Daredevil: Rinascita è iniziata e sta facendo parlare parecchio di sé per diversi suoi aspetti. Uno di questi è il logo del Punitore, che nella nuova serie Disney potrebbe avere un ruolo importante.
Attenzione. l'articolo contiene spoiler sul secondo episodio
L'episodio 2 ci regala un momento davvero significativo, una scena che, sebbene breve, racchiude un potente simbolo del passato, ma con una rivisitazione che ha delle corrispondenze nella realtà americana.
Cosa succede nella serie TV
La scena finale dell'episodio introduce, infatti, il logo del Punitore, uno degli emblemi più iconici dell'universo Marvel, ma non nella forma a cui siamo abituati. L'altra novità è che questo logo non è portato dal classico Frank Castle, ma da un personaggio inaspettato, un poliziotto corrotto. Questo ha tatuaggio del logo del Punitore sul polso.
Nella scena in questione, Matt Murdock si trova a fronteggiare una situazione di pericolo, mentre cerca di proteggere un testimone chiave, Nicky, che potrebbe scagionare Hector Ayala, il suo cliente accusato ingiustamente di omicidio.
Dopo una serie di violenze e intimidazioni, uno dei poliziotti coinvolti nell’aggressione, Powell, tiene Matt contro un muro, e qui, in primo piano, appare il logo del Punitore, ma non come lo conosciamo. Il simbolo è visibile chiaramente sul suo polso sinistro: un teschio, ma con un elemento distintivo che cattura immediatamente l'attenzione: sulla fronte del teschio è incorporata l'immagine di una bandiera americana, un rimando alla simbolica del movimento "Blue Lives Matter".
Questa modifica non è casuale: Powell, il poliziotto che lo porta, non è solo un semplice agente, ma un uomo che ha scelto di utilizzare l'iconografia del Punitore per giustificare il proprio atteggiamento di giustizia distorta. Il logo che vediamo qui, dunque, non è solo un marchio di violenza, ma anche un richiamo a un'interpretazione pericolosa del concetto di giustizia, che trova nel Punitore un'icona, ma lo reinterpreta in chiave più controversa e politica.
Questo logo, quindi, non è il classico simbolo del vigilante Frank Castle, che agisce secondo un codice morale personale, ma una versione distorta che un gruppo di poliziotti corrotti ha adottato, suggerendo una fusione tra la figura del Punitore e la difesa dell'autorità e della legge, anche a costo di ignorare la giustizia vera.
La realtà americana
Il movimento Blue Lives Matter è nato negli Stati Uniti come risposta al movimento Black Lives Matter e si concentra sulla difesa delle forze dell'ordine. La sua principale motivazione è il supporto e la solidarietà verso gli agenti di polizia, in particolare in seguito a incidenti violenti o mortali che li coinvolgono. Il movimento sostiene che anche la vita dei poliziotti, i cosiddetti "blue" per via dell'uniforme, merita di essere protetta e rispettata, sottolineando il pericolo e le difficoltà che affrontano quotidianamente nel loro lavoro.
Nella realtà alcuni poliziotti hanno effettivamente usato il logo del Punitore, e questo ha suscitato polemiche e critiche. L'uso del teschio simbolo del Punitore da parte di alcuni agenti di polizia è stato documentato in vari contesti negli Stati Uniti, con alcuni ufficiali che indossavano il logo su uniformi, distintivi o persino tatuaggi. Questo fenomeno ha avuto una visibilità particolare tra il 2017 e il 2020, quando diversi agenti in diverse città americane sono stati fotografati con il logo del Punitore, spesso mescolato con la bandiera "Blue Lives Matter" o simili simboli di sostegno alle forze dell'ordine.
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