Star Wars: The Bad Batch 3, intervista con gli sceneggiatori

Autore: Manuel Enrico ,

L’ultima missione della Clone Force 99 sta arrivando con la terza stagione di The Bad Batch, la cui uscita è prevista per il prossimo 21 febbraio su Disney Plus. Serie animata parte del Canon di Star Wars, The Bad Batch ha spostato l’attenzione dai grandi eventi del franchise per mostrare la vita da fuggiaschi di questa atipica squadra di cloni, consentendoci di partecipare all’ascesa dell’Impero con un tono più leggero e avventuroso rispetto ad altre serie live action, come Andor o Obi-Wan Kenobi. Abbiamo avuto modo di vedere in anteprima i primi episodi dell’ultima stagione di The Bad Batch, per poterne poi parlare con Jennifer Corbett e Brad Rau, parte del team creativo della serie. 

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Con la sua prima stagione, The Bad Batch si era prefissa di espandere l’importanza di questi cloni ribelli, capaci di sottrarsi alla programmazione indotta dall’Ordine 66 e ribellarsi all’imperativo di rivoltarsi contro i Jedi. Forte di questa intensità emotiva, la stagione finale di The Bad Batch completa la crescita emotiva di Omega, con una tensione emotiva persistente ma mai invasiva.

Star Wars: The Bad Batch 3: intervista al team creativo

Catturata dall’Impero, Omega è detenuta nella struttura di clonazione di Tantiss, dove assieme ad altri cloni è oggetto di studi ed esperimenti. Nel centro di ricerca è detenuto anche Crosshair, che dopo essersi ribellato al giogo imperiale è considerato ora un elemento sacrificabile, è divenuto oggetto degli esperimenti imperiali. Una prigionia, per i due cloni, che li porta a pianificare una fuga che li ricongiunga con il resto della loro famiglia di fuggiaschi.  Wrecker e Hunter, dopo la perdita di Tech, continuano a cercare Omega, affrontando missioni pericolose in cambio di informazioni. Una caccia disperata, che si completa solo quando riescono a ritrovare la piccola, accompagnata da Crosshair, un ricongiungimento a lungo atteso che non viene pienamente goduto perché incombe un’altra minaccia: i progetti di clonazione dell’Imperatore. 

L’anteprima della terza stagione di The Bad Batch non ha solamente riconfermato l’ottima qualità tecnica della serie, ma ha riportato la tensione narrativa ad un ottimo livello, dopo un arco narrativo che aveva mostrato alcune fragilità in tal senso.Omega non è più la bambina conosciuta nella prima serie, ma quanto vissuto la ha portata a crescere, accettando che la galassia non sia un lugo privo di pericoli. Sin dal primo episodio, la trama della serie è improntata a una certa tensione, enfatizzata anche dalla colonna sonora che trasmette un senso di oppressione e di inquietudine che ben si concilia a questo capitolo della serie. 

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Abbiamo avuto l’occasione di incontrare Jennifer Corbett, sceneggiatrice della serie, e Brad Rau, produttore di The Bad Batch. Con loro abbiamo chiacchierato sull’importanza della serialità animata di Star Wars, e di come in una serie come The Bad Batch ci siano momenti di grande intensità, ricordando un momento del secondo episodio della stagione finale della serie in cui un giovane clone sorprendere la Clone Force 99 con una frase di grande impatto:

Siamo cadetti senza un esercito

Frase che detta da un adolescente non può lasciare indifferenti. A confermare l’intensità di questo momento è stata Jennifer.

Penso che sia perché sotto ogni aspetto, Star Wars è per ogni età. È probabilmente il più indicativo di ciò che è il Bad Bath in questo momento del Canone. Trovi comunque questo tipo di emozione presente per ogni pubblico della serie. Beh, penso che per il bad batch, anche tornando alla prima stagione, è stato sempre: Qual è il loro scopo nella vita essenzialmente ora che? La guerra è finita e non fanno parte dell'Impero. Sono stati creati e formati per essere una cosa sola e ora quando viene tolto loro, riguarda la loro identità e come vanno avanti e qual è il loro posto nella galassia. E sai quando abbiniamo Omega a loro, ora ne sono guardiani. Quindi tutto questo viaggio è stato sempre per trovare la propria identità e scopo e che si tratti o meno dei cadetti cloni. E il ritorno di Daniel Logan, vederlo recitare come uno di questi cadetti cloni, è stato bello rivederlo in Star Wars. Ma è proprio qui che ci vengono in mente alcune delle idee e se sta vedendo gli occhi di Omega e il viaggio che ha fatto o il viaggio che il Bad Batch è attivo e cerchiamo di rimanere coerente con come ci sentiremmo attraversando enormi cambiamenti nella nostra vita, soprattutto nell'ultimo quattro anni. È stato un vortice con la pandemia e ci siamo passati tutti. Ma sì, quindi è davvero è tutto molto personale per noi e speriamo che questo accada sulla pagina e sullo schermo.

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Trovare il modo di far combaciare la presenza della Bad Batch all’interno del Canon non è semplice. L’apparizione di personaggi come Fennec Shand, conosciuta in The Book of Boba Fett, o di Asaji Ventress richiedono un’attenta pianificazione di questi incontri, valutando sempre i legami con altre opere della saga di Star Wars.

Per riuscire a tenere assieme il telaio narrativo del franchise serve un attento controllo, come ci ha confermato Brad Brau:

Sì. Voglio dire, abbiamo un fantastico gruppo a Lucasfilm che ci aiuta a rimanere, sai, rimanere in linea perché ci sono così tanti ci sono così tante storie che vengono raccontate, e sono state raccontate così tante storie. Lo so, sai, solo parlando con il Bad Batch, essere in questa era, questo periodo oscuro in cui l'Impero è potente e sempre più potente. Certo, crea certamente questo enorme sfondo di male affinché i nostri personaggi debbano affrontare. Sì, ci piace, in questo periodo. Ed è anche così. Un'area in cui non ci sono così tante storie interconnesse, ci dà un po' di spazio sicuro per raccontare le storie che vogliamo raccontare.

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