Daredevil: Rinascita, le ragioni che portano Matt Murdock ad abbandonare il Diavolo

Un evento mette in moto delle ragioni che Matt non può reggere. Eccovele spiegate.

Autore: Giuseppe Benincasa ,

La prima puntata di Daredevil: Rinascita ci presenta un mondo che sembra aver trovato finalmente un equilibrio: Matt Murdock, Foggy Nelson e Karen Page si ritrovano per una serata tranquilla a Josie’s Bar, pronti a discutere di un caso attuale e a condividere la loro profonda amicizia.

Tuttavia, un evento sconvolgente stravolge questa calma apparente, segnando l’inizio di una catena di eventi che cambieranno radicalmente la vita di Matt.

Scopriamo insieme cosa accade e quali sono le vere ragioni che portano Matt Murdock ad "appendere la maschera al chiodo".

Attenzione: seguono grossi spoiler sul primo episodio di Daredevil: Rinascita.

Qui sotto potete vedere proprio i primi minuti del primo episodio dello show targato Marvel

L'episodio iniziale della serie TV mostra l'omicidio di Foggy Nelson ossia il miglior amico di Matt nonché un pezzo fondamentale della sua vita in quanto a equilibrio e momenti di serenità.

Questo momento corrisponde con il gesto plateale di Matt che getta la maschera di Daredevil dal tetto sul quale stava combattendo contro Bullseye.

La decisione di Matt di abbandonare l'essere Daredevil non è un semplice atto di ritiro, ma una scelta consapevole di ricostruire la propria vita su basi diverse. Per onorare la memoria di chi gli era stato più vicino e per cercare un modo per redimersi, Matt decide di affidarsi alla giustizia legale, fondando un nuovo studio con la ex assistente del procuratore, Kirsten McDuffie.

Questa scelta segna un netto distacco dalla strada della violenza, perché per Matt, difendere la giustizia in aula, senza le implicazioni emotive e morali dell'essere vigilante, rappresenta un percorso meno tormentato e, forse, più in linea con i valori che la sua fede gli ha insegnato.

La sua nuova vita da avvocato diventa un simbolo di rinascita, un tentativo di trovare equilibrio e redenzione in un mondo dove il confine tra giusto e sbagliato è sempre più labile.

Il prezzo della vendetta

Il desiderio di vendetta e il dolore per la perdita, un dolore che, pur non essendo l’unico motivo, ha avuto un impatto enorme, sono elementi centrali nel cambiamento di Matt.

La notte in cui Foggy viene brutalmente colpito e, nonostante i suoi sforzi, muore, diventa l’epifania per Matt: la sua furia e il senso di colpa, alimentati dalla propria fede, lo convincono che non può più continuare su quella strada.

Non si tratta soltanto di un episodio isolato, ma del punto di svolta che ha fatto emergere una verità dolorosa: il vigilante che una volta cercava di proteggere gli innocenti stava pagando un prezzo troppo alto. La prospettiva di dover convivere quotidianamente con quel fardello morale lo spinge a riconsiderare la sua identità.

Il conflitto interiore e la fede di Matt

Matt Murdock non è solo un vigilante, è un uomo profondamente segnato dalla sua fede cattolica, che ha sempre rappresentato sia la sua forza che la sua condanna morale.

Il momento cruciale arriva quando, in un impeto di rabbia, Matt spinge se stesso al limite, lasciandosi andare a un desiderio che prima sembrava impensabile: essere disposto a uccidere.

Questo istante, in cui, durante la lotta su quel tetto, Matt perde ogni inibizione morale e quasi commette il peccato mortale, scuote inevitabilmente il suo animo.

Per Matt, il confine tra la giustizia legale e quella violenta non è più nitido: la sua religiosità lo costringe a sentire il peso di ogni atto di violenza, rendendolo incapace di accettare un percorso che lo porti a diventare un assassino, anche se indirettamente.

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