Method Acting: cos'è e perché alcuni attori lo odiano

Mads Mikkelsen, Samuel L. Jackson, Jake Gyllenhaal e Will Poulter sono tra gli attori che si sono espressi contro questo metodo di recitazione.

Autore: Giuseppe Benincasa ,

Alcune dichiarazioni di importanti attori come Mads Mikkelsen, Samuel L. Jackson e Will Poulter hanno portato all'attenzione del grande pubblico il Method Acting, ma non tutti conoscono questo aspetto della recitazione: cos'è il Method Acting?

Si tratta di un metodo di recitazione assolutamente immersivo per un attore o un'attrice. Per praticarlo, il performer deve calarsi nei panni del personaggio anche quando non sta effettivamente recitando sul set. Ciò può avvenire sia in maniera fisica che in maniera psichica, oltre che in entrambi i modi contemporaneamente. In breve: il personaggio che si porta sul set diventa una estensione/variante della propria personalità.

Christian Bale, per esempio, è famoso per la sua incredibile capacità di perdere o acquisire peso al fine di recitare un particolare personaggio. Molti attori, ricorrono agli effetti visivi o speciali per risultare più grossi o più magri, ma per Bale la gestione del suo corpo riesce a farlo calare ancora di più nella parte che sta recitando. Dal punto di vista mentale il Method Acting è molto impegnativo, poiché "costringe" l'attore o l'attrice a comportarsi e a parlare come il suo personaggio. Uno degli esempi più recenti è il Joker di Jared Leto che, come ha testimoniato Will Smith in una intervista, è sempre stato calato nella parte anche fuori dal set, a tal punto da risultare - secondo Smith - "inquietante". Più recentemente, come abbiamo riportato, per il film Morbius Jared Leto ha utilizzato una sedia a rotelle per andare in bagno durante le pause delle riprese. E tutto ciò per restare calato nella parte di Michael Morbius ovvero di un uomo inizialmente debole e fragile con problemi di deambulazione.

Sony Pictures
Morbius malato sul lettino
Jared Leto è Michael Morbius

Quando nasce il Method Acting?

Tutto nasce nei primi anni del '900 nell'ambiente teatrale. Il russo Konstantin Sergeevič Stanislavskij basava il lavoro degli attori teatrali sull'approfondimento psicologico alla ricerca di un legame tra le caratteristiche del personaggio e quelle dell'attore stesso. Quello che è chiamato il Metodo Stanislavskij suggerisce in pratica all'attore di "fare suo" il personaggio, cioè di interiorizzarlo fino ad assimilarlo come parte di sé. Il suggerimento era, per esempio, quello di scavare nei propri ricordi e di trovare un evento privato utile a collegare il dramma del personaggio.

L'idea di Stanislavskij nasceva dalle esigenze del teatro di non risultare ripetitivo performance dopo performance: poiché gli attori si esibivano ripetutamente nella stessa piece teatrale, questi potevano risultare meccanici e distaccati. Con il Metodo Stanislavskij invece, l'attore era come se percepisse i sentimenti del personaggio recita dopo recita e si emozionasse con lui e per lui.

Questo metodo permise agli attori e alle attrici di calarsi meglio nelle parti e di fare un lavoro più accurato sui sentimenti dei loro personaggi, evitando anche quei gesti esagerati e plateali tipici delle prime performance cinematografiche, utili a sostituire le emozioni (come per esempio stringere le dita in un pugno per simulare rabbia). Il Metodo Acting però non è ancora nato del tutto.

Lee Strasberg cambia Hollywood per sempre

All'inizio degli anni '50, Lee Strasberg divenne direttore dell'Actors Studio. La sua preparazione come attore si basava sugli studi fatti in un laboratorio teatrale condotto da due ex allieve di Konstantin Sergeevič Stanislavskij. Strasberg riuscì a evolvere e, forse, estremizzare, il Metodo Stanislavskij creando di fatto il Method Acting.

L'idea di Strasberg era che non solo bisognasse immedesimarsi nel personaggio ricercando punti della propria personalità, traumi o gioie comuni, ma era necessario che quel personaggio fosse, per tutta la durata di produzione del film, una vera sfaccettatura del proprio io. Per Strasberg e il suo Method Acting l'attore o l'attrice doveva realmente provare le emozioni e/o le sensazioni del personaggio dal punto di vista fisico e/o mentale.

La diffusione del Method Acting tra gli attori di Hollywood si è avuta a metà anni '50, quando Strasberg prese sotto la sua ala Marilyn Monroe, rendendola la star più conosciuta sul pianeta Terra. In modo particolare l'iconica bionda del cinema fu elogiata per la sua interpretazione nel film Il principe e la ballerina (ricevette anche il premio italiano David di Donatello). Il clamore attorno alla Monroe portò altri attori e attrici a seguire il Method Acting come, per esempio, James Dean e Marlon Brando. Di Brando si diceva che fosse l'attore più bravo in circolazione perché, quando lo si vedeva in un film, non sembrava che recitasse ma che fosse lui stesso quel personaggio. Ecco, questo è il miglior complimento che si possa fare a un attore che usa il Method Acting.

Per completezza va sottolineato che Stransberg fu accompagnato nell'insegnamento di questo metodo da Stella Adler (mentore di Marlon Brando) e Sanford Meisner.

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L'evoluzione del Method Acting negli anni '70

Questo metodo di studio ha quindi conquistato Hollywood e, più avanti negli anni, anche attori stellari come Robert De Niro e Al Pacino ne sono stati affascinati. Ma il Method Acting non si basava più sull'avere dentro di sé una variante del personaggio ma era diventato "essere quel personaggio".

Nel film del 1976 Taxi Driver di Martin Scorsese, De Niro per prepararsi al ruolo di taxista - seguendo il Method Acting - prese davvero una licenza da taxista e la usò realmente per un intero mese, guidando il taxi di notte, proprio come avrebbe dovuto fare il suo personaggio. In Toro Scatenato del 1980 di Martin Scorsese, De Niro si allenò duramente combattendo con un vero pugile al fine di entrare nei panni di Jack LaMotta e per la seconda parte del film, dove interpreta un LaMotta grasso, lui stesso ingrassò a tal punto da avere problemi di respirazione. (La storia del making of di Toro Scatenato su Vanity Fair USA)

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Il Method Acting oggi

Il Method Acting è in uso ancora oggi. Come precedentemente scritto, nel recente Morbius Jared Leto lo ha usato rimanendo nel personaggio anche per andare in bagno. L'applicazione forse più estrema di questo metodo l'ha avuta Jim Carrey per il film del 1999 di Milos Forman Man on the Moon. Durante i giorni sul set Carrey fece vivere un vero e proprio incubo alla troupe e al resto del cast perché il suo personaggio aveva una doppia personalità e lui si comportò di conseguenza senza mai mollare un secondo. Tutto ciò è mostrato nel (bellissimo) documentario di Netflix dal titolo Jim e Andy.

C'è però un aspetto sul quale si discute ancora oggi: quand'è che il Method Acting è recitare e quand'è che si trasforma in mera pubblicità e/o ostentazione di sé?

Per capire la differenza tra l'idea di Stransberg e come a volte il Method Acting è interpretato oggi, è importante leggere una dichiarazione dello stesso Stransberg, pubblicata su Tulane Drama Review:

Se gli attori dicono colpiscimi, colpiscimi, se non mi colpisci non posso provare quella sensazione. Beh, questo non è recitare. Certo, se ti colpisco, cadrai a terra. Cosa c'è di attoriale in questo? Il punto è che il modo in cui faccio finta di colpirti sul set deve essere credibile e pieno di tutta la tensione del colpire e della realtà di un uomo che ti colpisce, ti fa cadere e ti fa male. Questa è recitazione.

Mads Mikkelsen, Samuel L. Jackson, Will Poulter e Jake Gyllenhaal contro il Method Acting

Il Method Acting non è mai passato di moda. Recentemente però, Benedict Cumberbatch ha detto di averlo usato per calarsi nel ruolo che ha nel film Il potere del cane di Jane Campion. I giornalisti hanno preso spunto dalle sue parole per chiedere a Mads Mikkelsen - protagonista della promozione del film Animali Fantastici 3 - cosa ne pensasse del Method Acting. Ebbene, Mikkelsen ha detto, ai microfoni di GQ UK, che per lui questo metodo è "una st*****ta":

La preparazione può portare alla follia. E se è un film di m***a? Cosa pensi di aver ottenuto? Resto impressionato dal fatto che non hai abbandonato il personaggio? Avresti dovuto invece abbandonarlo dall'inizio! Come ci si prepara per essere un serial killer? Passi due anni a osservarne uno?

Sullo stesso argomento è stato intervistato da Collider Samuel L. Jackson, che è attualmente protagonista della serie TV di Apple TV+ The Last Days of Ptolemy Grey. Il Nick Fury del Marvel Cinematic Universe, con parole meno taglienti di quelle di Mikkelsen ha detto che non apprezza il Method Acting:

Quello dell'attore è un lavoro di finzione. Lo fai in modo appropriato e lo fai in un luogo sicuro e in un modo che non nuoce alla tua persona. Si suppone che tu possa entrare in questo spazio in modo sicuro per lavorare e dare emozioni, e non essere danneggiato.

A parlare male del Method Acting è stato anche il giovane Will Poulter (protagonista della serie Dopesick e Guardiani della Galassia Vol.3) che, parlando con The Independent UK, ha trovato una chiave di lettura molto interessante:

Quando si tratta del processo di un attore, qualunque esso sia, finché non viola quello degli altri e tu sei premuroso, allora va bene. Ma se il tuo processo crea un ambiente inospitale, allora per me hai perso di vista ciò che è importante. Il metodo di recitazione non dovrebbe essere usato come una scusa per un comportamento inappropriato, cosa che sicuramente è stato.

Visto che è un argomento caldo, il Method Acting è stato anche stato oggetto del monologo iniziale dell'attore Jake Gyllenhaal al Saturday Night Live del 9 aprile 2022.

Nel video (dal minuto 1:20) Gyllenhaal ha detto che il Method Acting non ha mai fatto al caso suo. L'attore di Nightcrawler, ha raccontato che in questo film il regista gli disse "preparati a perdere 20 chilogrammi e a vincere un Oscar", ma Gyllenhaal quando tornò sul set era addirittura ingrassato e disse scherzosamente al regista "non mi importa dei premi".

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