Eric Kripke di The Boys critica le serie come Stranger Things: "non facciamo film!"

In una intervista Kripke racconta dei vantaggi di lavorare per una piattaforma streaming come Prime Video. Affronta anche il tema del suo stile unico.

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Autore: Mauro G. Pozzuoli ,

In una recente intervista, Eric Kripke ha lanciato una stoccata che sembrebbe proprio diretta a Stranger Things o quantomeno alle serie impostate come la hit di Netflix.

Intervistato da Vulture in occasione dell'arrivo del season finale di The Boys (che si è conclusa 8 luglio 2022 con l'ottavo episodio) Kripke ha risposto a una domanda su come si approccia al lavoro su una serie per una piattaforma streaming.

Kripke, che dal mondo delle emittenti classiche è passato allo streaming proprio con The Boys, si dice entusiasta di tempi e possibilità narrative del lavoro su piattaforma a differenza di quello su un'emittente tradizionale (dove si lavora settimana per settimana, sulla base dei dati d'ascolto). Lo showrunner però è irritato da quanti "se ne approfittano" per non dare subito episodi appaganti al pubblico. La risposta all'autore è suonata come una stoccata alla recente stagione di Stranger Things, contraddistintasi per la durata fuori scala dei suoi episodi e il lungo arco narrativo introduttivo. 

Ecco cosa ha detto Kripke, che non ha fatto riferimenti espliciti alla concorrenza, ma ha lasciato a intendere molto:

Da persona che ha lavorato alle emittenti via cavo che devono coinvolgere gli spettatori per 22 fottute ore all'anno, non capisco la mentalità del 'Oh, tieni duro e non ti preoccupare. La critica ti dirà che l'episodio 8 è quello in cui cominciano a succedere cose pazzesche'. Non comprendo quanti dicono 'Beh, quello che sto davvero facendo è un film di 10 ore'. Fottiti! Non stai facendo un film. Stai facendo una serie. Sei nel campo dell'intrattenimento. 

Kripke dunque ce l'ha con gli show che se la prendono comoda, "arrivando al punto" nelle fasi finali della loro evoluzione e richiedendo tante ore di pazienza allo spettatore prima di dimostrare il proprio potenziale. 

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In passato non sono mancate dichiarazioni in questo senso da parte di molti creatori di serie, quindi il discorso può essere letto in generale. Tuttavia questa dichiarazione arriva all'indomani di un episodio conclusivo di stagione da oltre due ore di Stranger Things e suona davvero come più di una semplice coincidenza. 

Kripke, noto anche per il suo lavoro su Supernatural, è di parere decisamente contrario. Secondo lui infatti l'idea di produrre una serie di circa dieci ore, in cui nelle prime otto ore di visione non accade nulla di davvero coinvolgente, è da scartare. 

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