per parlare di essere e apparire

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Per la prima volta in Eternity, Alessandro Billota collega strettamente due episodi della serie e il risultato sfortunatamente non centra il bersaglio. Se da un lato infatti Eternity Volume 5 - L'odio come cura di Bellezza capitalizza sulle rivelazioni del precedente volume, dall'altro l'autore romano non riesce quasi mai a trovare il giusto ritmo nella narrazione avendoci abituato a racconti mai troppo lineari ma pur sempre puntuali nel convogliare un messaggio e/o una riflessione.

In un Roma esageramente patinata e nostalgica della Dolce Vita, Alceste sembra spaesato e frastornato. Per la prima volta, e man mano che si procede nella lettura, è più una vittima degli eventi anziché osservatore attento o voce critica. Anche le motivazione con cui inizia la sfida a distanza con Minerva Monet sembrano un po' fuori dal personaggio freddo e distaccato dei primi 4 volumi. Rimane assolutamente pregevole il modo in cui Billota descrive suddetta sfida. Una grottesca escalation che sfocia in una violenza di cui Alceste è vittima.

Ma cosa effettivamente l'autore voleva raccontare in Eternity Volume 5 - L'odio come cura di Bellezza? Inizialmente sembra riprendere la riflessione già vista in Rovine Metaforiche Visitate dai Turisti fra essere e apparire ma qui sembra esservi sottesa una digressione su social media e violenza mediatica. Tutto molto interessante peccato che il personaggio di Minerva non venga cesellato al meglio ma finisca per diventare una antagonista troppo classica. La speranza è quella di rivederla in futuro.

Tocca a Sergio Ponchione dare la giusta dinamicità a una storia la cui frenesia cresce pagina dopo pagina. Molto interessante da questo punto di vista sono layout e gabbie utilizzate. Da un lato la tavola non è mai troppo piena, la gabbia più utilizzata è quella che prevede 5/6 riquadri verticali. Qui gioca un ruolo fondamentale, in termini di storytelling, il layout in cui la consequenzialità è giocata su due piani: azioni nei riquadri superiori, reazione in quelli inferiori. La lineart è decisa e le figure plastiche, nella marcata espressività dei personaggi è rintracciabile l'influenza di Magnus meno grottesco.

Ottimo, come sempre, il lavoro di Adele Matera ai colori che qui ritorna a quelle palette sature ma anche ai giochi con retini e luci che avevno caratterizzato i primi volumi. Particolarmente ispirata anche la copertina di Sergio Gerasi a metà fra retro vintage e il violento fato che attende Alceste a fine volume.

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Il volume

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Sergio Bonelli Editore propone Eternity Volume 5 - L'odio come cura di bellezza nel collaudato formato da libreria: cartonato da 22x30 cm, ovviamente a colori, con carta patinata non eccessivamente lucida. La cura carto-tecnica è come sempre impeccabile. Come consuetudine non ci sono extra e Alessandro Bilotta firma una introduzione molto personale sull'effetto che il cinema o meglio l'immagine cinematografica ha avuto su di lui e di riflesso ha avuto sull'immaginario collettivo.

Commento

Voto di Cpop

70
Eternity Volume 5 - L'odio come cura di Bellezza capitalizza sulle rivelazioni del precedente volume ma Alessandro Bilotta non riesce quasi mai a trovare il giusto ritmo nella narrazione avendoci abituato a racconti mai troppo lineari ma pur sempre puntuali nel convogliare un messaggio e/o una riflessione. Con un Alceste un po' spaesato, alla riflessione su essere e apparire viene sottesa una digressione su social media e violenza mediatica. Tutto molto interessante peccato che il personaggio di Minerva Monet non venga cesellato al meglio ma finisca per diventare una antagonista troppo classica. La speranza è quella di rivederla in futuro.

Pro

  • il personaggio di Minerva Monet è una interessante aggiunta al cast
  • la serie ha ormai coordinate estetiche ben precise in cui i disegnatori e i coloristi iniziano a personalizzare i propri approcci

Contro

  • bisogna aver necessariamente letto il volume precedente
  • Bilotta meno puntuale del solito nella riflessione sul tema scelto
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