Secondo il creatore di The Boys non abbiamo capito Watchmen

Garth Ennis, il creatore di The Boys, spiega che oggi The Boys ha così tanto successo perché non abbiamo capito Watchmen.

Autore: Domenico Bottalico ,
Libri e fumetti
2' 50''
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L'attesa per la quinta, e ultima stagione, di The Boys è alle stelle. Recentemente lo showrunner della serie, Erik Kripke, ha scherzato dicendo come il mondo sia cambiato per assomigliare a quello della serie Prime Video e di un possibile incontro-scontro fra il Patriota e il neo-eletto presidente Donald Trump. Prima di queste affermazioni provocatorie in realtà era stato il creatore della serie, Garth Ennis, ad esprimere un giudizio molto netto sul perché The Boys abbia così tanta risonanza ancora oggi e su come i lettori - soprattutto quelli di fumetti - non abbiano affatto capito il messaggio dietro Watchmen, il capolavoro decostruzionista di Alan Moore e Dave Gibbons.

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Ennis infatti ha detto: 

Il lavoro di Alan Moore su Watchmen e Miracleman avrebbe dovuto scrivere la parola fine sui supereroi. Ma questi sono stati essenzialmente messi da parte e i supereroi hanno continuato ad avanzare come un colosso inarrestabile. Non leggo molti fumetti, ed è proprio a causa di questa dominazione del genere supereroistico.

Supereroi: romanticismo e sovraesposizione

Garth Ennis non ha mai nascosto di non amare i supereroi e infatti, secondo lui, Watchmen era destinato a segnare la fine del genere supereroistico decostruendone il mito e segnando la chiusura di un'epoca in cui gli eroi in costume combattevano il crimine in termini semplicistici ed erano figure idealizzate del bene assoluto.

Quella visione secondo lo scrittore è stata volutamente accantonata e ignorata forse perché ritenuta poco performante nei confronti della base dei lettori. Molti lettori ancora oggi continuano a concentrarsi sugli elementi tragici di questi personaggi, Ennis invece ritiene che i temi più ampi di decostruzione vengano ignorati a favore della romanticizzazione di questi eroi imperfetti.

Watchmen sfidava la percezione che il pubblico aveva degli eroi in costume. Non più modelli di virtù ma individui complessi, spesso profondamente imperfetti, e soprattutto moralmente ambigui.

Secondo Ennis:

Watchmen è un commento sulle strutture di potere dietro gli eroi, e di conseguenza, un commento sulle strutture di potere che li sostengono. Mostrava le debolezze di coloro che avevano complessi da divinità e quanto facilmente il ruolo di supereroe potesse essere abusato.

Perché The Boys ha successo secondo Garth Ennis

Dove Watchmen era sottile nella sua critica, The Boys è tutt'altro che sottile. La serie adotta un approccio molto più diretto, spesso utilizzando una violenza esagerata e umorismo nero per sottolineare l'egoismo e la fallibilità dei presunti eroi. 

Per l'autore inoltre il successso della serie è dettato dal tono satirico e irriverente con cui si commenta il moderno stato dei media sui supereroi: l’ascesa del Marvel Cinematic Universe e la sovrasaturazione dei supereroi nella cultura pop hanno finito per romanticizzare proprio quegli ideali che Watchmen cercava di mettere in discussione.

I fan si aggrappano a visioni salvifiche e nostalgiche di eroi che diventano archetipi che però non mettono mai in discussione l'ambiguità morale e la dipendenza dal potere dei "supereroi". In questo senso, il tentativo infinito di The Boys di uccidere il Patriota è una metafora perfetta di come quest'idea superata di supereroi riesca a persistere.

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