Daredevil: Rinascita - anteprima: ombre, sangue e politica nella nuova serie Disney Plus

Daredevil: Rinascita, la nuova serie Disney Plus, raccoglie l’eredità di Netflix senza rinnegarla, in un racconto sporco, violento e politico.

Autore: Nicholas Massa ,

Daredevil: Rinascita (Born Again, in originale) si trascina dietro un sacco di voci e ipotesi, di domande e rimandi che, inevitabilmente, hanno coinvolto lo stesso pubblico di affezionati fin dai primissimi annunci ufficiali e speculazioni. Un progetto del genere, ovviamente, si nutre di un immaginario televisivo preciso, rielaborandone le dinamiche narrative in qualcosa che guarda avanti, senza però cancellare quanto visto in precedenza su Netflix. Si torna al Matt Murdock che i fan conoscono bene, interpretato per tre stagioni da Charlie Cox, si torna al Wilson Fisk di Vincent D’Onofrio e alla sua maschera di calma mostruosa, e si torna soprattutto a quella New York sporca e oscura in cui abbiamo visto muoversi tutti questi volti in precedenza.

Il titolo Daredevil: Rinascita, però, parla chiaro sulle intenzioni della nuova serie TV disponibile su Disney Plus dal 5 marzo 2025. La “rinascita” qui menzionata non si rivolge solamente e direttamente al racconto in atto e alle sue dinamiche fittizie, ma allo stesso universo narrativo, che viene preso e proiettato in un ecosistema “avanzato” in qualche modo, e allo stesso tempo nostalgico, ma anche adulto, forte, sporco e violento come in passato. Si guarda al futuro, e non nei panni di una “quarta stagione” della serie Netflix, ma con lo sguardo di qualcosa che si solleva dalle sue stesse ceneri per risorgere in modi anche inaspettati.

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Avendo avuto la possibilità di vedere in anteprima i primi due episodi di Daredevil: Rinascita e di intervistare i suoi registi principali, abbiamo cominciato a farci un’idea relativa a questo progetto e alle sue intenzioni generali. Certo, due puntate sono molto poche per trarne una qualsivoglia critica o anche un'opinione totalizzante, ma restano comunque interessanti per approfondire un minimo i momenti introduttivi della serie TV e le questioni che intende affrontare e aprire in relazione a ciò che verrà.

Tornare e avanzare

I primissimi istanti, senza fare spoiler, di Daredevil: Rinascita sono estremamente nostalgici e rimandano direttamente alle dinamiche cui gli appassionati della serie su Netflix erano stati ampiamente abituati. I modelli di riferimento e i personaggi sono quelli, incrociati in un momento della loro vita lontano e allo stesso tempo vicino, familiare e inedito. È proprio da questo insieme di sensazioni intime che la serie su Disney Plus parte, per poi cambiare completamente le carte in tavola con un racconto violento e sfumato, complesso e, per ora, sfaccettato.

Un avvenimento chiave e un salto temporale ci presenteranno un Matt Murdock diverso dal passato, ancor più tormentato e identificato nella decisione di abbandonare per sempre le spoglie oscure di Daredevil, approcciando la giustizia in modi e modalità differenti. La sua carriera da avvocato è proseguita e, a quanto pare, anche quella di Wilson Fisk sta per trasformarsi in qualcosa di totalmente inaspettato: la corsa per la carica di sindaco in città.

In un clima politico e di tensione del genere, passato, presente e futuro vengono continuamente sfumati dalle esperienze personali e intime di ognuno di loro, riportando in quel gioco narrativo in cui s’incrociavano lotte intestine alla città, criminalità oscura e sottocutanea, legal drama, riflessioni sulle istituzioni e quel continuo contrasto fra mostruosità e apparente calma che in passato avevano caratterizzato questi racconti.

Rinascere e cambiare

Come anticipato, nel titolo Daredevil: Rinascita possiamo immediatamente trovare la chiave di lettura principale iniziale di questo prodotto seriale. La "rinascita" indicata si fa fin da subito centrale negli sviluppi di una storia perfettamente conscia del proprio passato e, allo stesso tempo, proiettata verso “il nuovo”. Le nuove maestranze artistiche impiegate (Dario Scardapane, Matt Corman, Chris Ord, Justin Benson e Aaron Moorhead) dimostrano un attaccamento al lavoro di Netflix interessante e, per ora, lodevole nella costruzione creativa e formale della serie, richiamandone le dinamiche figurative con inquadrature e movimenti di macchina che non passeranno di certo inosservati ai fan.

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Oltre alla costruzione delle immagini e delle sequenze, nella scrittura la stessa nostalgia deve fondersi con un’attenzione particolare sia alla caratterizzazione generale dei protagonisti, ampiamente presentati in passato e per ora introdotti semplicemente in medias res, sia al lavoro in termini di rimandi e ritorni, ma anche di trasformazione generale di un materiale sicuramente familiare in tante cose.

Daredevil: Rinascita, per quello che abbiamo potuto vedere fino ad ora, funziona e cattura, rapisce proprio per quello spirito violento e sanguinario che in passato aveva affascinato ed emozionato coloro che ne avevano seguito le gesta su Netflix. Il prodotto seriale di Disney Plus si presenta in modo forte e spinge immediatamente sull’acceleratore della violenza, diretta e interiore, e della politica oltre le cose, presentando un quadro generale sporco e complesso da abbracciare, coinvolgendo direttamente la stessa città di New York, che qui torna a essere un’altra protagonista fondamentale e centrale nell’equazione.

Non soltanto scontri e ombre, però, ma anche tormenti reconditi e rimandi a un vissuto scritto da altri e importante da rispettare, ma al tempo stesso lontano e complesso da leggere se non si conosce il materiale di appartenenza e di riferimento. Ecco, questo è uno dei grandi limiti che abbiamo per ora riscontrato in Daredevil: Rinascita, una "problematica/dinamica" che coinvolge inevitabilmente l’intero progetto del Marvel Cinematic Universe da tempo e che anche qui sembra tornare ad ampliare i confini di appartenenza del racconto presentato e in corso: i collegamenti col passato e con le storie precedenti.

Nei primi due episodi di Daredevil: Rinascita, come accade con tantissimi altri prodotti visivi Marvel, si dà, ovviamente, per scontato che si conoscano già tutti i personaggi, i loro legami e quello che hanno passato fino a oggi. La serie su Disney+ parte, come anticipato, in medias res e non si prende sulle spalle l’onere di introdurre, facendo affidamento sull’esperienza specifica degli spettatori (nulla di inaspettato in effetti, ma comunque qualcosa che influisce sulla visione e sul cambio di rotta in termini di streaming). Con un processo creativo del genere, ovviamente, sembra proprio che la serie di Netflix torni a essere centrale nella comprensione originaria di molte delle cose che abbiamo visto e che, per ipotesi, potremmo vedere lungo questa stagione.

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Un tempo, “Battlin’” Jack Murdock alternava la carriera di pugile a quella di picchiatore per la mala di Hell’s Kitchen. Oggi, suo figlio Matt difende quel quartiere nei panni di Daredevil. Sconfitto Kingpin, ora Hell’s Kitchen è un luogo sicuro. Lo stesso non si può dire del resto di New York, colpita da un’intensa ondata di calore. Per salvare un amico dalle sue grinfie dell’inquietante Johnny Bulbo, Daredevil dovrà stringere una sorprendente alleanza e tenere a mente il più importante degli insegnamenti paterni.

Andando oltre tutto ciò, per adesso Daredevil: Rinascita è un buon prodotto per il piccolo schermo. L’amore per il materiale originale (fumetti ecc.) c’è tutto, così come l’attenzione particolare nel costruire qualcosa che ricordi il passato, abbracciandone le dinamiche più adulte e forti. Ritrovare attori come Charlie Cox e Vincent D’Onofrio non è affatto da sottovalutare, dato che il loro talento continua ancora a risplendere in questi protagonisti difficili da identificare nell’immediato, accompagnati da un intreccio che rompe facilmente i limiti del piccolo schermo, riportando a critiche e ingiustizie riscontrabili anche nel nostro di mondo. In ciò risiede il grande valore di una serie calibrata e controllata, nella speranza che prosegua lungo questi binari.

Commento

Voto di Cpop

75
Daredevil: Rinascita si presenta, per ora, come un prodotto che raccoglie l’eredità della serie Netflix cercando di rinfrescarne la natura più adulta, violenta e politica. I primi due episodi introducono un Matt Murdock tormentato, deciso ad abbandonare il ruolo di Daredevil, mentre Wilson Fisk punta alla carica di sindaco di New York, inserendo il racconto in un contesto di tensioni sociali e istituzionali. La serie sfrutta una regia ispirata e una narrazione in medias res che, se da un lato valorizza il materiale originale con richiami visivi e tematici, dall’altro risulta meno accessibile per chi non ha familiarità con il passato del personaggio. Con un tono cupo e una trama che intreccia legal drama, politica e lotte interiori, Daredevil: Rinascita dimostra un forte rispetto per la sua storia, pur cercando di distaccarsene per evolvere in qualcosa di nuovo e inaspettato.

Pro

  • La serie riprende l’atmosfera cupa e violenta della precedente, senza snaturarne il tono, anche in termini di regia e costruzione delle immagini.
  • Charlie Cox e Vincent D’Onofrio tornano in grande forma, mantenendo la profondità dei loro personaggi.

Contro

  • La narrazione in medias res dà per scontata la conoscenza del passato, rendendo difficile l’ingresso a chi non ha visto la serie Netflix.
  • Dopo due episodi, la serie mostra potenziale ma resta da vedere se riuscirà a sviluppare il suo percorso senza perdersi.
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